lunedì 25 novembre 2019

Sissi a Feldafing

Quando Elisabetta tornava in patria dopo essere divenuta imperatrice non alloggiava mai a casa dei genitori, questo ragioni di etichetta di Corte. Fra le varie residenze tra Monaco di Baviera e il lago di Starnberg ritroviamo l'Hotel Englischer Hof (non più esistente) a Monaco mentre sulle rive del lago Sisi alloggiava presso il castello di Garatshausen (di proprietà del fratello Luigi, oggi residenza per anziani con demenza senile) o presso l'Hotel Strauch a Feldafing (oggi Golfhotel Kaiserin Elisabeth am Starnberger See). In quest'ultimo albergo l'imperatrice amò soggiornare per molti anni, nei mesi di giugno e luglio, dal 1876, quando andava a trovare la famiglia a Possenhofen. Qui l'imperatrice trovava il giusto punto di partenza per escursioni, cavalcate e giri in barca. 
L'albergo veniva affittato per intero, dunque chiuso ad altri ospiti, e l'imperatrice poteva disporre a proprio piacimento di moltissime stanze che venivano affittate anche ai dipendenti personali, molti alloggiati nella dependance. 
Qui l'imperatrice, spesso accompagnata dalla figlia Valeria e da un seguito di circa 50 persone, vi giungeva con il treno fino alla stazione di Possenhofen. In questo periodo, oltre a numerose carrozze, l'imperatrice portava con sè anche numerosi cavalli, circa 15-20, che trovavano posto nella stalla appositamente attrezzata o nella vicina canonica. Per Sua Maestà era anche stata realizzata una scala a chiocciola poiché pare avesse paura degli incendi. Nel 1882 le fu attrezzata una sala come palestra, con il pavimentano coperto da materassi. Per il resto ella si dedicava a lunghe passeggiate lungolago. Quando faceva caldo l'imperatrice amava molto fare il bagno nel lago e in tali circostanze lo stabilimento balneare veniva chiuso solo per lei. Vi soggiornerà per l'ultima volta nel 1894.
Nel 1900 fu concessa l'autorizzazione a dare il nome dell'imperatrice all'albergo. Nel 1926 una statua con le sue fattezze, realizzata dallo scultore Karl Wilfert, venne collocata nel giardino dell'albergo. La statua era stata realizzata per la città di Franzesbad, ma quando nel 1918 si vollero estirpare tutti i ricordi della casa d'Asburgo, il monumento fu tolto e poiché lo scultore viveva sul lago di Starnberg ne venne concesso il trasferimento a Feldafing.

Qui sotto un particolare di un dipinto poco noto che ci mostra l'imperatrice a cavallo davanti all'Hotel Strauch





Qui sotto, invece, un bel tableau di 11 scene di luoghi visitati da Sissi sul lago di Starnberg. Realizzato a matita nella seconda metà dell'Ottocento.
In questo schizzo si possono scorgere l'imperatrice Elisabetta in carrozza con la figlia Marie Valerie, presumibilmente al castello di Garatshausen (di proprietà del fratello e dove Sissi soggiornò alcune volte), l'Hotel Strauch a Feldafing nel quale Sua Maestà prese alloggio numerose volte, il castello di Berg (dove poi verrà rinchiuso il cugino Ludwig II di Baviera), l'imbarcadero e un battello sul lago, il castello di Possenhofen, forse il moretto Rustimo, l'imperatrice a cavallo in un luogo imprecisato ma presumibilmente l'attuale Club Undosa sulle rive del lago e altri luoghi che non riesco ad identificare.



domenica 29 settembre 2019

Anna di Prussia, amore giovanile di Franz

Un'altra ipotetica sposa per Francesco Giuseppe fu la principessa: Anna di Prussia, nipote del re di Prussia. 



Era la figlia più giovane del principe Carlo di Prussia, e di sua moglie, la principessa Maria di Sassonia-Weimar-Eisenach.
La sorella di Sofia, Elisabetta, era divenuta per matrimonio regina di Prussia e si pensava perciò che il matrimonio concordato non fosse altro che una questione di intese tra famiglie regnanti. 
Essendo una giovane e bella principessa, essa fu oggetto di molte attenzioni alla corte prussiana. Non si badò al fatto che la prescelta fosse già fidanzata con un principe tedesco e che ella non nutrisse alcun interesse nei confronti di Francesco Giuseppe. 

Nell'inverno del 1852, il giovane Franz la incontrò a Berlino e se ne innamorò. Egli desiderava dichiararle il suo amore e così la madre di lui, l'arciduchessa Sofia, scrisse alla regina Elisabetta di Prussia riferendogli della «gioia che si è mostrata a lui come un sogno fluttuante, facendo un'impressione sul suo cuore molto più forte e profonda di quanto avessi pensato inizialmente». 
In ogni caso, Anna era già fidanzata all'epoca e, in aggiunta a questo, vi era la complicazione della forte opposizione tra gli statisti prussiani contro un'alleanza con l'Austria. Se ci fossero state solo ragioni del cuore a impedire l'unione, probabilmente il matrimonio sarebbe stato celebrato comunque, ma vi si opposero motivi strettamente politici.
La madre di Francesco Giuseppe chiese: «c'è qualche speranza che questo triste matrimonio, che stanno imponendo all'affascinante Anna e che non le lascia alcuna prospettiva di felicità, possa venir impedito?», purtroppo i suoi sforzi non vennero coronati da successo.


Il 26 maggio 1853, Anna sposò il principe Federico Guglielmo d'Assia-Kassel nello Schloss Charlottenburg, a Berlino. Anna era la seconda moglie del suo nuovo marito, che nove anni prima aveva perso l'amata moglie Aleksandra Nikolaevna di Russia mentre dava alla luce un figlio. Federico Guglielmo non riuscì mai a superare la perdita, che avvenne appena un anno dopo il primo matrimonio, e si ritiene che fosse questa la ragione per cui la sua relazione con Anna di Prussia fu educata, ma emotivamente distaccata.

Anna, oltre ad essere bella, era anche una donna molto intelligente che presiedeva a salotti di corte dove si riunivano importanti artisti e musicisti. Lei stessa era una pianista di grande talento ed abilità, educata con metodo classico da Theodor Kullak. Fatto insolito per una langravina assiana, si convertì al cattolicesimo nel 1901, che portò a delle complicazioni a livello politico.Anna morì il 12 giugno 1918, a Francoforte, all'età di ottantadue anni; venne sepolta nella cattedrale di Fulda, davanti all'altare di Sant'Anna.





Elisabetta d'Austria, principessa d'Ungheria e Boemia - Un'altra sposa per Sua Maestà

Un'altra possibile sposa per l'imperatore fu l'arciduchessa Elisabetta d'Austria, principessa d'Ungheria e Boemia. 
Figlia del conte palatino Giuseppe d'Asburgo-Lorena e di Maria Dorotea di Württemberg. Era sorella maggiore della regina dei belgi Maria Enrichetta, andata in sposa al duca Leopoldo di Brabante nel 1853, madre dell’arciduchessa Stefania del Belgio nuora di Sissi.
Per i canoni estetici dell'epoca, la giovane era una ragazza molto bella. 

Il 4 ottobre 1847 sposò l'arciduca Ferdinando Carlo d'Asburgo-Este, figlio terzogenito del duca di Modena Francesco IV e della principessa Maria Beatrice di Savoia. La coppia ebbe una figlia, Maria Teresa (1849-1919) che in seguito sposerà il futuro re Ludovico III di Baviera.

Rimasta vedova del primo marito, morto in seguito ad una visita in un ospedale di Brno dove contrasse il tifo, Elisabetta venne presa in considerazione come possibile moglie per Francesco Giuseppe, ma l'arciduchessa Sofia si oppose fermamente ad un matrimonio con una vedova e, oltretutto, già madre. A questo s’aggiungeva il fatto che la donna fosse d’ascendenza ungherese e come sappiamo Sofia odiava tutto ciò che era ungherese. Sofia preferiva un matrimonio “tedesco” e non ne fece mai mistero; sarebbe stata addirittura disposta ad accettare una nuora protestante che comunque si sarebbe dovuta poi convertire al cattolicesimo prima delle nozze.

Elisabetta si sposerà in seguito con Carlo Ferdinando d’Asburgo-Teschen (nella foto qui sotto) dal quale avrà ben sei figli una delle quali fu Maria Cristina, in seguito regina consorte di Spagna dopo aver sposato Alfonso XIII.
Nel 1874 il suo secondo marito morì e lei gli sopravviverà 29 anni, morendo a Vienna il 14 febbraio 1903.


sabato 28 settembre 2019

Sidonia di Sassonia, una sposa per Franz

Prima del fidanzamento con Sissi furono fatti altri nomi come possibili mogli di Francesco Giuseppe. Una di queste era Sidonia di Sassonia (1834-1862), terza delle sei figlie del re Giovanni di Sassonia e Amalia Augusta di Baviera, sorella gemella dell’arciduchessa Sofia.
La principessa nacque il 16 agosto 1834 alle 6 del mattino nel castello di Pillnitz, a sud-est di Dresda, nel quale la famiglia visse fino all’ascesa al trono di Giovanni. 
Sidonia venne presa in considerazione dall’arciduchessa Sofia quale probabile sposa per il figlio che aveva visitato più volte la Sassonia con il suo amico e cugino Alberto.
Nella primavera del 1853, però, le trattative s’interruppero. Si dice che l’imperatore d’Austria non rimase molto colpito dalla giovane, ma sappiamo pure che il padre di Sidonia non approvò questa unione a causa delle differenti religione professate. 
Nella fattispecie, poiché per Giovanni non erano importanti matrimoni politici, non appoggiò neppure un possibile matrimonio col re vedovo Vittorio Emanuele II di Savoia. Molti altri candidati fallirono tanto che la povera Sidonia, non bella certamente, a ventisette anni non si era ancora sposata. 
Ormai zitella morì il 1 ° marzo 1862 alla sera alle sette e mezza, a Dresda, duramente colpita dal tifo. Fu sepolta nella Cripta della cattedrale della Santissima Trinità.


giovedì 22 agosto 2019

Sissi aveva un tatuaggio

Non tutti sanno che l'imperatrice d'Austria, così avanguardista e moderna, già nella seconda metà dell'Ottocento si era fatta un tatuaggio. Amante del mare, della Grecia e delle isole del Mediterraneo e dell'Egeo, nel 1888 decise di tatuarsi un'ancora sulla spalla sinistra, probabilmente durante uno dei suoi viaggi per mare. Difficile stabilire quale. In quell'anno l’irrequieta imperatrice era stata sempre in movimento, non solo all'interno dell’impero, ma anche fuori: da Londra a Bournemouth, da Baden Baden a Corfù, Leukas, Missolungi, fino all’Asia Minore. In una di quelle tappe si era affidata a un tatuatore che le aveva inciso l’ancora sulla spalla.

Ne abbiamo testimonianza dal diario della figlia minore, Maria Valeria, che il 3 dicembre 1888 scriverà:
"[...] quando è entrato papà e mi ha chiesto se avessi già pianto per la terribile sorpresa e cioè che la mamma si è fatta incidere [dunque non con l'henné] un'ancora sulla spalla, la qual cosa io trovo molto originale e per niente affatto così orribile."

Certamente Francesco Giuseppe non aveva apprezzato quest'indelebile decoro sulla pelle delle moglie. Leggenda vuole che il tatuaggio fosse stato scoperto dal marito solo in seguito quando, dopo essere stata assassinata, le venne fatta un'autopsia parziale. 

martedì 25 giugno 2019

Alberghi storici dell'Alto Adige - Val Passiria / Passeiertal

La Val Passiria è intimamente associata ad Andreas Hofer, il patriota tirolese, considerato un eroe nazionale fin dal 1809 quando, a capo di un gruppo di tirolesi, detti Schützen, combatté e vinse contro le truppe francesi di Napoleone e i bavaresi che al tempo governavano il Tirolo.



La Val Passiria si estende a nord di Merano lungo il tracciato di un'antica via commerciale che si spinge fino al Passo del Rombo. Dal punto di vista paesaggistico è una delle valli più varie e caratteristiche dell'Alto Adige. La Bassa Val Passiria – tra Rifiano-Caines, San Martino e San Leonardo, la località principale – affascina il turista con i propri spazi ampi, il paesaggio naturale dai tratti mediterranei e l'offerta alberghiera di prim'ordine. L'Alta Val Passiria – tra Moso, Stulles, Corvara, Plata e Plan, località consacrata alla mobilità dolce – incanta per il proprio paesaggio di alta montagna e i magnifici scorci panoramici sulle Alpi. La posizione protetta a nord, i 300 giorni di sole all'anno e i suggestivi contrasti climatici che caratterizzano la Val Passiria la rendono una meta prediletta tra gli appassionati di sport, le famiglie con bambini e i vacanzieri alla ricerca di pace e relax.
Il nostro amato Baedeker del 1891  ci conduce all'interno della Val Passiria proprio da Merano e, oltrepassato Castel San Zeno / Zenoburg, la strada del Passo del Rombo si stringe nelle gole delle montagne a ridosso della Val di Sopranes / Spronsertal, toccando più avanti le località di Caines / Kuens e Rifiano / Riffian - dove la guida non menziona alcun alloggio. 
Arrivati alla località di Saltusio / Saltaus, la guida consiglia una locanda nell'antico Schildhof. Uno Schildhof era un cosiddetto "maso dello scudiero o dello scudo" - in Val Passiria ce n'erano moltissimi fin dal XIII secolo, oggi sono solo 11 - dove vivevano i contadini che dovevano servire i conti di Tirolo. 
A Saltusio esisteva questa locanda che oggi esiste ancora e prende il nome di Hotel Saltauserhof (www.saltauserhof.com


Già nel 1254 il Saltauserhof fungeva da dogana per il Conte di Tirolo. Si suppone tuttavia che questa stazione di ristoro abbia origini ben più antiche poiché sin dall'anno 15 a.C. una strada romana conduceva al Passo Giovo e le denominazioni "saltus" (gola, canale) o "saltuosus" rimandano sia al nome attuale "Saltusio" sia alle caratteristiche della zona.
All'epoca della sollevazione tirolese, Andreas Hofer tenne frequenti consigli presso il Saltauserhof con i suoi contadini tirolesi e in alcuni casi le profonde cantine dell'edificio funsero da prigione temporanea per gli avversari catturati, tra cui bavaresi e francesi.
A cavallo dei due secoli, in seguito a numerose difficoltà finanziarie, il maso fu messo all'asta dal comune di Merano e appaltato più volte, il che condusse a un suo progressivo decadimento.
Nel 1936 Josef Pircher di Tirolo acquistò il complesso e il terreno circostante, adattando l'edificio alle esigenze del turismo moderno e mantenendo tuttavia la struttura originale e la tradizionale bellezza della casa. Pose così la prima pietra di quello che divenne un albergo ben avviato ed esemplare per il servizio e l'ospitalità.



Si prosegue su, verso la vicina località di San Martino / St. Martin, che si adagia sul cono di deiezione tra il torrente Passirio ed il versante collinare leggermente ascendente del monte Punta Matatz ed è la più grande località della Val Passiria. Il nome del paese risale all'omonima chiesa parrocchiale. Qui il Baedeker consiglia l'Hotel Unterwirth, ancora oggi esistente come Hotel Martinerhof Unterwirt (www.martinerhof.it).



Più avanti il Baedeker ci conduce al ben noto Sandhof, ancora oggi esistente ma non più locanda come alla fine dell'Ottocento, bensì Museo Passiria (www.museum.passeier.it), struttura museale dedicata alla storia della valle. 




È la casa in cui nacque e visse Andreas Hofer (1767-1810). La struttura odierna del Sandhof risale probabilmente al XVII secolo, quando il maso divenne proprietà della famiglia Hofer. Alcune parti delle murature della cantina risalgono al XIII secolo.
Nel Medioevo il Sandhof era noto come "Auflegerhof" perché era lì che terminava il viaggio dei carri provenienti da Merano. Al maso i portatori con i loro animali da soma prendevano in consegna le merci e le trasportavano a Vipiteno attraverso il Passo Giovo. Anche Andreas Hofer si dedicava al trasporto di merci. All'epoca il Sandhof era la locanda più nota dell'intera valle e si chiamava "Wirtshaus zur goldenen Krone".
Alla morte di Andreas Hofer il Sandhof era gravato da molti debiti; la vedova Anna Hofer poté tuttavia salvare la proprietà con l'aiuto di alcuni creditori. Nel 1838, due anni dopo la morte della vedova di Hofer, l'imperatore Ferdinando I acquistò il maso. Già in quel periodo il Sandhof era un'attrazione per i viaggiatori. I numerosi libri dei visitatori, che da allora registrano gli ospiti del maso, contengono nomi illustri. L'ospite più importante fu l'imperatore Francesco Giuseppe I; la sua visita nel 1899 in occasione del novantesimo anniversario della rivolta tirolese fu la più grande festa popolare della Val Passiria. In quell'occasione fu inaugurata la cappella commemorativa di Andreas Hofer, che oggi si trova accanto all'area all'aperto e contiene un ciclo di immagini tratte dalla vita di Hofer. Dal 1982 il Sandhof è sottoposto a vincolo di tutela storico-artistica.


Da qui, il Baedeker prosegue alla località di San Leonardo località principale della Val Passiria che si trova ai piedi del Passo Giovo ed ai margini del Parco Naturale Gruppo di Tessa in Alto Adige. Il bel paesaggio ed il clima favorevole fanno di San Leonardo un'ideale meta turistica per chi cerca una vacanza attiva e rilassante a contatto con la natura.


In quest'idilliaca zona, il Baedeker consiglia due alberghi. Il primo è l'Hotel Einhorn o Stoblwirth. Ancora oggi esistente col nome di Hotel Stoblhof (www.stroblhof.com), l'albergo ha alle spalle una tradizione d'ospitalità antica di secoli poiché fu menzionato per la prima volta nel 1658 con il nome di "Gasthaus zum Einhorn". Oggi modernissimo albergo che ha perso totalmente le tracce della sua costruzione... 



L'altro albergo suggerito dal Baedeker, è il Brühwirt, oggi residence e bar (www.bruehwirt.com), anche questo rimodernato completamente per quanto la facciata mantenga uno stile tradizionale.



Il Baedeker prosegue verso Vipiteno attraverso il Passo Giovo - Jaufenpass
Lungo la via s'incontra il paese di Valtina / Walten ove la guida riporta d'una locanda rustica, probabilmente l'antico Gasthof Alpenrose ancora oggi funzionante e nella sua veste vintage (gasthaus-alpenrose.com).




Salendo sulla sommità del Passo Giovo, il Baedeker riporta due locande sulla strada: la Passeier Jaufenhaus (forse l'attuale Enzianhütte sulla strada del Passo) una locanda povera, e la Sterzinger Jaufenhaus, abbastanza buona, oggi Rifugio Passo Giovo, ancora funzionante (www.jaufenhaus.com/it.html), sul versante del Passo Giovo che discende ovviamente a Vipiteno.




Ritornando a valle, la guida conduce attraverso il Grafeilweg, una buona strada carrozzabile, fin verso Moso in Passiria (Moos).
Dei tre comuni della Valle Moos è l'unico nella Passiria più interna, che a differenza della Vorderpasseier a sud di San Leonardo - ha carattere montanaro e clima rigido. Qui valle del Passirio si restringe tra imponenti pendii boscosi di montagna e la strada sale e si inerpica ripida e a tornanti fino al Passo Rombo e da lì fino in Austria. 
Moso si trova in fondo alla valle a 1000 metri d'altitudine mentre le altre frazioni si trovano su terrazze o colline circondate da alpeggi sopra il torrente.




Una destinazione escursionistica popolare sono le cascate Stieber, create dal torrente Pfeldererbach, che crea due cascate di 19 e 18 m che si gettano nel Passerio. Sopra la cascata, vicino alla strada per Platt, si trovava fino all'inizio del XX secolo una fonte di zolfo utilizzata per il trattamento di malattie cardiovascolari e reumatismi. Il dottore Mathias Felderer vi aveva allestito un bagno termale dal nome Bad Sand. La fontana fatiscente e un pannello esplicativo sono le reliquie di quest'antica SPA, in cui ora ci sono solo appartamenti per le vacanze e un caffè.

Plata / Platt


Sotto la strada per Timmelsjoch (Passo Rombo) si trova il "Mooseum", un bunker aperto nel 2009.
Come per altre valli collocate nei pressi del confine di stato come la val Passiria, Mussolini ai tempi del fascismo dette l'ordine di fortificare il confine. Vennero così costruiti a partire dal 1939 alcuni bunker al fine di impedire, o comunque rallentare, un'invasione dell'Italia da parte dei nazisti. Queste opere difensive fanno parte del vallo alpino in Alto Adige, e più precisamente dello sbarramento di Moso. Qui a Moso Baedeker menziona la sistemazione Hofer, molto probabilmente il maso Jogglander-hof al limitare del paese, per l'appunto di proprietà della famiglia Hofer citato per la prima volta in un registro catastale della Val Passiria che risale al 1288. Utilizzato probabilmente già nel XIX secolo come locanda o struttura ricettiva per viandanti e turisti, ancora oggi in funzione nella sua struttura architettonica tradizionale come casa vacanze:





La guida, oltrepassando il borgo di Plata (Platt) con le cascate del Pfelderer Bach, ove non viene menzionata alcuna sistemazione, conduce su verso il paesino di Pfelders o Plan, un pittoresco paese dell'Alta Val Passiria, che si trova nel più ampio parco della regione, il parco naturale Gruppo di Tessa. Qui si trovava solo una locanda il cui nome non viene citato, presumibilmente l'unica struttura ricettiva del paese che ad inizio Novecento diventerà la cosiddetta Planer-hof come si può vedere nelle cartoline dell'epoca. Oggi, probabilmente, ristorante Weisses Kreuz. 



Un piccolo paradiso terrestre 

Riscendendo a valle, il Baedeker conduce verso nord, verso le località di Olmeto e Corvara in Passiria (Rabenstein), dove dopo una vasta pianura, la valle inizia a stringersi e i bordi delle montagne sempre più aspri e scoscesi.  

Corvara in Val Passiria




Nella località di Seehaus viene menzionata una locanda senza nome nella zona cosiddetta di Kummersee.
Ma cosa c'entrano queste località con un lago (See) attestato nei toponimi tedeschi? Ebbene, nel 1401 in questa parte dell'Alta Passiria si ebbe lo smottamento del monte Ganda (Ganderberg) che portò al completo sbarramento del torrente Passirio, sicché venne a formarsi uno specchio d'acqua che raggiunse probabilmente una lunghezza di circa 2 km e una profondità di 35 m. 


La diga naturale venutasi a creare in seguito allo smottamento, rimase per diversi anni, era instabile e tendeva a cedere a seguito di forti piogge, producendo disastrose alluvioni lungo la valle che raggiungevano addirittura la città di Merano. Il nome del lago, infatti, è traducibile in italiano come "lago della tribolazione" per via dei grossi problemi che causava. La diga cedette otto volte provocando altrettante alluvioni. L'alluvione del 1419 fu particolarmente disastrosa per la città di Merano, causando la morte di almeno 400 persone. Dopo il penultimo evento catastrofico, nel 1773, si decise di creare un canale di drenaggio per il lago, onde evitare ulteriori danni. Dei lavori fu incaricato l'Ing. Walcher ma nel 1774, ad opera completata forse per un difetto di costruzione o forse per un errore degli operai, si generò un imprevisto e violento svaso del lago che si prosciugò completamente e non si riformò più. La massa d'acqua scese lungo la valle e creò, per l'ultima volta, problemi e danni nella città di Merano.
Oggi non rimango più segni visibili del Kummersee, anche se la zona franosa che lo ha generato è in parte tuttora attiva. Nella toponomastica locale è rimasto il ricordo del lago nel nome di un maso, il Seehof, che si trovava sulle sue rive. Nel 2004 il comune di Moso ha creato una passeggiata che ne ricalca le rive il Kummersee Rundweg

Qui sotto una riproduzione della vastità del lago che si apriva proprio di fronte al Seehof, molto probabilmente la locanda citata nel Baedeker. 



Proseguendo, si giunge al paese di Corvara (Rabenstein) dove viene menzionata una locanda senza nome, probabilmente l'attuale Hotel Gasthof Residence Rabenstein (https://www.rabenstein.it/benvenuti.htm) anticamente in funzione come struttura ricettiva per i viandanti.




Salendo ancora all'interno della valle, in direzione del Passo Rombo, il Baedeker menziona un'altra locanda nella località di Schönau, che presumibilmente portava il nome omonimo. Poiché non riesco a reperire altre informazioni, do' per scontato che possa essere proprio questa qui sotto, come si presentava intorno al 2014 e come si presenta oggi, ahimè privata della sua veste architettonica tradizionale... per quanto ancora in funzione e con una bellissima vista sulle montagne circostanti








La strada del Passo Rombo 



Attraverso il Timmelsjoch, o Passo Rombo, i primi coloni della Passiria scendevano in Austria nella Ötztal più interna. Il passo era documentato già nel 1241 come Thymels e nel 1320 fu creata una mulattiera che divenne presto una via commerciale particolarmente dinamica. Intorno al 1770 sono attestati i nomi Timbl Ioch e Passeyrer Gericht Alpe Timbls
Nel 1897 si decise di creare una strada commerciale effettiva sopra il Timmel, ma la cosa non ebbe seguito e arrivò la Grande Guerra. Il trattato di pace di San Germain del 1919 sancì la spartizione del Tirolo Meridionale che passò in mano italiana e il confine tra Italia e Austria venne posto sul giogo e ogni traffico frontaliero ufficiale venne soppresso. 
Nelle ultime settimane della Seconda guerra mondiale in aprile e maggio 1945 numerosi soldati della Wehrmacht tedesca tornarono dall'Italia all'Ötztal.
Il piano di una strada sul Timmelsjoch fu ripreso subito dopo la guerra e il suo precursore fu l'ex consigliere provinciale e in seguito governatore Eduard Wallnöfer , egli stesso nativo dell'Alto Adige.
Tra il 1955 e il 1959 fu costruita la rampa nord, ovvero quella sul versante austriaco, a quel tempo i costi di costruzione furono di 28 milioni di scellini (equivalenti a 13 milioni di euro).

La rampa sud, in Italia, iniziò ad esser costruita dal 1933 sotto Benito Mussolini come strada militare, come alternativa alle strade del passo del Brennero e del passo di Resia, al fine di utilizzarla contro l'Austria in caso di guerra offensiva. Con la proclamazione dell'Asse Roma-Berlino, i lavori proseguirono a rilento e ci vollero ancora molti anni prima che la strada fosse completata del tutto. Il 15 settembre 1968 la strada poté essere percorsa da parte a parte.
La strada è ad oggi ancora in funzione, per scopo turistico, aperta nei mesi estivi giornalmente dalle 7:00 alle 20:00; è vietato il transito notturno.Nella parte italiana il permesso di transito è limitato solo ad alcune categorie di veicoli come auto e motocicli, mentre è vietato per camion e autobus di lunghezza superiore a 10 metri e massa complessiva superiore alle otto tonnellate. Non ci sono caselli all'entrata e all'uscita: c'è solo una barriera sul versante austriaco a circa 7 km dal passo dove acquistare il biglietto e pagare il pedaggio.





Il rifugio in cima al passo è meta di molti appassionati delle due ruote. Il passo è uno dei luoghi più freddi delle Alpi (e uno degli ultimi a essere transitabili, d'estate) ed è spesso sferzato da un vento freddissimo.



Nel 2010 è stato aperto il Museo del Timmelsjoch che illustra la storia della strada e del passo attraverso i secoli. L'architetto altoatesino Werner Tscholl che l'ha progettato ha utilizzato elementi e architetture modernissime, a forma di cubo aperto, rimarcando in tal senso la funzione di comunicazione e collegamento che da sempre la zona alpina esercitava.







mercoledì 19 giugno 2019

In Groenlandia un fiordo in onore di Francesco Giuseppe

In Groenlandia esiste un fiordo dedicato all’Imperatore Francesco Giuseppe (in danese Kejser Franz Josef Fjord) esaminato e parzialmente esplorato dalla Seconda spedizione tedesca al Polo Nord avvenuta tra il1869-70; una baia a più diramazioni sulla costa orientale della Groenlandia, a nord dell'isola di Ymer e a sud di Capo Franklin, nella penisola di Gauss, a circa 73 ° 16 'di latitudine nord.


Un'illustrazione dell'epoca 

È largo 22 km dalla foce al Nordfjord in direzione nord e la profondità dell'acqua nel mezzo del fiordo è di circa 970 m. 
E’ dominato da un possente ghiacciaio denominato Waltershausen Gletscher uno dei maggiori ghiacciai della Groenlandia.



Venne nominata in onore dell’Imperatore d’Austria poiché egli aveva fatto notevoli donazioni in favore della spedizione. 

Anche in quest’occasione Julius Payer fece parte della spedizione e a lui fu intitolata la cosiddetta Payer Tinde (o in tedesco Payerspitze, Cima Payer, che ha il suo omonimo in Alto Adige ma meglio nota come 'Cima degli Spiriti' nel Parco Nazionale dello Stelvio) una montagna alta 2.320 metri.