venerdì 24 maggio 2019

Elisabetta d'Austria e la regina Vittoria del Regno Unito






Ricordando l’anniversario della nascita di Vittoria, nata il 24 maggio di 200 anni fa, non possiamo non ricordare alcuni aneddoti divertenti che la legano a Sisi e che la vedono protagonista indiscussa di simpatici episodi.

Partiamo dal presupposto che Sisi non era la sovrana modello che tutti si aspettavano. Non era l’imperatrice cerimoniosa e fermamente legata all'etichetta del famoso Cerimoniale di Corte spagnolo. Non amava assolvere ai suoi doveri di rappresentanza, non concedeva udienze private, viaggiava sempre in incognito (il segreto di Pulcinella!) e preferiva vivere la propria vita come una perfetta sconosciuta, come una nobildonna qualsiasi con mezzi e rendita che le permettevano comunque di fare viaggi lussuosi. Un modo di fare che scatenò le ire dei suoi contemporanei e lo sdegno di coloro che ancora oggi guardano con nostalgia alla monarchia “perfetta” – magari i monarchici sabaudi! – e che per questo motivo non tollerano la figura dell’Imperatrice Elisabetta.


Ma quali erano i rapporti di Sisi con la regina Vittoria?

Come in genere accadeva per altri sovrani, l’imperatrice d’Austria snobbava alla grande pure la Vittoria che comunque, nel 1860, in occasione del viaggio di Sisi a Madeira, le aveva messo a disposizione il suo yacht privato (l’Osborne) giacché le navi austriache non erano adatte a viaggiare nell’Oceano Atlantico. Allorquando l’imperatrice ritornò in Europa, nella primavera del 1861, sempre la regina Vittoria le mise a disposizione un’altra sua imbarcazione, il sontuoso Victoria-and-Albert II, con un equipaggio di centoquaranta uomini abituati a manovrare nel silenzio quasi totale per non turbare il riposo dei viaggiatori. Ed ecco che sempre durante quel viaggio, quando lo yacht dell’imperatrice giunse infine a Miarmar a Trieste, ritroviamo un legame con la regina Vittoria poiché ad attendere Sisi al molo del castello vi era anche la cognata Carlotta, nipote della regina del Regno Unito che le aveva donato un piccolo maltese che il mastino di Sisi prontamente ferì a morte. La risposta di Elisabetta fu: “Non mi sono mai piaciuti i cani piccoli!”

Nell'estate del 1874, Elisabetta giunse in vacanza sull'isola di Wight sotto il suo solito pseudonimo di contessa di Hohenembs. Tanto bene, a pochi metri di distanza dalla sua dimora (Steephill Castle), vi era quella della regina Vittoria che alloggiava presso la nota Osborne House dove si era ritirata vestendo in gramaglie dalla morte del marito.

Steephill Castle, circa 1910

Elisabetta non poteva certo sperare di passare inosservata, men che meno di ingannare la regina nascondendosi sotto il suo pseudonimo. Anzi sperava che nessuno giungesse a romperle le scatole ma, invece, l’ingombrante sovrana britannica arrivò tutta trafelata all'abitazione di Elisabetta: un incontro tra una silfide e una donnone corpulento, la cui stazza era all'altezza della sua potenza. Per non parlare della statura stessa: Elisabetta, un giunco, un fuscello di 172 cm; Vittoria un tappetto rotondo alto poco meno 152 cm.
La regina del Regno Unito rimase profondamente colpita dalla bellezza dell’imperatrice d’Austria mentre Elisabetta rimase perplessa nel vedere l’impressionante robustezza della regina. Dal canto suo Sisi, avvezza ai cinici discorsi e al punzecchiare di proposito i propri interlocutori, s’interessò lungamente della faccenda di John Brown, servitore del defunto marito di Vittoria, cui la regina aveva riservato un trattamento privilegiato… che diede adito a numerosi pettegolezzi.
La visita si svolse fra mille convenevoli, impressionante il contrasto tra le due donne una delle quali era l’esempio vivente di tutte le virtù politiche e regali… e di certo non era Sissi! 
Maria Valeria scriverà:
Mio Dio, non ho mai visto una donna così grossa!
La sera stessa l’imperatrice scrisse al marito:
“[…] la regina fu gentilissima, non disse nulla di sgradevole, ma non mi è simpatica. Il principe di Galles si mostrò gentile, bello e sordo come una campana; la principessa ereditaria, che abita distante un’ora e mezza dalla madre, fu come sempre. Hanno una casa molto piccola ma graziosa e si trattengono ancora qui. Domani essa verrà a trovarmi. Sono stata sempre molto garbata e tutti mi son parsi stupiti. Ma adesso basta. Ho fatto tutto ciò che era in mio potere e ritengo che ciò basti. Si rendono perfettamente conto del fatto che desidero star tranquilla e non vogliono disturbarmi…
Evidentemente la comunicazione non verbale di Elisabetta dovette non esser stata recepita adeguatamente tant’è che Vittoria, qualche giorno dopo, invitò Sissi a pranzo che però s’inventò una delle sue solite scuse e non vi andò inviando una lettera assai formale. Ma Vittoria, tenacissima, questa volta rinnovò verbalmente l’invito recandosi a trovare nuovamente l’imperatrice che però rifiutò per l’ennesima volta (a buon intenditor…!). 
Elisabetta scriverà alla madre: 
L’ho fatto perché mi annoia!
Ne seguì una certa freddezza.
Sissi, stanca di tutta questa cortigianeria, che fece?! Si diede alla fuga e andò a Londra!

Nel 1876 l’imperatrice si recò alle cacce a cavallo in Inghilterra. Qui, tra una caccia e l’altra, oltre ad incantare cavalieri e amazzoni, l’imperatrice si recò in visita alla regina Vittoria a Londra: ma la regina non la ricevette poiché, secondo quanto riferito ad Elisabetta, era occupatissima. Di certo si era legata al dito i numerosi rifiuti di Sissi che l’imperatrice stessa aveva sicuramente dimenticato e sdegnata scrisse al marito: 
Se fossi IO così impertinente! Ma tutti si son vergognati, coloro cui faccio le mie visite serali; ché sono stata gentile e sono stata già dappertutto!
La visita fu programmata per il 12 marzo e l’Imperatrice accettò di andare a Windsor per il pranzo. La regina, amante delle buone maniere e dell’educazione, essendo domenica disse al vescovo di Peterborough, che doveva officiare la Messa, di non fare una lunga predica quel giorno di modo che il pranzo non fosse ritardato di molto.
Tuttavia, proprio quando stava per iniziare il sermone, un paggio apparve e disse alla regina che l'imperatrice era arrivata. Immaginate la confusione generale a palazzo. 
Non ci fu una grandissima conversazione fra le due sovrane, e a quanto pare Sissi rimase solo per 45 minuti. Rifiutando il pranzo, tornò al suo treno per ritornare alla sua residenza. Forse non fu il protocollo tanto auspicato… ma sappiamo tutti com’era fatta Elisabetta!

In una lettera alla madre Vittoria, la principessa ereditaria di Prussia scriverà di Sissi:
Molto introversa e timida, parla poco. E' davvero difficile discorrere a lungo con lei perché sembra sprovveduta e priva di particolari interessi. Non canta, non disegna, non suona il pianoforte e non parla quasi mai dei figli."
Però decantò lungamente la bellezza di Elisabetta.


Franz Xaver Winterhalter, pittore delle Corti d’Europa, ritrasse tre volte Sissi e due volte Vittoria. Ovviamente in quanto a bellezza, Sissi batteva senza dubbio la regina del Regno Unito!

Elisabetta





Vittoria




2 commenti:

  1. Innanzitutto complimenti per il blog. L'ho scoperto da poco ma mi è fonte di informazioni preziose. Io sono un'appassionata di storia di donne che nella storia hanno ricoperto ruoli importanti come regine imperatrici etc, ma anche ruoli marginali ed a volte sottovalutati come amanti, mogli e sorelle di regnanti. Insomma, laddove nella storia c'è una personalità interessante io ritengo valga la pena di studiarla. Una di queste signore è proprio la nuora principale di Vittoria, moglie del principe ereditario Bertie: Alessandra di Danimarca, principessa del Galles e poi Regina d'Inghilterra. Credo, nel mio piccolo, che ci sia un errore nel tuo riportare quanto scritto da Elisabetta sulla visita all'isola di Wight: era la Principessa di Galles ad essere bella gentile e piuttosto sorda mentre il marito era un classico Hannover bruttino, corpulento e impenitente donnaiolo.
    Di nuovo complimenti per il blog, e devo dire che programmerò prima o poi una visita in qualche Hotel storico dell'Alto Adige!!
    Grazie Paola

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    1. Ciao Paola! Grazie a te per l'apprezzamento!
      Guarda, quanto riportato da Elisabetta nella lettera al marito è tratto da una biografia sull'Imperatrice d'Austria: forse ci sarà stato un loro errore di traduzione. Comunque ti ringrazio molto per la precisazione!
      Oltre agli alberghi storici dell'Alto Adige, ti consiglio anche una visita ai luoghi altoatesini visitati da Sissi: ti sarà utile il mio saggio storico "I sentieri di Sissi - verità e leggende sugli itinerari altoatesini dell'imperatrice" edito da Mursia nel gennaio 2018!!
      Grazie ancora e un caro saluto

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