domenica 8 luglio 2018

La principessa Sissi aveva forse la mononucleosi?


L’imperatrice Elisabetta era forse malata di mononucleosi? Vi spiego la mia teoria.


Diversi anni fa ho contratto il virus di questa malattia all'apparenza sciocca, ma che incredibilmente condiziona la vita di tutti coloro ne sono stati malati. Facciamo un po’ di lezione di medicina: questa malattia virale (virus di Epstein-Barr, appartenente alla famiglia degli Herpes Virus) in genere colpisce le persone tra i 15 e 35 anni di età e i suoi sintomi sono febbre ricorrente, astenia, mal di gola, linfonodi ingrossati su tutto il corpo, idropisia, edemi, dolori influenzali vari e faringite che, nel giro di una settimana, diviene molto intensa. Colpisce sovente le persone con sistema immunitario debole e generalmente si risolve spontaneamente nel giro di 3-4 settimane dall’esordio dei sintomi. In genere la malattia si manifesta in maniera subdola, con poca febbre e un senso di malessere generale e stanchezza, che può perdurare anche per mesi. Dopo l'iniziale contagio, il virus di Epstein-Barr rimane silente, in attesa che le difese immunitarie si abbassino. Il trattamento della malattia prevede l’impiego iniziale di antipiretici e un necessario adeguato riposo. L'unico disturbo che tende a persistere, anche per diversi mesi è una sensazione di stanchezza generalizzata. Nei casi più gravi la stanchezza può cronicizzarsi ad una successiva riattivazione del virus, dando vita alla cosiddetta “sindrome da stanchezza cronica”. Dopo la guarigione, l'infezione rimane allo stato latente e può ripresentarsi periodicamente specialmente in periodi di maggior stress che comportano un indebolimento del sistema immunitario. Questa malattia può causare delle complicanze, fortunatamente piuttosto rare, come l’anemia, patologie a carico del sistema nervoso centrale e periferico (convulsioni, alterazioni comportamentali, encefaliti e meningiti). Possibile è anche il coinvolgimento di cuore e polmoni. Altri studi clinici hanno ipotizzato, invece, un legame tra un deficit immunitario, l'infezione da EBV e l'insorgere di altre infezioni croniche - con modalità simili a quanto avviene nel caso dell'AIDS. L'infezione persistente da virus di Epstein-Barr è stata recentemente messa in relazione anche con l'insorgenza di malattie neoplastiche. È stato evidenziato, infatti, che alcuni virus alterano il DNA della cellula ospite in modo da renderla soggetta allo sviluppo dei tumori. 

Leggendo la biografia dell’imperatrice Elisabetta, mi sono spesso chiesto di quale patologia avesse realmente sofferto, poiché fino ad ora la diagnosi non è chiara. Qua e là, nelle varie ricadute della salute di Sua Maestà, si ritrovano accenni ad una dubbia malattia che le causava sovente febbre, laringiti ma anche idropisia ed edemi (nella maggior parte dei casi, si dice, dipesi dalle bizzarre diete cui ella si sottoponeva). E se Sissi fosse stata malata di mononucleosi? Del resto questi sintomi che spesso si ritrovano nella vita di Elisabetta, sembrano davvero ricollegarsi a questa malattia, considerando soprattutto che per prevenire il riattivarsi del virus è importante mantenere l'efficienza del sistema immunitario con uno stile di vita attivo, privo di eccessivi stress e basato su una sana alimentazione: l’imperatrice non aveva certo una dieta sana e sovente non ebbe periodi particolarmente felici, invero piuttosto stressanti, per quanto cercasse di farne fronte con un’intesa attività fisica che comunque ne minava il corpo. Fin dall’inizio del suo regno, l’imperatrice d’Austria, che si sentiva così inadeguata a quel ruolo, non preparata e desiderosa di conservare la propria indipendenza. Criticata, malvista e scrutata da tutta la Corte viennese che fin dall’inizio ebbe di lei una pessima reputazione, cadde presto malata e la sua condizione era certo dipesa dalle interminabili giornate stressanti cui era sottoposta quotidianamente. Nella sua salute ebbe un ruolo predominante il carattere nervoso e ansioso, cui dipesero lunghi periodi di depressione, stanchezza ed esaurimento psico-fisico. Non è certo un caso se ella cadde presto malata, cercando quiete e pace interiore lontana da Vienna. Oltre al suo precario equilibrio psicologico di giovane imperatrice, certo una tara ereditaria causata dai numerosi matrimonio fra consanguinei, nelle sue malattie ebbe un ruolo predominante anche la cattiva alimentazione, nonché le forsennate cure dimagranti cui ella si sottoponeva anche per lunghi periodi – anche in questo caso, si può credere che il suo mangiar poco dipendesse da uno stato ansioso e di personale inadeguatezza, poiché lontana dai ricevimenti ufficiali mangiava di buon gusto! Oltretutto, le numerose gravidanze – tre in soli quattro anni – avevano esaurito il suo fisico. In questa situazione, come tutti saprete, verso la fine del 1860, Sissi soffrì di una patologia non nota che la condusse a riparare sull’arcipelago di Madeira per un periodo di quiete.

Ancora oggi non è affatto chiaro di quale malattia abbia sofferto Elisabetta, ma per anni soffrì di una violenta tosse (sicuramente d’origine nervosa) che peggiorò nell’inverno del 1860, di pari passo con una crisi all’interno della coppia imperiale a causa delle relazioni extraconiugali del marito. Il dottor Skoda, specialista in malattie polmonari, fu contattato per visitare l’imperatrice alla quale fu riscontrata una grave infiammazione polmonare: subito si temette il peggio e le fu consigliato un viaggio, il più presto possibile, in una località per la cura delle malattie polmonari. La diagnosi, però, come dice anche la Hamann, fu accolta con molti dubbi; l’arciduchessa Teresa scrisse a suo padre, l’arciduca Alberto: “Non si riesce a capire cosa abbia, dato che la diagnosi del dottor Skoda viene riferita in molte versioni”. Nel diario dell’arciduchessa Sofia non esiste alcun indizio riguardante la natura della malattia. Dal punto di vista medico ella presentava un edema alle ginocchia e ai piedi, verosimilmente un principio di tubercolosi per quanto anche da adolescente avesse sofferto di edemi che ne condizionarono in seguito la propria autostima. Ma la situazione era aggravata dalla sua anemia congenita – e se Elisabetta contrasse la mononucleosi prima del matrimonio? Non si può dire, ma la storia racconta che probabilmente l’imperatrice avesse contratto una malattia venerea dal marito che aveva diverse relazioni extraconiugali. Dopo quattro mesi a Madeira, l’imperatrice sembrava rifiorita, ma un breve rientro a Vienna fece peggiorare la sua situazione.



L’animo inquieto di Elisabetta ebbe certo un ruolo predominante nella ricaduta e nessuno poteva scrutare davvero nella sua psiche, pertanto il dottor Skoda diagnosticò nuovamente la tubercolosi e il dottor Fischer di Monaco di Baviera inviò al sovrano un rapporto secondo il quale l’imperatrice avrebbe avuto solamente alcune settimane di vita. In questo, riportano le biografie, destò sospetto il mal di gola e una brutta laringite. L’imperatrice andò quindi a Corfù e poi a Venezia: durante questo periodo soffrì terribilmente di anemia, tanto che le sue gambe e i suoi piedi si gonfiavano a tal punto che non poteva stare in piedi per giornate intere e doveva esser portata a braccia. La situazione migliorò soprattutto grazie alla visita dei parenti, ma grazie alla lontananza da Vienna e dalla Corte. Ma questo genere di sintomi si ripresentò con prepotenza per il resto della sua vita, costellata in seguito da gravissime disgrazie come la morte del principe ereditario. In questo caso si deve fare una specifica, poiché quando nacque Rodolfo, il parto fu molto breve ma assai doloroso e il fisico di Elisabetta ne risentì – si dice che ella ebbe la cosiddetta “febbre da latte” o mastite, causata dal fatto che ad una sovrana era vietato allattare il proprio figlio. La mastite perdurò per molte settimane con febbre ricorrente (anche tipica della riattivazione della mononucleosi) e il fisico della sovrana fu nuovamente compromesso. Si è raccontato spesso che Sua Maestà abbia sofferto di una non precisata malattia venerea, per la quale l’imperatrice si curò per molti anni come testimoniato dalle ricevute della Farmacia di Corte. 
In questo caso sappiamo che Sissi utilizzava spesso la cocaina, all’epoca impiegata per un’infinità di cose perfino per le otturazioni dentarie come pure per le complicazioni della gonorrea o della sifilide. In questo caso, però possiamo propendere nell’affermare che l’imperatrice la utilizzasse per i costanti dolori alla sciatica. Ma non si hanno ulteriori testimonianze. Si dice che ovviamente ella abbia sofferto di un malattia psico-somatica poiché, come altre volte, stava sì molto male, ma si riprendeva velocemente cambiando aria o stando con persone più care e questo porterebbe ad escludere malattie fisiche sistemiche, o malattie degenerative più gravi come la tubercolosi, oppure la sifilide e la gonorrea che causavano complicanze ben peggiori e che di certo sono da escludere categoricamente, anche perché l’imperatrice sarebbe morta prima e non sarebbe riuscita a fare tutto quello fece (passeggiate forsennate, cavalcate e numerosi altri sport). In questo senso è lecito credere che, comunque, lontana da Vienna l’imperatrice percepisse meno i contraccolpi della sua salute, anzi, criticava pure gli strapazzi lavorativi cui il marito si sottoponeva. Sempre sulla salute fisica, in età avanzata Sissi soffrì comunque di gotta, problemi circolatori e articolari, nuovamente edemi che possono comunque essere riconducibili ad una mononucleosi infettiva cronicizzata. Alla luce dei soliti sintomi ricorrenti, mi sento di azzardare l’ipotesi che Sissi abbia in realtà sofferto di mononucleosi.

Nessun commento:

Posta un commento