domenica 18 marzo 2018

Gorizia: inaugurata una nuova mostra su Sissi


Una donna moderna, colta, brillante, abile mediatrice, con idee ben chiare su qual era il suo ruolo e la sua importanza: questo è ciò che principalmente emerge dalla mostra “Elisabetta d’Austria. Donna imperatrice viaggiatrice nelle collezioni italiane” a cura di Marina Bressan e Marino De Grassi, con l’allestimento di Roberta Calvo, che oggi, venerdì 9 marzo, alle 18, si inaugura nelle sale del Museo Santa Chiara di Gorizia. L’esposizione, promossa dal Comune di Gorizia, assessorato alla Cultura e realizzata dal Centro Ricerche Turismo e Cultura presenta la figura di Elisabetta d’Austria, dai più conosciuta come Sissi, riportata al suo contesto storico e alla sua dimensione umana, al di là del mito e della superficie a cui il cinema e la leggenda ci hanno abituati. Il percorso espositivo, che si snoda lungo i tre piani del Museo, intreccia i ruoli chiave di Elisabetta: donna, imperatrice, viaggiatrice attraverso dipinti, incisioni, fotografie, materiali d’archivio, libri, abiti e gioielli che evidenziano principalmente una donna di vasta cultura e con un’educazione solida. A questo proposito, sarà assolutamente rilevante il ruolo dei genitori di Elisabetta, in special modo del padre Max, uomo ricco e coltissimo che le farà amare il teatro, la musica, ma anche la natura e il viverla in maniera libera e totale in special modo a Possenhofen, la residenza estiva della famiglia ducale, sulle rive del lago di Starnberg, a sud di Monaco di Baviera.

Come sottolineato dalla curatrice Marina Bressan «la ragazzina sedicenne, cresciuta all’ombra del padre Max in Baviera, rimane affascinata da un mondo di fiaba che le si schiude davanti: il bel principe azzurro, la vita in una gabbia dorata, la condanna al culto dell’apparenza le faranno rimpiangere l’ambiente intimo e indipendente dalle convenzioni del secolo di Possenhofen e Monaco, di cui l’arciduca Max era l’artefice, e al quale continuerà a sentirsi legata da un senso di appartenenza forte e ancestrale. Anche il mare, visto per la prima volta a Trieste in occasione del viaggio imperiale, rappresenterà per lei la via verso la libertà tanto agognata».
Al piano terra, dedicato ai “Luoghi dell’anima” di Elisabetta, si possono ammirare dipinti, diversi dei quali provenienti dai Musei civici di Trieste, delle città che Elisabetta ha visitato e amato, Trieste, Miramare, Venezia, Roma, Vienna, Corfù, accanto all'olio su tela “Allegoria della navigazione”, dipinto da Hans Makart nel 1878 in occasione dei festeggiamenti per le nozze d'argento dell'Imperatore Francesco Giuseppe e della sua consorte Elisabetta. L'opera, che celebra il Lloyd austro-ungarico e la navigazione sul Danubio, venne acquistata dal Museo Revoltella nel 1901. L’allestimento del piano terra prevede anche l’esposizione dell’abito indossato da Romy Schneider nel film “Ludwig” di Luchino Visconti del 1973, dove l’attrice interpretava proprio l’imperatrice.
Il secondo piano accoglie invece i ritratti della famiglia, sia della famiglia di provenienza che di quella imperiale. Il ruolo di imperatrice è particolarmente evidenziato nei suoi primi anni, quando al braccio dello sposo Francesco Giuseppe, Elisabetta inaugurò una tratta della Südbahn, quando intraprese il viaggio in Italia, compresa la visita a Trieste e a Gorizia. Inoltre, in mostra viene sottolineato il suo ruolo nello Ausgleich con l’Ungheria e la visita a Trieste nel 1882.
Il senso del viaggio per Elisabetta occupa una parte rilevante della rassegna, come si può appurare dall’allestimento del secondo piano. «Inizialmente viaggio come fuga, poi di passione e di scoperta e infine di ritrovamento di se stessa: mai banale, ma sempre documentato e suffragato da letture appropriate – prosegue Marina Bressan - viaggio come confronto di cultura-civiltà, viaggio alla scoperta di valori integri, viaggio in compagnia di autori del passato a lei molto cari, Shakespeare, Omero, Heine, Swinburne, Carmen Sylva, Ibsen. Viaggio per mare partendo da Miramare per arrivare all’amata Corfù. Viaggi vissuti anche da coloro che le stavano accanto come l’ammiraglio Oscar Cassini, legato alla Famiglia Coronini».
Infine gli ultimi viaggi già gravati dal presentimento di morte, segnati dalla perdita del figlio Rodolfo e l’ultimo viaggio a Ginevra, con il compimento del suo destino nel 1898 ad opera dell’anarchico Luigi Luccheni.


La mostra è aperta ogni fine settimana fino al 10 giugno 2018, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13e dalle 15.30 alle 19.30. L’ingresso è gratuito. Visita guidata ogni domenica alle ore 16.30. Catalogo edito dalle Edizioni della Laguna.


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