martedì 17 aprile 2018

Il diario di Maria Festetics


La contessa fu assunta al servizio di Sua Maestà nel dicembre del 1871, subito dopo Natale, e con la sovrana si recò seduta stante a Merano dove Sissi stava trascorrendo il periodo invernale. Rimarrà nell'entourage dell'imperatrice fino alla sua morte nel 1898. 
Le innumerevoli esperienze personali al servizio della sovrana, furono raccolte in alcuni quaderni personali: Maria Festetics prese ogni occasione e posto per scrivere - registrava gli eventi della giornata sia nelle varie residenze, ma anche in carrozza, nei vagoni dei treni, approfittava dei momenti liberi a disposizione di quando Sua Maestà era a cavallo o a passeggio in montagna... 
Maria Festetics non ha solamente registrato gli eventi più importanti, comunque sovente già citati in alcune biografie, ma anche gli eventi quotidiani su piccola scala della vita all'interno del castello, completamente nascosti al mondo esterno, un mondo sconosciuto e ristretto, limitato al grande pubblico.
Come scritto nel post precedente, il diario di Maria risulta essere una delle testimonianze più oggettive e quindi preziose sulla vita di Sissi. Proprio da esso ci giungono notizie sulla quotidianità della sovrana, sui suoi pensieri e sulle loro conversazioni, prendendo nota principalmente delle riflessioni che la sua regina le ispirava. Donna estremamente leale, nelle sue registrazioni narra senza scrupoli pregi e difetti della sua sovrana, raccontando indignata dei vari pettegolezzi che se ne facevano a Corte, ma soprattutto mostrando senza troppi di giri di parole la vera anima della sovrana, non descritta in modo così edulcorato come in altre testimonianze, ma con cognizione di causa: ecco dunque che Sissi ci appare come una donna normale, con un proprio istinto, così particolare per via delle disgrazie che ne condizionarono l’esistenza (Sissi stessa le diceva spesso di avere timore di incontrare la gente perché non ne riceveva altro che sguardi malevoli e parole aspre), con un senso di osservazione tremendamente acuto e doni spirituali eccellenti.

La prima versione stampata del diario di Maria Festetics si deve ai ricercatori del castello di Godollo, che nel 2009 hanno pubblicato una parte delle carte della dama d'onore della regina Elisabetta d'Ungheria, col titolo Festetics Mária grófnő, udvarhölgy naplójának Budán és Gödöllőn papírra vetett részei con immagini provenienti dall'Archivio Farkas, dal Museo Reale del Castello di Gödöllő e da altre collezioni private e pubbliche, materiale fotografico parzialmente inedito.
Durante il lavoro di ricerca e catalogazione, il team del castello di Gödöllő è stato in contatto con la discendente di Ida Ferenczy, Mária Tolnayné Kiss, che si prende cura e continua a elaborare i documenti dell'eredità dei Ferenczy dai quali sono già state tratte due pubblicazioni (esclusivamente in ungherese): utilizzando l'Archivio Farkas - al quale attinse anche Egon Conte Corti per la sua biografia su Elisabetta - nel 1992 è stato pubblicato il libro Kedves Idám! Leveleskönyv; nel 1998 invece uscì Útközben Erzsébet királynéval.



L'interesse nella pubblicazione di questi testi, ha stimolato e ispirato la pubblicazione di un testo più ampio dal manoscritto della Festetics, conservato nella "National Széchényi Library": per la sua ampia estensione - circa 2000 pagine - il manoscritto tedesco sarebbe stato troppo difficile da leggere, pertanto si è pensato di pubblicare una traduzione ungherese esclusivamente dei dettagli riguardanti il castello di Gödöllő e i viaggi della famiglia imperiale a Buda. 
Pertanto anche l'edizione ungherese, così come quella tedesca, non è affatto completa anzi i racconti della contessa vanno dagli anni 1871 al 1884, dal 1904-1906 e dal 1917 al 1918. Mancano gli eventi del 1889 - il suicidio del principe ereditario Rodolfo a Mayerling - e l'assassinio dell'imperatrice Elisabetta a Ginevra nel 1898.



Recentemente, una parte del diario di Maria è stata pubblicato anche in Austria col titolo "Das Tagebuch der Gräfin Marie Festetics: Kaiserin Elisabeths intimste Freundin", dalla casa editrice Residenz.



Ahimè non è ancora stato tradotto né in inglese, né in francese, né tanto meno in italiano...





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