giovedì 29 gennaio 2015

I balli alla corte di Vienna dell’Ottocento



Seguendo l’ispirazione che segue il Gran Ballo delle debuttanti, ho pensato di scrivere un post dedicato ai balli dell’Ottocento che avevano luogo un po’ in tutto il mondo. Vienna però faceva senza alcun dubbio la differenza perché fu proprio nella città della monarchia austroungarica, che si videro i natali del ballo più famoso del mondo: il valzer!

Ad ogni modo si ballava un po’ dappertutto, dalle case più umili a quelle più aristocratiche. Non c’era paese o città dove non si organizzasse almeno un ballo durante l’anno e, specialmente a Corte, i balli erano all'ordine del giorno! Si dice che alla Corte di Sissi si danzassero addirittura più di 700 balli all'anno, il che equivale a dire che se ne facevano spesso più di uno al giorno… ma non so quanto questo sia vero. Forse tale cifra deriva dal fatto che ciascun membro della corte aveva la possibilità di organizzare anche dei balli privati, come nel caso del fratello dell’imperatore l’arciduca Ludovico Vittorio. Personalità molto frivola e mondana, effettivamente egli organizzava molte serate danzanti nei suoi numerosi palazzi e se contanti con quelli dei fratelli e di altri personaggi della corte, beh allora sì che si potrebbe arrivare alla considerevole cifra di 700… ma forse erano decisamente meno!
Sta di fatto che è bene fare qualche piccola precisazione, perché esistevano due diversi tipi di ballo: il Ballo di Corte (Hofball) e il Ballo a Corte (Ball bei Hof). Ogni anno verso la fine di gennaio, la Corte di Vienna si preparava per la stagione dei balli e lunghi periodi di preparazioni erano necessari per presentarsi in tutto il suo splendore.


Al Ballo a Corte (Ball bei Hof) erano invitati circa duemila ospiti: oltre all’ensamble di corte propriamente detto (ovvero, secondo il cerimoniale, quella nobiltà 'presentabile a corte' e coloro che ricoprivano ruoli importanti come nel caso delle dame di compagnia), potevano parteciparvi rappresentanti di spicco della politica e del clero, insieme con gli ufficiali in servizio della guarnigione di Vienna. Questo rappresentava una sorta di apertura della corte conservatrice verso la società viennese ed aveva un’altissima importanza fra gli eventi sociali dell’epoca.
Solo gli ospiti di rango più alto ricevevano un invito personale da parte dell'imperatore; il resto della corte veniva 'informato' mediante un bollettino ufficiale che la loro presenza era richiesta al ballo.
La data era tradizionalmente fissata dall'imperatrice. Tuttavia Elisabetta, che era nota per la sua ritrosia, non amava i balli e non amava di certo parteciparvi. Per questa ragione lasciava scegliere al marito i giorni del ballo e lei si limitava solamente a decidere se recarvisi o no… E spesso non si presentava mai, lamentando improvvisi malori (più o meno reali).


Il ballo iniziava ufficialmente alle otto di sera. Alle otto e mezzo l’Obersthofmeister (il capo del personale a servizio presso la Hofburg) riferiva all'imperatore che gli ospiti erano arrivati. A questo punto si formava un corteo, composto da più alti dignitari di corte, che prendevano il loro posto attorno all’imperatore (e all’imperatrice, se c’era!) secondo il loro rango e il ruolo che ricoprivano a corte. Dopo l'accoglienza del corpo diplomatico, che spesso richiedeva fino ad un'ora, la famiglia imperiale faceva il suo ingresso alle nove e mezzo e circa. Fino a quel momento l’orchestra non poteva suonare. 
Significativamente, la danza era piuttosto irrilevante in questo evento, anche perché c'era appena lo spazio sufficiente per essa a causa del gran numero di ospiti. Tutta la serata aveva esclusivamente un valore simbolico e sociale tant'è che spesso, durante questi eventi, si facevano conoscenze “particolari” e ovviamente politiche. 


Il culmine della serata era il Cercles, quando si scambiavano qualche parola con le Loro Maestà Imperiali. Secondo le numerose testimonianze che ci sono giunte, il colloquio con l’imperatrice Elisabetta, che provava profonde riserve nei confronti della società di Corte, era piuttosto lento. Questo principalmente era dovuto al fatto che, fin quando le giovani nobildonne (le cosiddette "comtessen”) non erano state presentate alla sovrana , non potevano considerarsi introdotte in società. Questo era un onore speciale per le signore di alto rango che spesso venivano invitate a prendere il tè con l'imperatrice, mentre il buffet era aperto per il resto degli ospiti del ballo. 


Il Ballo di Corte si concludeva a mezzanotte, o al più tardi quando la coppia imperiale si ritirava nelle proprie stanze, che era il segno per gli ospiti che era arrivato il momento di partire. Quasi come un regalo di commiato, i visitatori presenti ricevevano in dono le famose Hofbonbonnieren (Bomboniere di corte), un souvenir ambito che era orgogliosamente esibito nelle case della buona società viennese. Spesso erano dei deliziosi portagioie finemente decorati o altri oggetti simili.

Due settimane dopo il Ballo a Corte, aveva luogo il Ballo di Corte (Hofball): qui si ritrovava la crème de la crème dell'aristocrazia viennese, come pure coloro che secondo il cerimoniale era 'presentabili a corte', ed erano tutti invitati personalmente. Era quindi un evento corrispondentemente più intimo e aristocratico: non più di 700 ospiti prendevamo posto nelle grandi sale dei palazzi e veniva servita una bella cena con servizio al tavolo, invece di un semplice buffet. Al Ballo di Corte si danzava molto, soprattutto valzer, polka, polonaise e quadriglia, dei quali vi parlerò prossimamente dedicando un singolo post a ciascuna di queste incantevoli danze dell’Ottocento.



Ma dove danzava la Corte di Vienna? 
Questo dipendeva sicuramente dalla stagione perché in inverno si danzava al centro della città ed esattamente nei locali della Hofburg. Non so esattamente su che base si preferisse danzare da una parte o dall'altra, ma so che la corte teneva dei balli sia nella Sala delle Cerimonie della Hofburg, sia nelle due Redoutensaal

La prima è senza alcun dubbio la più splendida sala in tutto il Palazzo Imperiale e fu progettato dall'architetto belga Louis Montoyer come sala del trono per l'imperatore Francesco II.  Questa è la stessa sala dove Napoleone ha chiesto la mano di Maria Luisa, figlia dell'imperatore Francesco II.
L’imperatore Francesco Giuseppe I e sua moglie Elisabetta vi preparavano tutti gli anni, il Giovedì Santo, un pediluvio pasquale per dodici anziani e anziane. Il rituale era un omaggio che la coppia imperiale soleva offrire personalmente ai costumi religiosi e al popolo (sotto due litografie dell'epoca).
Sotto il regno di Francesco Giuseppe I vi si tennero grandi serate di gala, come il “ Ballo di Corte” riservato solo alla corte e all'alta aristocrazia.




Le Redoutensälen (piccola e grande) costruite come sale delle feste a partire dal 1705 sotto il regno dell’imperatore Giuseppe I, si eseguivano pompose opere barocche. L’imperatrice Maria Teresa fece modificare questa parte della Hofburg nel 1748 da Jean Nicolas Jadot. In queste sale, dove venivano organizzati numerosi concerti e "Redouten" (balli in maschera), si tenne anche il banchetto di nozze di Giuseppe II con Isabella di Parma.
Nel 1992 la grande e storica Redoutensaal fu completamente distrutta da un incendio, mentre si salvò buona parte della piccola. I locali vennero ben presto restaurati, in parte seguendo fedelmente l’originale, ed in parte seguendo canoni contemporanei, dotandoli quindi di un’infrastruttura tecnica moderna adatta ai congressi (vedi foto in basso). Sono stati riaperte nel 1998. La grande Redoutensaal è stata decorata dal pittore Josef Mikl con pannelli ad olio in stile avanguardista... direi che la preferivo com'era prima!




In estate i balli ed i ricevimenti si tenevano nella Grande Galleria del Palazzo di Schonbrunn, mentre dei ricevimenti in cerchia ristretta e familiare si tenevano nella adiacente Piccola Galleria
La prima, lunga oltre 40 metri e larga quasi 10, era la cornice ideale per le celebrazioni di corte. Vi si tenevano balli, ricevimenti e banchetti. I finestroni alti di fronte a ciascuno dei quali è collocata una specchiera di cristallo, gli stucchi in bianco e oro e gli affreschi del soffitto, creano l’effetto di un'opera d'arte totale, rendendo la Galleria uno dei più sontuosi saloni delle feste di stile rococò.


Gli affreschi della volta del pittore italiano Gregorio Guglielmi mostrano sul dipinto centrale il benessere della monarchia durante il regno di Maria Teresa. Al centro troneggiano Francesco Stefano e Maria Teresa, attorniati dalle personificazioni delle virtù dei sovrani. Il gruppo al centro è circondato da allegorie delle Terre della corona, con le loro relative ricchezze.



La Piccola Galleria invece, fu costruita contemporaneamente alla Grande Galleria, serviva ai tempi di Maria Teresa per le feste in cerchia familiare ristretta.
Durante i recenti restauri i ricercatori hanno scoperto che fra il 1867 e il 1869 la scagliola originaria dell'epoca di Maria Teresa fu rivestita di monocromia nella tecnica del bianco lustrato e vi fu apposta la decorazione dorata a rocaille nello stile del rococò. Per questo si è adesso intervenuti ripristinando il bianco lustrato e restaurando le dorature. Per dare un'impressione autentica della sala in epoca storica, sui candelabri alle pareti sono montate speciali lampadine che simulano la luce delle candele.




Incomprensioni, maternità e ribellione

Il 1855 è un anno ricco di novità nella vita di Elisabetta. Gli scontri con l'arciduchessa Sofia erano all'ordine del giorno soprattutto perché la giovane imperatrice, amante della libertà, mal tollerava il dispotismo della zia e l'obbligo di adempiere al suo ruolo di imperatrice d'Austria. E' l'estate del 1854 quando Sissi scopre di essere incinta del suo primo figlio. Tutti sperano che il nascituro sia il tanto atteso erede al trono e la stessa Elisabetta lo sperava fermamente, immaginandosi già le infinite critiche che si addossavano alle donne che non avevano dato alla luce un maschio. Questo scrutare l'imperatrice, mette Sissi in uno stato di profonda agitazione e, come se non bastasse, l'arciduchessa Sofia la obbligava a farsi vedere dalla gente passeggiando nel parco del castello: un'imperatrice aveva l'obbligo di farsi vedere dal suo popolo, specialmente se in stato interessante! Figurarsi ora la giovane sovrana che, odiando già di suo l'esser sempre sotto i riflettori, appariva in pubblico spesso pallida, con gli zigomi tirati dal nervosismo. Questo forzare l'indole delicata e riservata di Sissi, non fece altro che accentuare la sua indole introversa tanto da portarla a fuggire (in una delle sue numerose fughe) a Bad Ischl, dov'era la residenza estiva della famiglia imperiale. Qui si incontrò con la madre Ludovica e trascorrerà un periodo di notevole tranquillità, lontana dagli obblighi di corte. Va ricordato a questo punto quanto l'imperatrice temesse di ingrassare: quello che per altre donne poteva essere l'apice della femminilità, il culmine del matrimonio e dell'essere donna e moglie, per Elisabetta divenne una sorta di fobia e non si sentiva a suo agio gonfia e pesante, con i lineamenti sformati dalla gravidanza ed una pancia che cresceva costantemente.
Rientrata a Vienna solo agli inizi dell'inverno, il 5 marzo 1855 Sissi da finalmente alla luce il suo primo figlio: una bambina che, senza considerare la madre, verrà chiamata Sofia, il nome della nonna. 


Elisabetta cerca di opporsi a questo fatto, ma essendo sola in questo scontro impari, alla fine soccombe al volere della famiglia imperiale. In fondo Elisabetta era ancora una donna inesperta e senza il giusto appoggio del marito che, pur amandola teneramente, non riusciva ad imporsi al volere dell'energica madre. In uno stato di psicologico molto delicato, tre mesi dopo la nascita della piccola l'imperatore decide di portare la bambina e la moglie al castello di Possenhofen per trascorrere un periodo tranquillo. Guai però a lasciare i doveri di Stato e l'arciduchessa Sofia in questo fu molto categorica! Francesco Giuseppe giunge quindi ad un compromesso, ovvero che Sissi avrebbe scritto alla suocera dando costantemente notizie di sé e della bimba.


Dopo un periodo di quiete, la coppia imperiale fu costretta a ritornare a Vienna ma la situazione non era cambiata. La zia Sofia, ritenendo la nuora molto infantile e immatura, s' "impossessò" della bambina tanto da arrivare a predisporne l'educazione e addirittura le stanze private della piccola che, come ben si vede anche nei film di Romy Schneider, vengono spostate nelle immediate vicinanze di quelle della madre dell'imperatore... in un'altra ala del palazzo! Elisabetta soffrì molto per questa separazione ma poté ben poco contro l'autorità del "primo uomo dell'impero". Era di nuovo incinta e non poteva né strapazzarsi, né tanto meno affaticarsi troppo correndo dall'altro lato del castello. Elisabetta trascorrerà un periodo di discreta quiete poiché in quello stato nessuna aveva il diritto di disturbare la sovrana. Smise di andare a cavallo e trascorreva i suoi giorni in casa a comporre versi o a studiare diverse materie o le lingue dell'impero.
 Il 12 luglio del 1856 al castello di Laxenburg Elisabetta da alla luce una nuova bambina... E il copione fu esattamente lo stesso. A questa nuova nata viene dato il nome di Gisella, senza ovviamente interpellare la giovane imperatrice. Il suo nome venne scelto per ricordare la principessa Gisella di Baviera (980 - 1065) che sposò il re d'Ungheria Stefano I e unì la corona bavarese e quella ungherese. Sebbene fosse stata battezzata Gisella con due L, lei scrisse sempre il suo nome con una sola L.



Come nel caso della piccola Sofia, anche questa viene presa in custodia dall'arciduchessa che vuole educarle cristianamente secondo le regole della casa d'Asburgo. Una principessa imperiale non poteva di certo essere una scalmanata come quella duchessa bavarese...
Questa volta però Elisabetta esplose e rivendicò i suoi diritti di donna, madre ed imperatrice! Era assurdo che ogni sua mossa fosse criticata dalla suocera e che questa pretendesse di educare le figlie allontanandole dalla sua custodia, separandole dalla madre. L'imperatore si trovò quindi fra due fuochi: da un lato la moglie che pretendeva che queste storie terminassero pretendendo che le fossero restituite le figlie e minacciando una fuga dal palazzo imperiale; dall'altro la madre alla quale non aveva mai disubbidito. Dopo qualche tempo Francesco Giuseppe cede e riferisce alla madre la decisione di riportare le figlie vicino alla madre. Dopo questo evento, la coppia imperiale lasciò Vienna per un viaggio tra Stiria e Carinzia (de quale vi parlerò più avanti).
Indispettita da cotanta sfacciataggine del figlio e della nuora, l'arciduchessa Sofia scrive a Franz minacciando di abbandonare i propri appartamenti e di lasciare per sempre il palazzo imperiale! L'imperatore, dal canto suo, cercò di convincere in tutti i modi la madre a restare pur constatando che in certi momenti si era comportata in maniera molto fredda nei confronti della sua Sissi. Dopo un lungo tira e molla, l'arciduchessa Sofia rimase nei suoi appartamenti ma si rese conto che da quel momento in poi stava finendo la sua autorità nei confronti del figlio... finalmente! E forse fu proprio questo, più di ogni altra cosa, ad aver indispettito l'altera arciduchessa.

Qui sotto alcune immagini commemorative della nascita della nuova principessa:




Qui sotto invece potete vedere la culla dei figli di Elisabetta (circa 1860) conservata al Hofmobiliendepot  (Museo del mobile) di Vienna:





mercoledì 28 gennaio 2015

Il ballo delle debuttanti a Palazzo Spinola


Oggi, a distanza di qualche giorno dal Ballo Viennese delle debuttanti di Milano, vorrei rendervi partecipi delle mie personali impressioni in merito a questa serata. 


Prima di cominciare è d'obbligo ringraziare nuovamente il mio amico Enrico Ercole, ufficio stampa dell'evento, che mi ha dato la possibilità di parteciparvi e senza del quale mai avrei pensato di poter trascorrere una serata tanto bella e magica. Sì, perché questo Ballo Viennese è stato davvero molto emozionante, almeno per me che vi ho partecipato per la prima volta e che amo follemente l'Ottocento e le tradizioni di quel tempo. 
La sera è stata organizzata come ogni anno dall'Austria Italia Club di Milano per volere della presidente Ingrid de Marinis Tschirk. Sede dell'evento l'incantevole cornice di Palazzo Spinola, sede di uno dei più eleganti club milanesi che prende il nome di Società del Giardino. Giunta alla 33esima edizione, si è svolta all'insegna dell'eleganza (chi più chi meno) e del ricordo dei vecchi fasti della corte viennese, anche perché quasi tutte le persone presenti erano austriache, in un tripudio di vesti raffinate, smoking e gioielli scintillanti. Sembrava davvero di esser tornati indietro nel tempo... cose così non si vedono molto spesso! 

Dopo un aperitivo in piedi nel foyer e nelle sale del palazzo, e dopo i saluti del Console Generale d’Austria a Milano Sigrid Berka e del presidente dell’Austria Italia Club Ingrid de Marinis Tschirk, è iniziato il ballo delle debuttanti che quest'anno ha visto 'debuttare' in società 20 giovani - 16 ragazze e quattro ragazzi. Gli allievi dell'Accademia Militare Teuliè, vestiti con la loro divisa di gala,  hanno danzato nella sfavillante Sala d’Oro di Palazzo Spinola accompagnando giovani debuttanti vestite con dei semplici abiti bianchi ideati dalla stilista Nathalie Altomonte e che si ispiravano agli anni '60, mentre al collo faceva bella mostra un cuoricino Swarovski e tra i capelli una coroncina della Tahm Joaillerie che completava questo look da moderna principessa. Anche questa volta non erano solo ragazze a fare il loro debutto in società, ma c'erano anche dei giovani cadetti dell'Accademia accompagnati da allieve. Una cosa insolita, che l'anno scorso fece non poco scandalo!
Particolarità della serata è stato l'evento "Cenerentola per un giorno" ideato dalla Walt Disney Company Italia, in concomitanza con l'uscita del film "Cenerentola" nei cinema del mondo, che ha permesso ad una giovane ragazza chiamata Anna Borrelli di partecipare al gran ballo nelle vesti di una moderna Cenerentola, danzando al fianco dell'allievo Matteo Combi della scuola militare. Tanto si è criticata la scelta di questa giovane che ha scatenato feroci commenti di ragazze e ragazzi più o meno invidiosi... Purtroppo oggigiorno non si va più in là dell'apparenza tant'è che molti non hanno saputo cogliere la sua beltà umile e semplice, una bellezza acqua e sapone per la quale è stata scelta fra più di 300 candidate. Fata madrina della serata, perché la favola va rispettata, era la famosissima Carla Gozzi che si è presa cura di Anna Borrelli per tutto il pomeriggio e prima di entrare in scena in un sontuoso abito azzurro. Un legame quello fra Cenerentola e le debuttanti evidenziato da una fascia di raso dello stesso colore legata sulla vita.


Le danze sono state coreografate con sapienza e classe dalla maestra di ballo Anikò Pusztai, che da vent’anni prepara le debuttanti per il Ballo Viennese e che ha permesso al pubblico di sognare ad occhi aperti per tutto il tempo dei valzer di Strauss. Davvero delle belle composizioni coreografiche, ben pensate e ben studiate, che mi hanno ricordato le contraddanze di "Orgoglio e Pregiudizio" e tutti i balli che si possono vedere nelle trasposizioni cinematografiche dei romanzi di Jane Austen. Incantevoli!! 
Presente in sala un'orchestra di pochi elementi proveniente da Vienna  e diretta come da tradizione dal maestro Franz Bileck, che ha suonato una polonaise di apertura, la "Facherpolonaise" di Karl Michael Ziehrer, la "Fledermausquadille" e la "Wiener Bonbons" op. 137 di Johann Strauss. E all'invito del direttore d'orchestra “Alles Walzer!” si aprono le danze per tutti gli invitati!
Dopo di ciò la parte iniziale della serata era conclusa e ci siamo diretti ad un tavolo dove spiccavano porcellane e bicchieri di cristallo, posate d'argento ed un centrotavola basso e semplice che richiamava i colori dell'abito di Cenerentola. 
Le portate del diner sono state pensate dallo Chef Gottfried Gansterer (che io credevo fosse addirittura un erede della nota pasticceria di corte di Vienna... Gerstner... ma ovviamente mi sono confuso!) che con il suo team ha proposto agli invitati un menu storico che quest’anno celebra l’amicizia tra Austria e Italia nell’anno dell’Expo 2015 e il 150° anniversario dell’inaugurazione della Ringstrasse, la celebre strada circolare che cinge il centro di Vienna.

Incaricato da Enrico di tenere aggiornata la pagina facebook dell'Austria Italia Club, ho fotografato tutti i piatti postandoli in diretta con spiegazione direttamente sul social network. Si è cominciato con un Patè di capriolo con per alla Hypocras e Salsa Cumberland, dopodiché si è avuto il classico Risotto alla Milanese con pistilli di zafferano che però non ho fotografato per non sembrare troppo maleducato a tavola! 

Poi si è proseguito con il piatto "storico" per eccellenza di tutta la serata: l'entrecôte à la Girardi con strudel di patate e fagiolini allo speck. Dico storico perchè narra la leggenda che questo particolare modo di cucinare la carne di manzo, con una golosa salsa a base senape, speck, funghi, capperi e cipolle, sia stato inventato da Katharina Schratt, la celebre attrice amante dell’imperatore Francesco Giuseppe, quando una sera si trovò a dover ospitare a cena senza alcun preavviso l’amico attore e tenore Alexander Girardi, uno degli artisti più noti della Vienna di fine Ottocento. 
Sapendo che Girardi detestava la carne di manzo, ma avendo solo quella a disposizione poiché all’imperatore non piaceva il maiale, la signora Schratt pensò bene di camuffare il sapore del manzo con una preparazione molto elaborata, annegandola in una salsa dal sapore molto deciso a base di tutto ciò che aveva in casa: senape, speck, capperi, funghi e cipolle. Girardi gustò molto il piatto preparato dall’amica non accorgendosi dell’inganno e senza sapere di essersi “sbaffato” un goloso pezzo di manzo inizialmente riservato al palato imperiale! Tutti a Vienna seppero di questo piatto tanto eccellente e tutti provarono a rifarlo... ovviamente con scarsi risultati perchè tutti utilizzavano il maiale



Si è poi proseguito con una Mousse Viennese al caffè con composto di amarene, davvero delizioso!!
Non poteva mancare Cenerentola, con un graziosissimo cupcake chiamato "la scarpetta di Cenerentola" che appunto imitava la scarpina di cristallo adagiata su di un cuscino azzurro. Questo zuccheroso incanto è stato realizzato per tutti gli invitati (!) da Barbara Perego, bravissima Cake Design di Milano. Si è poi proseguito con l'immancabile Sachertorte, inventata da Franz Sacher per Klemens von Metternich il 9 luglio 1832 a Vienna, e qui proposta nella sua deliziosa versione originale dell'Ottocento. Una delizia per il palato!


Caffè e simpatico intermezzo danzato dalla coppia di ballerini professionisti di Danze Standard Chiara Belloni e Andrea Brighenti, che hanno danzato sulle note del "Bel Danubio Blu" di Strauss... Poteva di certo mancare?  
A mezzanotte, rispettando la fiaba, Cenerentola deve fuggire perdendo la sua scarpina di cristallo mentre l'orologio segna l'ora con i suoi rintocchi... Omettendo la fuga, durante il ballo l'allievo della Accademia Teuliè porge la scarpina di cristallo alla sua principessa e dopo averla calzata i due tornano nuovamente a ballare sulle note dei valzer viennesi. 

Ad ogni modo, la cena non era ancora terminata del tutto poichè, secondo una strana tradizione che io personalmente non conoscevo, è stata offerta la zuppa di gulasch e la birra, nonché numerosi formaggi austriaci. 


La serata si è quindi conclusa con una quadriglia e musiche dance di tutti i tipi, per la gioia dei giovani allievi e delle debuttanti. Nel frattempo io ed Enrico gustavamo nuovamente un piatto di gulasch, mentre io pian piano mi spegnevo sopraffatto dalla stanchezza di una giornata memorabile ed incantevole... 




giovedì 22 gennaio 2015

Il ballo delle debuttanti


Poiché per questo weekend sono stato invitato al Gran Ballo Viennese delle debuttanti, organizzato come ogni anno dall’Austria Italia Club presso Palazzo Spinola di Milano, ho pensato di dedicare un post a questa usanza tipicamente ottocentesca.


La tradizione dei balli “di presentazione” è molto antica e affonda le sue origini nella società dell’Ancien Régime del Settecento, quando i matrimoni erano rigorosamente combinati e nei saloni dei palazzi della buona società si favorivano gli incontri fra giovinette da marito e signori più o meno maturi, spesso titolati e dalla rendita più o meno solida. Tra i più celebri si ricorda il ballo delle debuttanti all'Hotel de Crillon di Parigi (qui sotto in foto), che s'interruppe solamente con la rivoluzione francese.


Negli altri paesi invece questa usanza si mantenne per diverso tempo e trovò anzi il suo culmine durante il periodo del Congresso di Vienna - si ricordi che i giornali dell'epoca scrivevano "le Congrès danse mais ne marche pas" - per poi affermarsi definitivamente nella seconda metà dell'ottocento con i balli dati dal giovane imperatore Francesco Giuseppe al Teatro dell'Opera di Vienna. Una tradizione questa che andrà nel tempo consolidandosi fino a giungere ai giorni nostri al celeberrimo Opernball, il Ballo delle Debuttanti che ogni anno si svolge i
l giovedì grasso presso il Wiener Staatsoper con tantissime debuttanti provenienti da tutto il mondo.



Le ragazze venivano preparate con ogni cura a questo evento tanto importante che segnava, oltre che l’effettivo debutto nella società, anche l’ingresso nella maturità e nell’età da marito. Prima di questo evento le ragazze non potevano partecipare a gli eventi sociali, ai ricevimenti delle famiglie della buona società e, mentre i genitori vi andavano, queste erano costrette a rimanere a casa con le bambinaie. In genere il debutto poteva avvenire dai 14 in su, non necessariamente con una regola specifica. E’ bene notare che dopo i 20 anni, tutte quelle ragazze che non si erano ancora sposate nonostante il debutto in società e la partecipazione ai balli, erano considerate zitelle!
Interessante notare come in quest'occasione tutte le fanciulle potevano finalmente sfoggiare una capigliatura raccolta, cosa che spettava solamente alle donne che avevano debuttato in società. Prima di questo evento tutte le ragazze dovevano acconciarsi esclusivamente con i capelli sciolti, o poco raccolti, ma che non lasciassero intravedere la nuca.

In Inghilterra esisteva un’usanza del tutto particolare per il debutto delle giovani fanciulle. Le famiglie dell’aristocrazia avevano difatti la possibilità di accedere al palazzo reale dove, all'età di 18 anni, le ragazze venivano presentate ufficialmente dalle loro madri (o da altri conoscenti della famiglia) al re e alla regina seguendo un rigoroso cerimoniale! L’ultima stagione di Downton Abbey docet! Qui sotto una litografia del 1860 che ci mostra una presentazione alla corte della regina Vittoria:


La presentazione delle debuttanti a corte era anche un modo per le giovani ragazze in età da marito di conoscere scapoli "adatti" e per le loro famiglie era la speranza che queste potessero trovare un marito adatto... magari con un cospicuo conto in banca! Gli scapoli, a loro volta, usavano questa presentazione corte quale possibilità di trovare una moglie ideale... magari con un altro cospicuo conto in banca! Certo è che tutte le dame presentate a corte provenivano da famiglie aristocratiche. Coloro che volevano presentare a corte una delle figlie erano tenuti a chiedere il permesso; se la domanda veniva accettata, il Gran Ciambellano li avrebbe contattati per partecipare alla presentazione in un determinato giorno. Tale evento iniziava alle 10 del mattino e continuava con un fastoso pranzo ed un ballo. Le donne anziane e le donne sposate che non erano state precedentemente presentate potevano essere presentato a Corte. Nel giorno della presentazione a corte, la debuttante e il suo chaperon venivano annunciati dal Gran Ciambellano, la debuttante si inchinava davanti al sovrano (che in qualche caso avrebbe potuto scambiare qualche parola con la giovane), e poi la fanciulla si sarebbe allontanata senza voltare le spalle al re. 
L'abito da corte era tradizionalmente un abito da sera bianco, ma sfumature di avorio e rosa erano comunque ben accette. Il vestito bianco caratterizzato maniche corte, guanti bianchi, un velo più o meno lungo attaccato ai capelli e tre piume di struzzo bianche sul capo… che si vedono anche nella puntata Christmas Special di “Downton Abbey”!


Che fosse a Vienna, Parigi o Londra, la presentazione aveva luogo in concomitanza di una festa danzante, che segnava  anche l'apertura della stagione annuale dei balli. Va comunque notato che l’evento, seppur riservato alle classi più abbienti, avveniva non di rado anche fra i ceti più bassi. Si ricordino dunque i numerosi balli “di presentazione” dei libri di Jane Austen! Come non pensare ad "Orgoglio e Pregiudizio"?
Era certamente l'evento più atteso da tutte le famiglie, sperimentalmente dalle giovani e fra sorelle c'era sempre una certa invidia, soprattutto se fra queste esisteva una buona differenza d'età. Questa invidia non è per nulla incomprensibile giacchè il debutto in società segnava il passaggio dall'infanzia all'età adulta, dalla dipendenza all'indipendenza. Sorprende pensare a quanto le madri, le zie, le nonne s'interessassero a questo evento e quanto tempo spendevano per la preparazione delle fanciulle. Si sceglievano gli abiti, si studiavano le danze, si sceglievano gioielli e altri ornamenti che avrebbero dovuto far invidia a tutte le altre dame presenti al ballo di debutto.


Tradizionalmente, in qualsiasi luogo o nazione avvenisse il gran ballo, le fanciulle da debutto dovevano indossare un abito bianco, simbolo di purezza, castità e verginità; un lungo velo in pizzo, perle o altri gioielli che apparteneva alla famiglia. In società erano presentate ovviamente dalla famiglia e per tutta la serata venivano accompagnate nelle danze da diversi cavalieri, che venivano appuntati ovviamente sui ben noti carnet di danza. Questo era un oggetto indispensabile nei balli, perchè in esso la dama scriveva i nomi degli uomini con i quali si era impegnata per tale danza. Potevano esser di diversa forma come nel caso dei carnet a ventaglio, oppure più classici a forma di libretto che veniva annodato al polso o messo nella borsetta. Qui di fianco i carnet appartenuti alla regina Margherita di Savoia. 
Il partner quindi non era uno, come oggi siamo abituati a vedere in tutti i balli delle debuttanti del mondo, ma veniva cambiato di volta in volta a seconda della danza che ancora libera nel carnet della dama... e se tutto andava bene, la loro conoscenza sarebbe proseguita oltre il ballo!
Il ballo iniziava dunque con una Polonaise tradizionale delle debuttanti, seguita da un valzer viennese. La danza effettiva delle debuttanti era comunque il cotillion che iniziava con un dono floreale: un incantevole bouquet che il cavaliere avrebbe donato alla dama con la quale avrebbe danzato. Qui sotto la famosa scena del film di Sissi, nella quale l'imperatore Francesco Giuseppe porge un mazzo di rose rosse alla giovane Elisabetta prima del cotillon.


La tradizione dei balli delle debuttanti si è protratta fino ai giorni nostri e sono particolarmente diffusi nella nostra vecchia Europa, nonchè negli Stati Uniti e addirittura in Australia. I valzer della famiglia Strauss risuonano quindi come un tempo, mentre le dame volteggiano abbracciate ai loro cavalieri.
Tale tradizione viene mantenuta in Italia dai cadetti della Scuola militare Nunziatella di Napoli, dalla Scuola Militare Teuliè di Milano e dagli allievi ufficiali dell'Accademia Militare di Modena. Nel caso della Teuliè di Milano sono proprio gli allievi e le allieve della Scuola Militare che, sabato 24 gennaio in occasione della 33esima edizione del Gran Ballo Viennese, accompagneranno sedici ragazze e quattro ragazzi nel loro debutto in società vestiti di tutto punto con la loro uniforme, al suono di valzer viennesi suonati dal vivo dall’Orchestra Wien Ball giunta appositamente da Vienna.