domenica 8 novembre 2020

Il soggiorno di Sissi e Franz in Carinzia

Pubblico qui di seguito (con qualche modifica) un mio vecchio post scritto nel 2012 nel forum http://sissiludwig.forumfree.it/ dedicato al viaggio di Sissi e Franz in Carinzia

Quale appassionato di montagna non potevo non scrivere una discussione sul soggiorno di Elisabetta e Francesco Giuseppe in Carinzia...
L'imperatore Francesco Giuseppe e sua moglie Elisabetta sono stati considerati come la coppia perfetta tra le teste coronate di tutta l’Europa dell’800… grazie (o a causa) ai film con Romy Schneider degli anni '50. In realtà non fu esattamente così, come tutti ben sappiamo…
Subito dopo il loro matrimonio nel 1854, infatti, iniziarono i dissapori sia con Franz che con l’arciduchessa Sofia. La giovane imperatrice si sentiva prigioniera nell’Hofburg di Vienna e provava una fortissima nostalgia per le montagne della sua nativa Baviera. Un violento litigio con l'imperatore sull'educazione della primogenita, fu la goccia che fece traboccare il vaso, come diremmo noi oggi! Per Sissi era venuto il momento di fuggire…
La riconciliazione con suo marito e le conseguenti soluzioni dei suoi problemi si ebbero solo in una "luna di miele in ritardo" in Carinzia. L'amore della montagna fu uno dei pochi interessi comuni della coppia imperiale e quando Sissi provava una forte nostalgia per la sua terra natìa o per i le cime alpine lasciava Vienna per recarsi in Tirolo; sicché suo marito decise di mostrarle la montagna più alta dell'Austria, il Grossglockner (3.798 m)

In questo tour la giovane coppia imperiale trascorse probabilmente uno dei momenti più belli e spensierati dei loro primi anni di matrimonio, sia per la quiete e la pace che si respirava in quei posti, sia perché finalmente erano felici, soli e lontani dalla quotidianità che li opprimeva entrambi.

 

Dove si trova il Grossglockner?

Per chi non lo sapesse, il Grossglockner è qui vicino alla nostra Italia. Si trova infatti quasi immediatamente dopo il confine dell'Austria, in direzione di Lienz, nel Parco Naturale degli Alti Tauri. Heiligenblut è il paesello alpino dal quale si può raggiungere più comodamente la montagna che, con la sua lunga strada a tornanti inserita in uno scenario mozzafiato, proprio come la Strada dello Stelvio italiana, è meta prediletta di motociclisti d’ogni parte del mondo. La cosiddetta Grossglockner Hochalpenstrasse (Strada Panoramica Alpina del Grossglockner), la strada più famosa delle Alpi Orientali, collega le piccole città alpine di Fusch a nord e Heiligenblut a sud e conduce nel cuore del Parco Nazionale degli Alti Tauri fino alla montagna più alta dell’Austria. Si snoda lungo 48 chilometri attraverso un paesaggio montano straordinario; quello che un tempo era riservato solo a scalatori esperti, dall'apertura della strada è diventato un luogo accessibile a tutti che suscita sempre nuovo fascino ed entusiasmo.

La Grossglockner Hochalpenstrasse venne aperta nel 1935 e da quel momento, lassù ad quasi 3000 metri di quota, tutto cambiò molto sia a livello turistico che a livello naturalistico. All’inizio del XX° secolo portava il nome dell'imperatrice Elisabetta ed infatti si chiamava Kaiserin Elisabeth - GlocknerStrasse.

La strada è diventata più ampia, più sicura e più confortevole, nuovi parcheggi sono stati realizzati nel corso del Novecento, sono stati aperti rifugi moderni modernissimi che in fin dei conti hanno snaturato totalmente la bellezza rustica del luogo. Il turismo di massa caratterizza ancora oggi questa zona della bassa Austria tanto che ogni anno si contano circa 900.000 i visitatori provenienti da tutto il mondo che transitano lungo i suoi 48 chilometri ed ammirano la bellezza di un luogo che all’epoca di Sissi e Franz era meta prediletta degli artisti che ne immortalavano le suggestioni romantiche sulle loro tele.

N.B.: la strada è a pedaggio (circa 37€ per le automobili)
Chiude di notte e per l'intera stagione invernale


Il Grossglockner e il suo ghiacciaio 

Era conosciuto, ieri come oggi, soprattutto per la presenza di un lungo e maestoso ghiacciaio chiamato Pasterze oggi notevolmente ritirato e ridotto ad una sottilissima lingua che, a causa del riscaldamento globale, sta via via scomparendo. Questa la sua progressione sino al 2016:



Nel 1852, all’inizio delle moderne misurazioni, era assai vasto e molto spesso: aveva una massa di 3,5 miliardi di metri cubi, 11 km di lunghezza, circa 26,5 km² di superficie e uno spessore compreso tra 300 e 400 m. Il suo ritiro negli ultimi anni è stato particolarmente estremo tanto che si è ridotto di circa 30-40 metri ogni anno e la suggestiva lingua glaciale del Pasterze si è sgretolata sempre di più: nel 2019 vantava un’irrisoria lunghezza di solamente 5 km – praticamente è la metà di quel che videro Sissi e Franz e tutti gli artisti del XIX secolo.
Qui sotto alcune foto e dipinti del ghiacciaio:

Il Pasterze nella sua porzione finale intorno al 1890, al tempo al di sotto della Glockerhaus

Sempre il Pasterze intorno al 1890

Il Pasterze in un dipinto di Thomas Ender del 1830


Nel 1963 venne costruita addirittura una funicolare che portava i turisti direttamente sul bordo del ghiacciaio; oggi invece il ghiaccio è molto lontano dalla stazione a valle e bisogna percorrere un lungo tratto a piedi fra le rocce…


Differenze del viaggio di Sissi e Franz col film 


Nel film "Sissi la giovane imperatrice" (girato nel 1956, esattamente 100 anni dopo questa visita in Carinzia) il regista Ernst Marishka affrontò il tema del viaggio montano quale fuga da Vienna, ma l'azione è stata sommariamente trasferita in Tirolo. Nella romantica scena del film,comunque, Sissi e Franz viaggiano inizialmente accompagnati dall’aiutante di campo colonnello Böckl e da una guida alpina locale; più tardi decidono di rimanere soli ed in incognito nelle modeste stanze di un rustico rifugio alpino nel quale si rifugiano a causa del brutto tempo. La realtà effettivamente fu un po' diversa, ma è ugualmente bello sognare, commuoversi ed immaginarsi Sissi e Franz in quella situazione. 

Il film però non è stato girato sul Grossglockner in Carinzia ma sulle montagne del Karwendel tra Austria e Germania, al di sopra di Innsbruck come effettivamente viene detto da Franz che nel film le mostra e le nomina le cime delle montagne. Il rifugio che si vede nel film è il Victor Hess Hütte, oggi Hafelekarhütte


Per dovere di cronaca vi inserisco qui sotto due video riferiti all'episodio narrato nella trilogia:


 



Il viaggio di Sissi e Franz in Carinzia

Quando Sissi e Franz si recarono in Carinzia, partirono con un vasto seguito di valletti, cameriere personali ecc... Fra di loro c'era anche un cronista che scrisse una lunga e dettagliata cronaca di quei giorni, pubblicata poco tempo dopo col titolo Reise Ihrer k.k. apostolischen Majestäten Franz Joseph und Elisabeth nach Kärnten im September 1856 (Viaggio delle Maestà Imperiali apostoliche Francesco Giuseppe ed Elisabetta in Carinzia nel settembre 1856) e conservata nel museo costruito vicino al ghiacciaio Pasterze e che, oltre agli articoli di giornale del tempo, ad un altro opuscolo coevo scritto da un cittadino di Heiligenblut, nonché un libro sulla storia locale edito qualche anno fa, funge da base per questo testo.
Il 7 agosto 1856, il maestro di cavalleria e aiutante di campo di Francesco Giuseppe, il conte Koloman Hunyady, andò in udienza presso l'allora governatore imperiale e reale della Carinzia, Johann von Schloißnigg, con la notizia che i sovrani intendevano effettuare un viaggio nella zona in settembre, scoprendo le variegate valli montane dell'Alta Carinzia dotate delle più magnifiche bellezze naturali, visitando il paesello di Heiligenblut nelle immediate vicinanze del Grossglockner esplorando il magnifico mondo dei ghiacciai. 

Il conte Hunyady ispezionò l'intero percorso, le strade, i sentieri e le città che dovevano essere toccati dalla coppia imperiale, soffermandosi su locande e strutture che potessero ospitarla. Si predispose dunque il viaggio e il soggiorno d’una notte presso Heiligenblut per poter dar modo a Sissi e Franz di potersi recare felicemente sul Grossglockner. 

Venerdì 6 settembre 1856, dopo aver toccato già la località di Klagenfurt dove la coppia imperiale aveva soggiornato,  il viaggio proseguì attraverso la valle di Mölltal toccando l’abitato di Winklern nel primo pomeriggio, dove l’augusta coppia lasciò le proprie carrozze per salire e su di un’altra a due cavalli mentre l'intera suite seguiva su vetture ad un solo cavallo, salutati festosamente dalla gente accorsa in ogni dove, fra abitazioni decorate e imbandierate festosamente.

Kaiser Franz Joseph und seine Braut bei einer Ausfahrt in der Umgebung von Ischl di Johann Erdmann Gottlieb Prestel, 1853/1854 - Kunsthistorisches Museum, Wagenburg und Monturdepot, Vienna


A Döllach, la comitiva imperiale transitò tra le strutture che ricordavano l’epoca d’oro della zona, caratterizzata da una fiorente estrazione dell'oro; tra case ravvicinate, inghirlandate e nuovamente impreziosite da lunghe bandiere sventolanti.
In quest’occasione tutti si erano assiepati dove il corteo imperiale sarebbe passato; tutto era stato degnamente predisposto e fatto per incantare gli sguardi dei sovrani ovunque omaggiati con spari di mortaretti, grida di giubilo, bouquet di fiori, parole di benvenuto da parte delle varie delegazioni comunali e cittadine, poesie ed epitaffi recitati da studentesse di scuole femminili locali, musicisti che suonavano ovunque l'inno imperiale, bande di paese che allietavano la visita con musiche e marce d’ogni tipo, campane delle chiese a distesa, contadini curiosi e cittadini ben vestiti che ammiravano la Corte...
Proseguirono dunque il viaggio verso Heiligenblut dove gli abitanti di quest’alta regione solitaria avevano fatto ogni sforzo per accogliere più che degnamente i sovrani. Il piccolo paesello alpino era pieno di vita e tutti avevano lavorato alacremente per decorare la chiesa e tutto il borgo immerso in una lussureggiante gola, al cospetto delle maestose cime alpine, fra fitti boschi di larici e abeti. 
Sia l'interno che l'esterno della bella e antica chiesa gotica furono adeguatamente decorati e davanti ad essa fu eretto un arco di trionfo vegetale secondo lo stile del tempo. La facciata della canonica, ov’era stata individuata la più confacente sistemazione per le Maestà Imperiali, era decorata con muschi di diverso colore, rami di abete e pino cembro, con frutti, tra cui le bacche di sorbo che spiccavano con le loro vivide tonalità di rosso e arancione, e sopra l'ingresso le iniziali dei tanto attesi sovrani. 
All'ingresso del villaggio alpino c'era anche un grazioso arco di trionfo con la corona imperiale e tre bandiere dell’Austria, della Baviera e del Ducato di Carinzia. 

L'arco di trionfo presso Heiligenblut nella cronaca sopracitata



Presso Zlapp

Il lungo corteo imperiale, composto da quasi 120 persone, salì placidamente lungo tornanti sterrati, circondato dal giubilo della gente festante che lanciava fiori e salutava gioiosamente. Dopo qualche tempo s’iniziò ad intravedere l’alta ed inconfondibile cima aguzza e bianca, fra l’aria rarefatta dei monti, del Grossglockner. Ai suoi piedi il borgo di Heiligenblut che, come riportò il cronista di cui sopra, si trovata “adagiato su freschi prati verdi, con le suoe modeste fattorie adagiati comodamente a ridosso della bellissima chiesa gotica, nel più fiero ed orgoglioso idillio epico della natura!”

In prossimità della località Zlapp, poco prima di Heiligenblut, due giovani aspettavano l’arrivo del corteo: Georg Wallner e Bruno Schmid del vicino paese di Pockhorn, che vigilavano affinché le Maestà giungessero al sicuro ad Heiligenblut. Quando Sissi e Franz giunsero nella località, l'imperatore lasciò la sua vettura e pose alcune domande ai due alpini chiedendo informazioni anche sul tempo del giorno seguente. Quando l'imperatore vide la ringhiera che conduceva alla sottostante cascata di Möllfall e la grata dell'ingresso, Francesco Giuseppe chiese se fosse possibile scendere laggiù per vederla; la risposta fu affermativa e accogliendo l'invito del marito Elisabetta lasciò la carrozza e, con stupore e gioia di tutti, scese agile e senza paura. 

 

Quando la coppia imperiale risalì dallo Ziapp, poterono ammirare l’arioso e ampio panorama che per la prima volta si poteva avere su Heiligenblut e il Grossglockner. Si attardarono a lungo davanti al bellissimo paesaggio d'alta montagna e utilizzarono un cannocchiale per osservare le montagne e le Alpi lontane, in particolare il Grossglockner, chiedendo i nomi d’ogni cima, sull'andamento dei ghiacciai, dov’era e com’era la via per salire al Pasterze e quale il miglior punto panoramico per ammirare la grandiosità del ghiacciaio. 

Quindi Sissi e Franz salirono di nuovo sulle carrozze e si diressero al grazioso villaggio Heiligenblut. 
Molto è cambiato da allora mentre tante cose sono rimaste come un tempo. La chiesa del villaggio dedicata a St. Vincent colpisce ancora cola suo elegante ed alto campanile , mentre il paese che un tempo era composto ancora da poche case oggi è ricco di alberghi per gli amanti della montagna. 



Heiligenblut in Ober-Kärnthen intorno agli anni '50 dell Ottocento, ed oggi... 


Ingresso ad Heiligenblut

Alle ore 15 il parroco del paese, Franz Kornke, si recò presso l’arco di trionfo, allestito all'ingresso del villaggio, per salutare le Maestà. Qui si erano radunati anche il consiglio comunale, le scolaresche e il resto della popolazione. Quando verso le 15:45 si vide sopraggiungere di lontano il corteo imperiale, il parroco fece suonare le campane della chiesa, tirata a lustro sin dalle prime luci dell’alba, affinché tutti sapessero dell’arrivo dei giovani sovrani. Il suono delle campane echeggiava nella valle, attraverso le gole e i boschi, su sino al Pasterze, e l'eco fragoroso andava di montagna in montagna, da pascolo a pascolo, dagli alpeggi più alti a quelli più bassi, annunciando con giubilo che la coppia imperiale era arrivata ai piedi del Grossglockner.

Non appena giunsero all’arco di trionfo, alle ore 16, sempre accompagnati dalla gente festante, la coppia imperiale scese dalla carrozza e venne accolta dai presenti, salutata con calorose parole di benvenuto alle quali Sissi e Franz risposero compitamente com’era loro abitudine. Alle 16:30 si diressero a piedi verso la canonica, condotti dal prete. 
Le altre carrozze andarono nella locanda del paese ov’erano stati prepararti gli alloggi per il seguito. 
Mentre altre strutture, ivi compresa la chiesa, erano state decorate e imbandierate, la canonica era stata del tutto ignorata, così come ricorda il parroco del paese, tant’è che “per ricevere ospiti imperiali, gli alloggi non erano abbastanza riordinati, sicché han dovuto essere sistemati e puliti, specialmente il porticato che doveva essere anche imbiancato. Per fortuna qui c'erano degli italiani che si sono prodigati con grandi promesse di pagamento e hanno lavorato sodo tutta la notte.” 

Dirà in seguito il cronista: "Lo stupore che un augusto signore con una donna così distinta provenienti da tanto lontano, avessero potuto visitare un semplice villaggio alpino nascosto da alte montagne, aveva lasciato la semplice gente del posto effettivamente senza parole. Nella quieta meraviglia aveva sfilato un lungo corteo di carrozze, con tante gentildonne, composto da numerose uniformi luccicanti, che ora si fermò silenziosamente alla canonica, in cui scomparve la splendida coppia imperiale. All'improvviso un ragazzo esclamò: «Lunga vita al nostro Imperatore e alla nostra Imperatrice! Vivat!»… ormai l'incantesimo era rotto, la magia era stata spezzata!” 
Le campane suonarono nuovamente a festa e la gente gridò felicemente dimostrando così l’affetto, la devozione e la lealtà alla Casa Imperiale. Le loro grida si propagarono lungo la valle e attraverso le lunghe solitarie gole del ghiacciaio. 


Cena nella locanda del paese

La giovane coppia imperiale in una litografia del 1855

La cena si svolse poco dopo, precisamente alle 17 – secondo la tradizione della famiglia imperiale – nella Glocknerzimmer della locanda locale. Oltre all'entourage delle Maestà, alla cena ebbero l’onore d’esser invitati il governatore locale, il ​​tenente colonnello John, il direttore delle poste Scheiger e il parroco di Heiligenblut la cui cuoca ebbe l’onore di preparare i piatti e di servire la Corte. 
Fu servito camoscio arrosto.
Il parroco sedette molto vicino all'imperatrice e ricevette cordialmente le parole del sovrano che si interessò della zona. Le domande dell'imperatore si concentrarono sull'ascesa al Grossglockner, la progressione dei ghiacciai [intorno al 1850 il Pasterze aveva raggiunto la sua massima estensione conosciuta] e la caccia nelle alte Alpi cosa che incuriosì molto Francesco Giuseppe, appassionato cacciatore. 
Si chiacchierò lungamente anche degli usi e dei costumi della gente di quella regione alpina.

Del cerimoniale di Corte non venne tenuto alcun conto, persino l’imperatore, così formale ed inibito a Vienna, si comportò alla buona dimostrando di non aver ancora perduto la naturale spontaneità e il desiderio di godersi le gioie della vita. La giovane coppia destò ammirazione ovunque, per la maniera semplice e naturale con la quale si presentò alla gente di campagna. 
Dopo cena, che terminò verso le 19, la coppia imperiale tornò in canonica dove il parroco donò all'imperatrice un album di fiori alpini essiccati che ella accettò gentilmente. Poi la coppia imperiale andò a fare una solitaria passeggiata, senza scorta o accompagnamento di sorta, sul Tauernweg rientrando al paese che stava appena facendo buio. 

Quando Francesco Giuseppe ed Elisabetta rientrarono a Heiligenblut, furono nuovamente salutati dal fragore dei petardi che echeggiavano sulle montagne esprimevano la gioia della popolazione alla presenza della coppia imperiale. 

In canonica, l'imperatore s’occupò dunque degli affari di Stato mentre numerosi falò ardevano sulle alture delle montagne circostanti. Uno spettacolo impareggiabile che incantò Sissi che osservava la scena dalle sue stanze.

Heiligenblut oggi, al tramonto



Escursione al Grossglockner

La mattina successiva, 7 settembre, le campane della chiesa suonarono alle 3 del mattino. La coppia imperiale si svegliò e seguì la tradizionale toeletta mattutina. Alle 4 del mattino, su richiesta dell'Imperatore, venne celebrata la Messa "[…] e fuori della canonica l’imperatrice al braccio di Sua Maestà si avviarono in chiesa, accompagnati dagli agricoltori che avevano realizzato delle lanterne su dei pali.
Il prete diede la sua benedizione alle Loro Maestà sulla soglia del venerabile luogo di culto, li benedisse con l'acqua santa e poi lesse la Messa con le Loro Maestà inginocchiate davanti all'altare." 
Dopo la Santa Messa ebbe luogo la colazione. 
Albeggiava appena ma tutti i preparativi per salire al ghiacciaio Pasterze erano già stati realizzati e gli accordi presi già da qualche settimana il che aveva dato modo ai cittadini di adeguare e predisporre adeguatamente il sentiero. 
Guida, facchini e cavalli erano pronti e in compagnia di Sissi e Franz s’avviarono il luogotenente conte Grünne, il principe Thurn e Taxis, il colonnello Müller, il tenente colonnello John e il maggiore Friedel, cui si sono uniti molti residenti di Heiligenblut e altri carinziani venuti da lontano. Secondo la memoria della guida locale Rupitsch c'erano probabilmente circa 300-400 persone in totale.
Intorno alle 5 in punto la compagnia di turisti si mise in cammino sotto un cielo limpido. 
L'imperatore camminava davanti a tutti e proseguì di buona lena sia all’andata che al ritorno, indossando un tradizionale abito da caccia grigio con pantaloni di pelle e sul cappello un folto pennacchio di peli camoscio. Sissi e il suo seguito fecero la maggior parte del percorso a cavallo; ella indossava un semplice abito in loden piuttosto corto con degli scarponi da montagna ai piedi. Anche se era un’escursionista appassionata ella preferì andare a cavallo: secondo Brigitte Hamann sarebbe stato molto stancante fare tutta quell'escursione a piedi perché erano passate pochissime settimane dalla nascita della loro figlioletta. 
Christoph Pichler (vulgo Redlsohn), caporale in aspettativa dal reggimento n. 7, che aveva partecipato alle campagne in Italia e ora lavorava come impiegato parrocchiale a Heiligenblut, si presentò all'imperatore come guida: un locandiere della bassa valle gli rimbeccò il fatto che non avrebbe dovuto parlare con l'imperatore in modo così rustico ma il sovrano rispose affabile e cordiale che il modo di porsi gli era anzi molto piaciuto.


Alla Bricciuskapelle

Dopo circa un'ora e mezza raggiunsero la piccola cappella Briccius (Bricciuskapelle, 1630 m) "[…] che le Loro Maestà visitarono con grande interesse." Qui l'imperatore e l'imperatrice si degnarono di riposare brevemente e visitarono l’interno di questa piccola cappellina dov’era contenuta, ieri come oggi, l'immagine che raffigurava la leggenda della fondazione della chiesa di Heiligenblut.



Briccius (da cui il nome della cappella) era un comandante che aveva servito l'imperatore di Costantinopoli, stava tornando a casa in Danimarca dopo molti anni. Quando cercò di attraversare gli alti Tauri venne sepolto da una valanga e morì. In primavera i contadini che salivano verso i loro pascoli alpini, trovarono tre rami freschi che spuntavano dalla neve proprio nel punto in cui era stato sepolto Briccius. Iniziarono gli scavi e il corpo venne ritrovato; venne dunque portato al villaggio in un carro trainato da buoi e nel punto esatto in cui oggi si trova l'odierna chiesa parrocchiale, gli animali smisero improvvisamente camminare. Questo venne interpretato come segno del volere divino e lì fu sepolto il corpo di Briccius che vi riposa ancor'oggi nella cripta.
Il giorno dopo, tuttavia, accadde l'incredibile: il polpaccio destro del morto sporgeva dalla tomba e all'interno della ferita ricucita scoprirono che l’uomo portava con sé un flaconcino di sangue ed un certificato da cui risultava che si trattava di una preziosa reliquia: conteneva infatti il sangue di Gesù che egli aveva intagliato da un crocifisso. 
Da qui il nome per questo posto. [Heiligenblut --> Heilig = santo / blut= sangue --> Sangue Santo]

Presso la cappella le Maestà imperiali furono omaggiate dai guardaboschi locali dai quali i sovrani si informarono in merito alla flora e alla fauna locale. Di conseguenza l'imperatore notò la devastazione causata dalle valanghe e si informò anche su queste vicende.


Oltre il Böse Platte all’Elisabethruhe

Proseguirono dunque la passeggiata e presso la cosiddetta Böse Platte la guida alpina suggerì che sarebbe stato opportuno proseguire a piedi a causa del terreno accidentato. Quindi Sissi “venne sollevata su una portantina e fatta scendere da cavallo, mentre l’imperatore proseguì a piedi… ". Attraversato che fu il tratto impervio, dall'altro lato l'imperatore sollevò la bella ed esile moglie issandola di nuovo sul cavallo.
Presso il rifugio Wolfganghütte (1980 m) l'imperatore raccolse la sua prima stella alpina mentre altri della comitiva, compresa l’imperatrice, riposavano sul prato.
Dopo circa tre ore, Sissi e Franz raggiunsero la zona denominata Bretterboden e il rifugio Wallner, proprio al limitare del ghiacciaio che a quel tempo si trovava ancora oltre e al di sotto dell’attuale rifugio Glocknerhaus. Le Maestà furono avvinte dalla magnificenza del paesaggio e dall’aria frizzantina che giungeva da quel lungo pavimento ghiacciato che sembrava incombere su di loro con una moltitudine di crepacci con tutti i toni dell’azzurro. 
Davanti a quel magico panorama era stata organizzata una sosta. 
L'imperatrice rimase qui mentre l'imperatore proseguì l’escursione al di sopra del ghiacciaio, verso il punto panoramico più noto. Elisabetta sedette su panche adeguatamente predisposte, contemplando avvinta il fronte del Pasterze, la lunga lingua glaciale coi suoi paurosi seracchi.
La gente del posto cantava canzoni locali, "[…] strofe che si chiudevano ogni volta con un festoso brindisi all'adorata coppia imperiale". 
Fu deciso "con la massima approvazione" di dare a questo luogo di riposo sul Bretterboden il nome Elisenruhe (in seguito Elisabethruhe): letteralmente “riposo di Elisabetta”, nome che porta ancora oggi. 



In seguito, una roccia vicina prese il suo nome, l'Elisabethfelsen, che nel 1856 si trovava ancora pochi metri vicino al fronte del ghiacciaio ma che oggi si trova a un buon chilometro di distanza.
Sul Bretterboden, o Elisabethruhe che dir si voglia, nel 1876 la sezione del Club Alpino di Klagenfurt costruì un primo rifugio alpino, la cosiddetta “Glocknerhaus”, successivamente ampliato ed ancor oggi presente e funzionante nonostante l’avvincente panorama che incantò l’imperatrice sia del tutto scomparso.
Qui sotto alcune fotografie di fine Ottocento che ci mostrano l'estensione del ghiacciaio e, di conseguenza (ma in parte), il panorama che ammirarono Sissi e Franz.

L'originaria Glocknerhaus

Il Glocknerhaus in una cromolitografia del 1890 circa 


Panorama dall'Elisabethruhe, come scritto in didascalia, in una fotografia di Bernhard Johannes del 1865 circa



Qui sotto invece il panorama di oggi, senza il ghiacciaio e con un lago artificiale con diga che raccoglie le acque di scioglimento... 




La salita di Franz sull’Hohen Sattels

Mentre l'imperatrice Elisabetta e il conte Grünne rimasero sul Bretterboden, l'imperatore, accompagnato dal principe Thurn e Taxis, dal colonnello Müller, dal maggiore Friedel e da altri 41 escursionisti, marciò fino all'Hohe Sattel, un promontorio roccioso che sporge in alto sopra il ghiacciaio Pasterze, considerato il punto più bello per la vista d'insieme dell'anfiteatro montano, al centro del quale si trova il Grossglockner. Qui sotto un dipinto di Thomas Ender che immortala lo scenario proprio dall'Hohe Sattel:

Thomas Ender - Der Großglockner mit der Pasterze (1850 ca.)
Österreichische Galerie Belvedere, Vienna

Il Pasterze all'incirca dallo stesso punto nell'agosto 2020


La lunga “passeggiata si poteva fare solo a piedi e per molti fu estremamente difficile a causa della neve caduta di recente." Era l'inizio di settembre! 
Quando Franz Joseph ascese agilmente le rocce, la compagnia scoppiò in applausi e la bandiera imperiale fu sventolata anche sull'Adlersruhe [un rifugio dirimpetto sulle creste del Grossglockner] dove una banda suonava pure festosamente. La sera prima, cinque abitanti del posto erano saliti nella Leitertal, avevano trascorso la notte nel modesto rifugio Leiterhütte e poi salirono sull'Adlersruhe per impressionare favorevolmente il sovrano. Per patriottismo la compagnia si era pure recata sul Grossglockner per piantare la bandiera imperiale e sventolarla nel momento in cui l’imperatore avesse raggiunto il ghiacciaio. 
Dopo che la guida alpina aveva indicato il posto con l'Alpenstock, il lungo bastone di montagna, Francesco Giuseppe notò gli audaci scalatori ed espresso viva gratitudine per quella dimostrazione di fedeltà, dimostrando in ogni caso anche notevole preoccupazione per quella scalata assai pericolosa. Rivolgendosi alla sua guida, disse di portare loro i suoi ossequi e molte parole di gratitudine 

Peter Ortner, oste di Döllach, era tra coloro che avevano partecipato all’evento ed aveva servito ai presenti una bottiglia di vino rosso come bevanda rinfrescante. Il principe Thurn und Taxis ne prese uno e lo offrì all’imperatore che lo accettò e lo svuotò tutto al suono fragoroso dei “Vivat!” di tutti i presenti. Molti in seguito offrirono a Ortner somme considerevoli per acquistare il bicchiere da cui bevve Francesco Giuseppe ma lui lo conservò come proprietà inestimabile della sua famiglia. 

Franz poi lasciò l’Hohen Sattels che da quel momento prese il nome di Kaiser Franz Josefs Höhe (Altezza Imperatore Francesco Giuseppe), come si chiama ancora oggi, dopo che lo stesso imperatore ne aveva data espressa autorizzazione. In seguito un masso venne inciso per ricordarne la visita.
La roccia dalla quale Francesco Giuseppe ammirò il panorama sul ghiacciaio prese poi il nome di Kaiserstein (pietra dell’imperatore, 2428 m) ed è quella che ancora oggi viene considerata l’altezza storica originale del Kaiser Franz Josefs Höhe dove oggi è stata posta una statua del sovrano nel suo aspetto anziano più conosciuto che ovviamente non corrisponde alle fattezze vere e proprie di quand’egli visitò la zona.

Cartolina del 1903




Poco prima della Kaiserstein e del punto in cui l'imperatore ammirò il ghiacciaio, con il permesso di Francesco Giuseppe, nel 1905 vi fu costruito il rifugio Kaiser Franz Josef Haus. Dopo la costruzione della Glocknerstrasse, il rifugio fu trasformato in un albergo alpino, bruciato completamente nel 1997 ed in seguito ricostruito ricalcando la sua antica forma e tutt’oggi ancora attivo.

Cartoline del 1910 circa



La Kaiser Franz Josef Haus in una cartolina del 1930 circa

Com'è oggi


Al di sotto è stato aperto un grande ristorante che prende il nome di Panoramarestaurant Kaiser Franz-Josefs-Höhe:



Più avanti, invece, proprio al di sotto del Franz Josefs-Höhe, dove una volta l'imperatore andò a piedi in assoluta pace e tranquillità, a contatto con una natura mistica ed incontaminata, ora è tutt'altro che un luogo quieto. Franz, comprese le altre 45 persone che lo avevano seguito, sembravano certamente molte al tempo della visita imperiale… Nessuno poteva certo immaginare che in seguito il luogo sarebbe stato raggiunto da una folla estremamente maggiore giacché la Franz Josefs-Höhe è stata sfigurata da un’enorme costruzione modernissima destinata al parcheggio delle automobili proprio al di sotto della statua di Franz e d'una modernissima torre d'osservazione "Wilhelm-Swarovski-Beobachtungswarte"
Certamente il panorama rimane immutato, ma il flusso di gente è notevolmente aumentato... 







All'interno della struttura è stato ricavato anche un centro visitatori con una mostra permanente che narra dello sviluppo del turismo nella zona e commemora quei giorni del 1856: è possibile vedere anche una statua di cera raffigurante l'imperatrice Elisabetta a cavallo ed esposta la cronaca del cronista che accompagnò la coppia imperiale che può esser letta ancora oggi nella sua interezza.



Fiori per l'imperatrice

Nel frattempo, la gente del posto aveva intrattenuto l'imperatrice sul Bretterboden eseguendo canti e jodel. 
Mi viene in mente un estratto dal film "Der schönste Tag meines Lebens", un tradizionale Heimatfilm austriaco del 1957, nel quale un gruppo di ragazzi (qui i Wiener Sängerknaben, i piccoli Cantori di Vienna) sul Grossglockner intona uno degli jodel più famosi dell'arco alpino: l'Erzherzog-Johann-Jodler, dedicata all'arciduca Giovanni d'Austria (1782-1859), figura molto amata sia in quella regione che nel Tirolo tutto, grande appassionato di botanica ed escursionismo in alta montagna. A 27 anni si innamorò di un giovane borghese, Anna Plochl, che decise di sposare a tutti i costi perdendo così ogni diritto di successione al trono. Nonostante ciò, i due giovani furono elevati al rango di Conti di Merano e vissero la loro vita sempre l'uno al fianco dell'altro. 
Comprarono anche il Castello di Schenna, sulle alture di Merano, dove oggi riposa l'arciduca Giovanni, in un mausoleo in stile neogotico visitato molte volte da Sissi. 
La melodia di questo canto popolare delle regioni alpine - eseguito ancora oggi con molto piacere in ricordo di quell'Asburgo anticonformista - fu composta da Anton Schlosser intorno al 1830 sotto il titolo "'s Hoamweh" e si diffuse rapidamente sulle Alpi per mezzo della stampa in diverse pubblicazioni di canti popolari della Bassa Austria, della Stiria e della Carinzia. Chissà se lo cantarono anche all'imperatrice?
Successivamente, Matthias Rattschüller ne scrisse il testo della canzone facendo diventare questo canto un tipico 'jodel' delle Alpi. Eccolo qui:


Incoraggiato dalla cordialità di Elisabetta un ragazzo di 11 anni, tale Johann Schachner, figlio di un contadino di Heiligenblut, si avvicinò con un mazzo di fiori alpini: un grazioso bouquet composto da stelle alpine e genepì (Artemisia umbelliformis), rivolgendosi con queste semplici parole: «Euere Majestät, da haben's Edelweiß und Edelrauten!» 
Sua Maestà accettò il dono con un sorriso e ringraziò il ragazzo con una ricompensa in denaro. 

Piccolo gruppo di stelle alpine al cospetto del Grossglockner


Il rientro ad Heiligenblut

Di ritorno dalla passeggiata sul ghiacciaio, Francesco Giuseppe “ridiscese giù per la ripida collina, mentre la maggior parte degli altri scese, con gran divertimento di Sua Maestà, sulla neve profonda rimanendo bloccato... Sua Maestà raccontò poi alla sua illustre compagna nel corso della camminata di ritorno […] che gioia era stata per lui tutto quello che avevano vissuto." 
Quando ebbe raggiunto nuovamente il Bretterboden, venne servita la colazione "consumata su tavoli e panche improvvisati rapidamente, e consisteva in piatti freddi e latte riscaldato nella vicina Wallner-Sennhütte". 
La capanna Wallner-Sennhütte oggi non esiste più e al suo posto c’è il rifugio Pasterzenhaus, qui sotto:


In primo piano la Pasterzenhaus, sullo sfondo la Glocknerhaus al Bretterboden


La via del ritorno non fu priva di problemi poiché una depressione nel sentiero lo rese un attimo impraticabile. Venne immediatamente riparata dalla guida alpina Pichler e anche l'imperatore e il conte Grünne trascinarono alcune pietre per sistemare l’avvallamento! 
Alla sorgente davanti alla Cappella Briccius gli escursionisti si dissetarono. L'acqua sorgiva scorre ancora oggi nel punto in cui Sissi e Franz si riposarono...



Iscrizione che ricorda la leggenda di Briccius e la costruzione della cappella


Dopo un po' di tempo, la comitiva si rimise in cammino.
Franz, che camminava agevolmente e con passo sicuro, corse avanti a tutti ed erano appena le 12 quand’egli raggiunse la canonica quasi un quarto d'ora prima del resto della comitiva. Qui sotto due immagini che ci mostrano un giovane imperatore abbigliato con i tradizionali abiti in loden per la caccia che erano impiegati sovente anche per le escursioni montane. Così, pressappoco, doveva apparire Francesco Giuseppe agli occhi degli abitanti di Heiligenblut e fu così che... 



... Non atteso e quindi non riconosciuto, Francesco Giuseppe si sedette comodamente su una balaustra delle scale e sorrise alla guida asciugandosi il sudore. 
«È caldo, Stoff [Christof]?» gli chiese una delle contadine presenti che certamente lo confuse con un suo conoscente; egli rispose sorridendo: «Abbastanza caldo!». Solo allora Francesco Giuseppe venne riconosciuto da alcuni presenti e salutato con timore reverenziale dalla donna e dagli astanti. 
Giunse infine anche Sissi e tutto il suo seguito. Poiché i loro abiti si erano sporcati in seguito alla lunga escursione, la coppia imperiale si cambiò d’abito, prese parte ad un rinfresco organizzato per loro e poi si recò in visita alla chiesa dedicata a San Vincenzo. Magnifica nel suo stile gotico, venne eretta laddove era stata costruita una prima cappella per commemorare il ritrovamento del Sacro Sangue di Gesù portata da Briccius. 
Il parroco Kornke spiegò la storia di tutte le opere d'arte presenti e i sovrani rimasero incantati davanti all'altare dove, come oggi, era presente una gigantesca pala tardogotica intagliata nel legno e decorata mirabilmente con foglia d'oro, narrante le vicende della vita della Vergine Maria.
Il parroco tenne dunque tenne una conferenza dettagliata sulla leggenda di Briccius e quando venne loro presentato l'ostensorio con il Sacro Sangue, questa "veneratissima reliquia d’una pia preistoria" fu baciata con profonda riverenza dall'imperatore e dall’imperatrice.


L'ampolla contenente il sangue di Gesù portata da Briccius, conservata ancora oggi nella chiesa


Ma era ora di partire...

Ritornate alla canonica, le due Maestà ebbero la grazia, su richiesta del parroco, di inserire i loro nomi nel Glocknerbuch, il libro degli ospiti. Ringraziarono con cortese condiscendenza il prete per l'amichevole sistemazione in canonica e risalirono sulle loro carrozze mettendosi in moto per il viaggio di ritorno, ricevendo i più cordiali saluti delle persone presenti. 
Quando arrivarono all’abitazione “Äußerentrogers”, Sissi e Franz volevano dissetarsi presso una sorgente e, poiché il boccale da viaggio non era a portata di mano, l'imperatore disse ai residenti in piedi davanti alla casa: «Prestaci un bicchiere!», e loro ne portarono frettolosamente due bicchieri che furono presentati con gioia ai sovrani. Rimasero per sempre un inestimabile cimelio della Trogerhaus
Poi si rimisero in viaggio e “lacrime di emozione brillarono in molti occhi” mentre il suono delle campane a festa si disperse fra le valli annunciando “la separazione dai venerati e con spari di mortaretti anche le gelide pareti delle Alpi inviavano i loro saluti di addio con un'eco fragorosa."
Sicuramente questa giornata rimase a lungo nell'animo dell'imperatrice come una delle sue vacanze più belle anche se non tornerà mai più ad Heiligenblut.



Paramento sacro per il parroco di Heiligenblut

Subito dopo il suo ritorno alla residenza, Sua Maestà l'Imperatrice inviò un prezioso abito da Messa (casula) per la chiesa parrocchiale di Heiligenblut. Come testimoniato dalla cronaca parrocchiale il paramento era stato inviato espressamente da Sissi e fu ritirato il 21 ottobre dal sacerdote che lo fece benedire dal vescovo. In onore dell’imperatrice l’abito venne ufficialmente indossato per la Messa il 19 novembre 1856, l'onomastico dell’augusta sovrana.


Sui passi di Sissi e Franz

Ancora oggi si può intraprendere l'escursione fatta da Sissi e Franz in quel lontano settembre 1856 poiché questo percorso è rimasto un classico di sentieri del Parco Nazionale degli Alti Tauri: quasi 20 km chilometri di lunghezza (sino al Franz-Josefs-Höhe), livello di difficoltà media con un dislivello di 1.100 metri. 

Qui qualche informazione (in tedesco) sull'escursione: 
https://www.bergfex.at/sommer/kaernten/touren/wanderung/5729,heiligenblut-franz-josefs-hoehe/#:~:text=Vorbei%20am%20Glocknerhaus%20(2132%20m,Heiligenblut%20in%204%20Stunden%20erreicht.



- Fonte

Mittheilung an meine Landsleute über die Reise nach Heiligenblut und auf den Pasterzengletscher bei Gelegenheit der Anwesenheit Ihrer k. k. Majestäten Franz Josef und Elisabeth im September 1856 di Johann Haller,

Reise Ihrer k.k. apostolischen Majestäten Franz Joseph und Elisabeth nach Kärnten im September 1856 




Curiosità

Il castello Rosegg presso l'omonimo paese in Carinzia, esattamente tra Villach e Klagenfurt, contiene oggi una piccola collezione di figure di cera tra le quali ritroviamo una figura del Kaiser Franz Josef e due di Sissi (non molto somiglianti... ). 






E visto che su Sissi e Franz ormai si specula in ogni dove… come non ricordare che esattamente sul Grossglockner c’è una figura cartonata che ritrae FJ ed Elisabetta con un foro al posto della testa, nei quali infilare il proprio capo per farsi una foto nelle loro vesti?! Tipo questa…



Ad Heiligenblut è stato realizzato un albergo chiamato Hotel Kaiservilla, esattamente nel punto in cui sorgeva un vecchio maso alpino, nel quale i servitori della coppia imperiale si fermarono per passare la notte:




Il versante di sud-ovest del Grossglockner (quasi al confine con la nostra Italia), esattamente presso Kals am Grossglockner, ha fatto da scenografia per il film “Heidi” del 1993 che tutti noi abbiamo visto e rivediamo ogni anno in televisione... chi di voi se lo ricorda? A me è rimasto nel cuore...