martedì 15 gennaio 2019

"Come un gabbiano nero - Gli ultimi giorni dell'imperatrice Elisabetta" - parte I


Il 30 agosto 1898 l'imperatrice Elisabetta insieme alla sua dama di compagnia Irma Sztaray, al conte Conte Albert Berzeviczy e a qualche cameriera, raggiunse il Grand Hôtel de Caux, sopra Montreux, dimorandovi sotto il nome di contessa di Hohenembs. Ella proveniva da un lungo soggiorno di cura a Bad Nauheim - per il quale aveva dovuto disdire la già programmata vacanza al lago di Carezza e Trafoi (BZ) - dopo del quale aveva visitato Homburg e Francoforte. 


L'imperatrice amava Caux sopra ogni cosa ed era felice di poterci soggiornare. 
Fin dal giorno successivo programmò le numerose escursioni nei dintorni che contemplavano Bex-les-Bains, Rocher-de-Naye, Evian, Ginevra e Pregny dove Sissi desiderava visitare i giardini e le magnifiche serre della baronessa Julie Rotschild. 
Il tempo non fu dei migliori, specialmente durante la visita alla località di Bex-les-Bains, dove una fitta nebbia non lasciava intravedere il bel panorama. Non appena le due donne scesero di carrozza presso l'Hôtel des Salines, la bruma si aprì e l'imperatrice fu avvinta dal bellissimo paesaggio coronato dalle cime innevate del Dents-du-Midi e del massiccio del Trient: contemplarono a lungo quello spettacolo affascinante e rimasero per un po' in profondo raccoglimento. 



Fortemente impressionata l'imperatrice manifestò l'intenzione di prolungare il soggiorno ma già dal pranzo ella cambiò idea poiché i piatti serviti dall'Hotel lasciavano molto a desiderare e la carne era particolarmente dura. Nel pomeriggio ebbe luogo un'altra escursione nei dintorni durante la quale la dama di compagna le manifestò le sue perplessità circa il soggiorno a Ginevra, poichè secondo Berzeviczy "c'è parecchia gentaglia"; Sua Maestà però disse che quelle preoccupazioni erano semplicemente ridicole. 
Il 3 settembre la comitiva imperiale raggiunse Rocher-de-Naye, utilizzando un'affascinante ferrovia a cremagliera che saliva sulla sommità d'una montagna con vista mozzafiato sul lago Lemano, rimanendo incantata davanti al bel panorama che si apriva da lì. 
Il 5 settembre l'imperatrice e il suo seguito prese il battello a Territet: nonostante fosse pieno di viaggiatori, Sissi non fu riconosciuta e ciò le permise di chiacchierare senza provare il minimo imbarazzo, passeggiando su e giù per il ponte, osservando i dintorni e le persone tutt'attorno, criticandone talvolta qualcuna sebbene in modo benevolo. Ad Ouchy il battello si fermò circa 24 minuti, pertanto le due donne scesero e si trattennero su di una panchina all'ombra di un albero, placando la sete con della frutta fresca. Da qui raggiunsero Evian-les-Bains (qui sotto in una fotocromia del 1890 ca.) che, per quanto non entusiasmò l'imperatrice, le diede modo di godere d'una giornata fra le comodità borghesi.


Sul battello le due donne discussero sulla visita alla baronessa Rotschild a Pregny che le offriva il suo yacht per permettere all'imperatrice di arrivare direttamente da lei; Sua Maestà però non accettò anzi fu proprio su quel battello che ella fece scrivere dalla sua dama di compagnia all'Hôtel Beau Rivage di Ginevra facendole prenotare un appartamento.

Il 7 settembre 1898, l'imperatrice Elisabetta rimase al Grand Hôtel de Caux, occupando la giornata con il lavaggio dei capelli che avveniva ogni tre settimane. 
Passeggiando per la terrazza dell'appartamento dell'imperatrice, Irma ripropose alla sovrana di evitare il soggiorno a Ginevra come le aveva già detto i giorni precedenti, sollecitata dalla preoccupazione di Berzeviczy che temeva per la vita di Sissi. Secondo il generale, a Ginevra "c'è parecchia gentaglia". Se proprio non voleva rinunciare a quel soggiorno, che almeno portasse con sé un gentiluomo del seguito che avrebbe potuto scortarla. Per far piacere al generale, l'imperatrice acconsentì a portare con sè a Ginevra il segretario Kromar "anche se non so come potrà essermi utile, dato che egli resterà in Hotel mentre io me ne andrò a spasso".

Qui sotto alcune fotografie del Grand Hôtel de Caux come si presenta oggi, ancora integerrimo nella sua struttura originaria, trasformato credo in centro congressi o roba del genere.





L'8 settembre, ricorreva la festa della Natività di Maria, pertanto la mattina di quel giorno Sua Maestà inviò un telegramma d'auguri alla figlia Maria Valeria. Fu inquietante il fatto che a sera doveva ancora giunger risposta.
La stessa sera la baronessa Julie Rotschild chiamò Irma al telefono per offrire loro nuovamente il suo yacht privato che però ella, per ordine di Sissi, dovette rifiutare facendole sapere che l'indomani l'avrebbero raggiunta per il pranzo con un normale battello di linea. 
In quell'occasione Irma le diede dei chiarimenti a proposito del pranzo, raccomandandole di evitare tutto ciò che potesse disturbare il mantenimento dell'incognito dell'imperatrice. 
Frattanto da Territet alcuni bagagli furono spediti all'Hotel Beau Rivage di Ginevra che l'imperatrice avrebbe raggiunto l'indomani.

Qui sotto, il monumento all'Imperatrice Elisabetta a Territet che la cittadinanza di Montreux commissionò allo scultore italiano Antonio Chiattone nel 1902, per commemorare l’imperatrice assassinata dall’anarchico italiano Luigi Lucheni.



9 settembre 1898... il giorno prima della morte

Alle 8 del mattino di una meravigliosa giornata autunnale, l'imperatrice e la dama di compagnia partirono per Pregny accompagnate da un lacchè che portava i loro cappotti e un piccolo bagaglio. A Terriet s'imbarcarono alle 9 su di un battello di linea: l'imperatrice era serena e l'autunno malinconico sembrava dissipare le ombre delle preoccupazioni e delle sue amarezze. Si addolciva divenendo più bella e sperava, come di consueto, in una visita dell'imperatore che però era sempre occupato a Vienna col suo lavoro. Giunsero a Ginevra intorno a mezzogiorno e all'imbarcadero c'era il segretario Kromar che attendeva le due donne con un messaggio di Maria Valeria. 
Presero dunque la carrozza alla volta di Pregny raggiungendo la villa della baronessa Rotschild (ancora esistente e di proprietà dei discendenti della famiglia) che accolse calorosamente l'imperatrice. Incredibilmente, sul tetto della villa sventolava la bandiera di Casa Asburgo, pertanto Irma si premurò di farla abbassare per non rivelare la presenza dell'imperatrice: la bandiera venne prontamente ammainata. 




La baronessa, una simpatica donna di mezz'età, condusse le donne nella sala da pranzo apparecchiata per tre dove venne servito il déjeuner con sottofondo musicale d'una piccola orchestrina che, quasi per uno strano caso del destino, suonava musiche italiane.
Bevve dello champagne ed assaporò il gelato pregando poi la contessa di inoltrare il menù al marito e alla sorella Matilde particolarmente golosa di gelato come l'imperatrice.
Dopo il pranzo visitarono la villa e il meraviglioso giardino per il quale era molto nota la dimora dei Rotschild: durante la passeggiata Sua Maestà fu colpita dalla portentosa collezione di orchidee e ritornò più volte ad una cascata di fiori bianchi, osservandole con sguardo interrogativo come se avessero voluto dirle qualcosa. Irma fu sopraffatta dal presentimento che sarebbe accaduto qualcosa.... 
La baronessa Rotschild pregò l'imperatrice di farsi fotografare, ma ella disse di no poiché aveva smesso da anni di farsi ritrarre in foto. Credeva che ogni qualvolta si faceva fotografare capitasse una disgrazia....
Fu poi l'ora di ritornare a Ginevra: dopo la visita la baronessa portò il libro degli ospiti sul quale l'imperatrice appose il solo nome di "Elisabetta"; poi lo porse alla sua dama di compagna che aprì il libro su di una pagina bianca sulla quale stava la firma del defunto figlio di Elisabetta, Rodolfo. La baronessa fissò la dama di compagnia poiché aveva notato questo incontro inatteso che l'aveva fortemente scossa; lesta riprese il libro degli ospiti e lo ripose.
Alle 17 l'imperatrice e la dama di compagnia lasciarono la villa di Pregny in carrozza e si diressero a Ginevra. Durante il viaggio Sissi ricordava piacevolmente quel sereno 9 settembre e fu assai vivace. D'un tratto il discorso divenne serio e si toccò la religione. Sissi disse d'esser credente a modo suo, ma non era escluso che un giorno sarebbe diventata estremamente pia. Era un tema che riconduceva sempre alla morte che Sissi confidò di temere anche se spesso l'aveva agognata. Irma si sforzò di trovare un discorso più allegro, ma erano ormai giunte all'Hotel Beau Rivage ove era stato riservato un appartamento per Sua Maestà - ovviamente in incognito col nome di contessa di Hohenembs.



Qui sotto alcune foto dell'Hotel e dell'appartamento di Sissi ancora oggi conservato come un tempo:


Molte cose dell'hotel Beau Rivage di Ginevra ricordano ancora oggi della tragedia di Sissi e testimoniano il passaggio della sovrana fra quelle antiche mura. 

La Hall dell'albergo

Il ballatoio delle stanze del primo piano. La porta in fondo a sinistra è quella
dell'appartamento di Sissi

La bella suite a lei dedicata ("Suite Sissi" per l'appunto) è situata nell'angolo sud-ovest dell'edificio ed è stata ricavata proprio nelle sale dove dimorò Elisabetta, la cui disposizione è rimasta pressoché intatta. La camera da letto di oggi, un tempo era per l'appunto la camera dove spirò Sissi e per quanto le tappezzerie e i mobili siano stati cambiati nel corso del Novecento, le boiserie, le specchiere, il caminetto in marmo e altri arredi, sono ancora gli originali del tempo di Sissi.


Il salottino dell'imperatrice come si presenta oggi. 

La camera da letto dell'imperatrice come si presenta oggi.




Dopo aver riposato un'ora, le due donne fecero un giro per la città recandosi in una nota pasticceria presso il Boulevard du Theatre. Si fece tardi, pertanto le donne ritornarono verso l'albergo, fermandosi da Dimier dove l'imperatrice acquistò un tavolino come dono di Natale per Maria Valeria. 
Ormai era sceso il buio pertanto Sissi ed Irma non ritrovarono la via per arrivare in albergo: Irma si fece prendere dal panico ma Sissi si orientò rapidamente e raggiunse in breve il Beau Rivage intorno alle ore 22! L'imperatrice prenotò la colazione per l'indomani e andò a dormire serena e contenta d'aver trascorso una bella giornata. Irma scrisse alcune lettere, una alla madre nella quale le raccontò quant'era successo quel giorno e poi si mise a letto: ebbe una notte stranamente agitata e la passò più in veglia che dormendo. Si svegliò di soprassalto come se qualcuno l'avesse chiamata con voce acuta; il suo primo sguardo cadde sul Monte Bianco che al sorgere del sole s'incendiava d'un rosso acceso. Era già la mattina del 10 settembre.