mercoledì 30 ottobre 2013

Tradizioni vittoriane per Halloween



In occasione dei festeggiamenti di Halloween di solito si va a feste in maschera, si porgono in dono caramelle con la solita cantilena del "dolcetto o scherzetto?", oppure si guardano film spaventosi... In tutto questo però spesso si dimenticano le molte tradizioni del passato che per secoli hanno circondato questa festività. E' dunque interessante guardare indietro alla storia di Halloween e vedere come i vittoriani celebravano questa festa autunnale. 

Sembra che la parola “Halloween” sia stata usata per la prima volta nel XVI secolo, come contrazione della frase All Hallows Even che significa “la notte prima di Ognissanti” (All Hallows Day in inglese arcaico). Oggi si tratta soprattutto di una festa consumistica diffusa in particolare negli Stati Uniti, caratterizzata da una simbologia legata al mondo dell’occulto e del macabro che però ritrova le sue radici nelle feste dei popolari dei popoli europei prima dell'avvento del Cristianesimo. 
La festa di Halloween nell'antichità, secondo gli storici pare si ricolleghi tacitamente alla festa celtica di Samhain (nota anche come “capodanno celtico”), che celebrava la fine dell’estate, l'ultimo raccolto dell'anno prima della lunga pausa obbligata del periodo invernale. In questo periodo lo scudo che separava il mondo dei vivi da quello dei morti, diveniva più permeabile, causando dunque un inquietante avvicinamento dei defunti all'essere umano. I morti dovevano essere ben accolti, il vivo doveva essere pronto ad accoglierli. Gli spiriti dell'aldilà avrebbero certo influito sulla fortuna futura della famiglia. Per proteggersi dagli spiriti maligni, uomini e donne solevano pure intagliare figure allegoriche, talvolta col volto spaventoso, tentando di arginare la deriva demoniaca illuminando quasi a giorno le case, bruciando falò nei prati e nei campi attorno alla casa.
Samhain era, dunque, una celebrazione che univa la paura della morte e degli spiriti all'allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno. Vestiti con maschere grottesche, si facevano luce con lanterne costituite da rape intagliate (e non zucche) al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Dopo questi riti i Celti festeggiavano per 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti, in modo da farli ritornare nel loro mondo.
La corrispondente  festività germanica era il Winternights (anche chiamato Winternacht, Vetrablot o Vetrnætr [Veturnètur]). I morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano dunque tenute in loro onore, accendendo falò e cercando di rischiarare l'oscurità di quei giorni, temendo gli spiriti maligni ma, al contempo, ingraziandosi le anime dei morti affinché benedicessero l'abitazione e il raccolto. Da questo punto di vista le tribù erano un tutt'uno col loro passato ed il loro futuro. Questo aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente, nemmeno con l'avvento del Cristianesimo.
Nel VIII secolo questa festa contadina che celebrava la fine dell’estate si stava diffondendo in tutta Europa. Così, per contrastare derive pagane, Papa Gregorio III spostò la data di Ognissanti e la commemorazione dei defunti dal 13 maggio al 1° novembre, cercando di creare un legame con la festa di Samhain. La festività del 1°novembre, quindi, divenne “precetto” per i Cristiani nell’840.

Molte attività del moderno Samhain (Halloween) derivano dallo Spiritualismo che fiorì tra l'inizio del 1800 e l'inizio del 20° secolo. La concezione che si aveva di questa festa era quindi più profonda, non necessariamente religiosa, ma sicuramente si avvicinava al culto dei morti, alla necessità che ogni persona aveva di conoscere l'aldilà e di venirne a contatto. Questo capitava spesso, falsamente, grazie all'intercessione di taluni falsi medium che si facevano anche pagare profumatamente! 
La stessa Sissi ad esempio, dopo la morte del figlio Rodolfo, partecipò a numerosissime sedute spiritiche. Chissà quanti se ne approfittarono? 


Tornando all'Halloween vittoriano possiamo dire che generalmente i vittoriani non si mascheravano come facciamo noi oggi. La tradizione di mascherarsi risale più che altro all'inizio del 20° secolo ed erano per lo più le donne a vestirsi. La moda dell'epoca prevedeva principalmente che le dame si abbigliassero da creature della notte: i pipistrelli. Di solito la maschera veniva aggiunta ad un vestito che già possedevano.

La tradizione ufficiale di intagliare zucche, invece, risale alla prima metà dell'Ottocento. Era già popolare in gran parte dell'Irlanda dove si soleva intagliare rape a dire il vero, ma anche in Centro Europa e in tutte quelle zone dove queste abbondavano. Fu grazie agli immigrati irlandesi (così come pure quelli tedeschi e olandesi) che la tradizione dell'intaglio delle zucche arrivò anche in America - ivi compresa la tradizione di San Nicola che portava i doni e che ben presto prese le sembianze di Babbo Natale. 
La stessa usanza si trovava comunque già nell'Antica Roma durante la celebrazione in onore della dea Pomona, dea del raccolto, delle messi e delle sementi: in suo onore esisteva l'usanza di intagliare alcuni ortaggi - una tradizione ben radicata, seppur poco nota ai più, in alcune regioni del Sud Italia, dove le origini si perdono nella notte dei tempi. Fu associata ufficialmente ad Halloween solo verso la seconda metà del Novecento. 
La tradizione delle cosiddette Lümere della notte del 31 ottobre, era radicata fino agli anni '50 del Novecento, in tutta la Pianura Padana e in alcune zone del centro e del nord Italia. Oggi l'usanza di festeggiare è tornata per altre vie, più consumistiche, ma c'era chi le zucche le sapeva già intagliare.



Ma ora vediamo quali erano le tradizioni vittoriane del tempo...


Tradizioni vittoriane per la notte di Halloween


Nonostante la loro reputazione per la morigerata sobrietà, i vittoriani celebravano Halloween con grande entusiasmo e spesso con totale abbandono. Le feste vittoriane di Halloween erano piene di divertimento, giochi e rituali spettrali secondo il gusto coevo, alcuni dei quali sono ancora presenti nelle odierne feste di Halloween. Molti giochi avevano origini nella religione pagana o nella superstizione medievale. Altri erano semplicemente un mezzo per far festa con i propri amici secondo convenzioni del tempo. Le celebrazioni di Halloween in epoca vittoriana sembrano dunque essere composte da una parte d'ispirazione romantica, una parte di "ricostruzione" storica e una parte di marketing vittoriano poiché, fin dalla seconda metà dell'Ottocento, nei giornali del tempo venivano pubblicizzati giochi e usanze da mettere in atto proprio nella notte di Halloween.

Per un esempio di una festa di Halloween vittoriana, abbiamo bisogno di guardare all'emblema stesso dell'Età Vittoriana, la stessa regina Vittoria. Nel caso specifico sappiamo che, nel 1876, la regina insieme alla principessa Beatrice e alla marchesa di Ely, celebrò una grande festa di Halloween al castello di Balmoral. I preparativi si svolsero con giorni di anticipo e, nella notte della celebrazione "[...] Sua Maestà e la principessa Beatrice, ognuna con una grande lanterna, hanno dato il via ad una passeggiata all'aperto. Seguì una processione formata da inquilini e domestici della tenuta. Tutti portavano delle torce accese. Camminarono attraverso i giardini e intorno al castello e la scena, mentre la processione si spostava in avanti, appariva molto strana e sorprendente" riporta l'edizione del 6 novembre 1874 dello Staffordshire Sentinel che prosegue "Quando la processione arrivò di fronte al castello, fu acceso un enorme falò. Fu a questo punto che il rituale cominciò ad assumere un'aria chiaramente pagana. Quando le fiamme erano alte, una figura vestita da hobgoblin [un goblin amichevole del folklore inglese] apparve sulla scena [...] circondata da un numero di fate con lunghe lance [...] e dall'effige di una strega. In un cerchio formato dai tedofori, il goblin che presiedeva la celebrazione gettò la figura della strega nel fuoco, dove venne rapidamente consumata." dopodiché ebbe luogo una divertente festa con musica dal vivo.

Certo, non tutti potevano celebrare Halloween in maniera fastosa come la regina Vittoria. Per quelli di mezzi più modesti, i giochi di società al coperto erano piuttosto popolari. 
Le padrone di casa s'organizzavano con largo anticipo e mandavano un invito ai loro amici già molti giorni prima della festa: la maggior parte degli inviti per le feste di Halloween erano fatti a mano a forma di simboli tradizionali della celebrazione e presentavano un verso in rima.
Il giorno della festa, l'ospite riponeva una zucca intagliata ed illuminata sulla soglia di casa. Ciascun invitato aveva l' "obbligo" di presentarsi con un'entrata plateale tentando di incutere un certo timore in tutti gli astanti poiché  l'abitazione era spesso vagamente illuminata, sovente completamente buia, rischiarata appena dalla luce emanata dalle zucche, caminetti o, in alcuni casi, lunghi serpenti fatti di latta sui quali era fissata una candela il cui calore faceva contorcere il serpente. Pannocchie secche decoravano gli stipiti delle porte, facendo da cornice a mele e ferri di cavallo appesi, mentre figure silenziose e vestite di scuro accompagnavano gli ospiti in cantina, in cucina o in qualche altra stanza buia prima che potessero rimuovere il soprabito. 
Alcune padrone di casa  salutavano i loro ospiti con un vecchio guanto pieno di segatura; altri, con decorazioni a forma di fantasmi fra ragnatele mostruose fatte di filato. I crisantemi gialli erano suggeriti per l'arredamento della tavola nelle riviste del tempo. Foglie secche, ciuffi di pannocchie secche di mais e bacche ornavano le stanze delle feste e facevano da centro tavola, sul quale erano disposti i piatti della tradizione.
Ma quali erano i giochi di società dei vittoriani?

  • Mele
Storicamente, sono molte le culture che considerano le mele come un essere magico. Si credeva addirittura che durante la notte di Halloween queste potessero prender vita, così come moltissimi altri ortaggi come le zucche. Le ragazze vittoriane utilizzavano le mele specificamente per la divinazione.



Se una di queste riusciva a sbucciare una mela in una striscia lunga , avrebbe avuto fortuna nel nuovo anno. Se questa poi gettava la buccia in una ciotola d'acqua, avrebbe potuto vedere l' iniziale di un potenziale amante.
Un'altra pratica magica riferita alle mele prevedeva di gettare i semi  nel fuoco e recitando l'alfabeto: la lettera che sarebbe capitata quando il seme si sarebbe aperto fra le fiamme, sarebbe stata la prima iniziale del nome del suo futuro marito.

Una simile usanza si ritrova in Scozia, in cui una è una tradizionale forma di divinazione quella di ritagliare la buccia di una mela in una striscia lunga, per poi gettarla oltre la propria spalla. Si pensava che la buccia sarebbe atterrata nella forma della prima lettera del nome del futuro marito.

Un altro gioco consisteva nel tagliare una mela in nove pezzi per poi mangiarli davanti ad uno specchio in una stanza illuminata solamente da candele. Quando si era arrivati all'ultimo pezzo, lo si sarebbe dovuto lanciare oltre la spalla sinistra come offerta al mondo degli spiriti. In cambio, gli spiriti, avrebbero evocato l'apparizione della propria anima gemella, quale riflesso nello specchio.

Un gioco comune era quello di mettere a mollo le mele all'interno di una tinozza, attività questa che in Scozia prende il nome di "dooking". In questo caso i partecipanti dovevano usare i denti per togliere una mela dal contenitore. 

Una variante che contempla l'utilizzo delle mele per la festa di Halloween, prevedeva che il giocatore si mettesse in ginocchio su una sedia, davanti una tinozza piena d'acqua e una forchetta tra i denti con la quale si doveva prendere quante più mele potesse.



Un altro gioco comune consisteva nell'appendere delle mele (o delle focaccine) con delle corde rivestite di melassa o sciroppo. I partecipanti dovevano consumare questo cibo senza usare le mani mentre era attaccato alla corda... attività che portava inevitabilmente ad avere un viso molto appiccicoso! 


Storicamente, i Romani conquistarono gran parte delle terre celtiche quando invasero l'Europa continentale nel 43 d.C., e nei successivi quattrocento anni di occupazione e dominio, sembra che abbiano mescolato molte delle loro celebrazioni alle feste celtiche esistenti. Uno di questi esempi può aiutare a spiegare l'impiego delle mele nelle usanze di Halloween di oggi. La dea romana della frutta e degli alberi era proprio Pomona che aveva il suo simbolo proprio nella mela.

  • Noci
Un altro gioco popolare prevedeva la tostatura delle castagne o delle noci, con lo scopo di testare l'amicizia o la compatibilità con un'altra persona. 
Questo particolare gioco è menzionato in molti libri e articoli dell'epoca. In esso, due frutti vengono scelti e affiancati su di una graticola  o tenuti sospesi sul fuoco per mezzo d'una pala. Se bruciavano in silenzio, ciò era profetico di una lunga e felice amicizia da entrambe le parti; ma se nella tostatura questi scoppiavano ciò stava a simboleggiare un rapporto burrascoso. 
I movimenti dei frutti erano strettamente sorvegliati durante il riscaldamento, poiché si diceva che ciò avrebbe rivelato gli animi delle persone che partecipavano al gioco.
L'usanza era di gran moda in Irlanda, allorquando le giovani donne ci giocavano per sapere se i ragazzi che gli piacevano erano fedeli oppure no. In questo senso, si mettevano tre noci sulla griglia, nominandole con i nomi dei loro amanti. Se una si rompeva o saltava, l'amante si rivelava infedele; se iniziava a sfavillare o bruciare, egli aveva riguardo per la persona che sta facendo il gioco.


  • Le barbabietole e i cavoli
In una vecchia postcard vittoriana per Halloween si trova la credenza secondo cui estrarre una barbabietola dalla terra alla mezzanotte fra il 31 ottobre e il 1° novembre, avrebbe predetto in qualche modo il futuro. Se questa era grande allora si avrebbe avuto fortuna, altrimenti se fosse stata piccola si avrebbe avuto sfortuna.



Una simile usanza prevedeva invece quanto segue:
Due ragazze bendate dovevano intraprendere il cammino verso l'orto e il campo dei cavoli, dove ognuna doveva tirare fuori dalla terra la prima "testa" che trovava. Dovevano quindi ritornare a casa, dove venivano rimosse le bende ed esaminati i misteriosi gambi. 
Secondo lo stato del gambo, così sarà il destino del raccoglitore: se è dritto o storto, grande o piccolo, lo sarà anche il futuro marito; se ha un gusto piacevole, oppure no, il carattere del futuro marito sarà corrispondente, e la quantità di terra aggrappata alle radici denota se le loro ricchezze saranno piccole o grandi.
Quando non si avevano cavoli a portata di mano, quasi tutti gli ortaggi da giardino andavano bene; se ci fossero stati problemi nell'andare all'aperto, verdure di vario tipo, come rape, barbabietole e pastinache, potevano essere poste su un tavolo e le persone bendate potevano scegliere fra queste.

  • Specchi

Gli specchi sono stati spesso coinvolti in molte superstizioni per l'Halloween vittoriano. 
Tutte le donne del tempo utilizzavano gli specchi nell'arte divinatoria. Credevano di riuscire ad intravedere il loro futuro marito o un parente defunto; nondimeno gli specchi furono pensati per essere portali per l'aldilà e se si fosse guardato nel riflesso intorno alla mezzanotte di Halloween sarebbero apparsi gli spiriti. Nel caso in cui si fosse intravisto un teschio, si sarebbe morti in quell'anno. 




Un altro gioco che ha avuto alcune variazioni nel corso degli anni, è stato quello in cui le donne nubili dovevano recarsi da sole in una stanza buia con uno specchio e una candela, portando con sé una mela. Avrebbero dovuto cercar di sbucciarla in un unico pezzo e avrebbero dovuto guardare nello specchio: si credeva che il volto del vero amore sarebbe apparso nel riflesso.

Un'altra curiosa usanza era la seguente:
Se una persona desiderava sapere quanto brillanti sarebbero state le sue prospettive future, doveva andare a una finestra aperta o porta da cui era possibile vedere la luna. Tenendo uno specchio in mano, la fanciulla doveva mettersi con le spalle contro la luna, di modo tale che l'astro si riflettesse al suo interno Il numero di lune che avrebbe visto riflesso, avrebbe indicato il numero di volte in cui le sarebbe accaduto qualcosa di piacevole prima dell'avvento di un altro Halloween.

  • Tre piattini
Tre piattini venivano collocati in riga sulla tavola o davanti al fuoco. Uno doveva essere vuoto, uno pieno di farina, l'altro con dell'acqua. Questo avrebbe rivelato la fortuna della persona bendata alla quale veniva detto di immergere un dito in uno dei tre piattini. Se gli spiriti che regnavano in quella notte guidavano il dito nel piattino pieno d'acqua, avrebbe significato un sicuro matrimonio nei dodici mesi seguenti.Se il destino - poco propizio –  conduceva il dito nel piattino vuoto, avrebbe significato un anno e un destino di miseria. Il piattino con la farina significava invece ricchezza e felicità.
L'ordine dei dischi veniva modificato prima del tentativo di ogni vittima successiva.
Il gioco è già menzionato nel poema Halloween del 1785 di Robert Burns.


Esisteva anche una variante per giovani gentiluomini che era quasi identico, tranne che, secondo il Book of Days del 1832 , una delle ciotole era piena di acqua sporca. Se il signore immergeva le dita nell'acqua pulita, era destinato a sposare una fanciulla. Se immergeva le dita nell'acqua sporca, nel suo futuro ci sarebbe stata una vedova. E se incontrava la ciotola vuota, era destinato a finire i suoi giorni da scapolo.


  • Il fuoco spettrale

Un'altra tipica usanza vittoriana per Halloween, particolarmente antica, era quella di accendere un fuoco spettrale in casa, utilizzando il sale e l'alcol che venivano messi in un piatto e dati alle fiamme. Questo rituale produceva una luce piuttosto ultraterrena, verdastra e viola, che stupiva cupamente tutti i presenti in sala. Quando il fuoco era abbastanza vivo, vi si gettava all'interno dell'uva passa che ogni membro della famiglia e ogni invitato doveva cercare di prendere fra le fiamme.

Questo gioco, conosciuto anche col nome di Snapdragon, era particolarmente di moda per le celebrazioni del Capodanno o del Natale.





  • Il futuro scritto in Piombo Fuso
Un altro efficace mezzo per scrutare nel futuro oscuro e inconoscibile, era quello di fondere il piombo e versarlo attraverso il manico di una chiave in una ciotola d'acqua fresca. Le forme fantastiche acquisite attraverso questo improvviso raffreddamento, sarebbero stati indicativi del futuro della persona che aveva effettuato l'esperimento.

  • Il nome dell'amato nella cera della candela 
Similmente le donne utilizzavano la cera di una candela accesa per vedere  il nome del futuro sposo. Lasciavano cadere le gocce della cera che man mano si depositava sulla superficie, raffreddandosi, creando così il nome di un ipotetico futuro marito.


  • Racconti del terrore
Poichè nell'Ottocento non c'era la tv, la gente si metteva in salotto e discorreva del più e del meno... La notte di Halloween erano immancabili i racconti del terrore: streghe, diavoli, fantasmi, case infestate e altri racconti del terrore.

  • La stanza infestata
Cosa c'era di più emozionante nel girare per casa intorno a mezzanotte, dopo aver passato tutta la sera con gli amici a parlare di racconti di fantasmi? 
C'era infatti un gioco in cui le giovani donne dovevano andare ad una ad una in una stanza buia con una cassettiera contenente alcune scatole. Ovviamente gli uomini dicevano che la stanza era infestata da uno spirito maligno e le donne dovevano entrare nella stanza in silenzio, raccogliere a caso una scatola dalla cassettiera, senza urlare, ed uscire. La scatola di solito conteneva bomboniere e regalini per gli ospiti.

  • Sedute spiritiche
L'evocazione dei morti è un'altra pratica vittoriana molto in voga, soprattutto grazie al movimento dello Spiritualismo. Ovviamente erano messe in atto solamente dagli adulti più per uno spirito d'avventura, che per un'effettiva credenza!

  • Halloween's Pudding
Più che un gioco era un vero e proprio must dell'Halloween vittoriano. Come nel caso del Christmas Pudding (il budino di Natale) anche Halloween aveva il suo budino: l'Halloween's Pudding! Il padrone di casa doveva cuocere una torta di frutta con cinque oggetti nascosti all'interno - un anello, una moneta, un ditale, un bottone e una chiave. Alle 21:00 la persona più anziana avrebbe tagliato la torta in silenzio e avrebbe consegnato le fette ai vari commensali. Si credeva che le prime parole pronunciate dopo il taglio della torta sarebbero state profetiche per l'anno a venire e ogni oggettino all'interno del Puddign aveva un significato ben preciso: l'anello un matrimonio entro l'anno, la moneta era sinonimo di prossima ricchezza, il bottone l'incontro con il futuro amore, la chiave stava a significare un viaggio imminente, e il ditale significava che in quell'anno si sarebbe rimasti celibe o nubile.




- N.B.: Tutte queste usanze erano abbastanza diffuse sia in Inghilterra che, presumibilmente, in altre nazioni d'Europa. Ci giunge nota di esse anche grazie a numerosi volumi in merito alle tradizioni vittoriane, ai libri di Charles Dickens (specialmente per il Natale), ma soprattutto, in questo caso, grazie ai numerosissimi biglietti di auguri che furono commercializzati dalla fine del 19 ° secolo all'inizio del 20 ° secolo.


Halloween nell'Ottocento, tra Germania e Austria



Halloween si avvicina.... e poiché mi affascinano molto le tradizioni popolari ottocentesche (specialmente quelle dell'arco alpino e del centro Europa), ho pensato di creare questo post dedicato a questa celebrazione tanto nota,. analizzando le consuetudini e le varianti che esistevano al tempo di Sissi e Franz, tra l'Austria, la Germania ed il Tirolo...


Va precisato innanzitutto che la festa di Halloween, come la consideriamo noi oggi, non è una tradizione puramente tedesca ed è stata importata solamente negli ultimi anni come consuetudine e moda mondiale. La nascita della festività di Halloween si perde nella notte dei tempi e secondo lo storico Hutton esisteva probabilmente un Halloween in tutta Europa addirittura prima del Medioevo. Questa celebrazione è possibile rintracciarla già prima dell'Antica Roma nelle tradizioni dei Celti e dei popoli germanici. Halloween è tipicamente collegata alla festa celtica di Samhain: il suo nome deriva dall'antico irlandese e significa approssimativamente "fine dell'estate" giacché, secondo il calendario dei Celti, l’anno nuovo iniziava il 1º novembre. Una giornata questa che coincideva con la fine della stagione calda, celebrata la notte del 31 ottobre con questa festività.
Solo la Riforma Protestante in Germania e Austria, così come il Cristianesimo in Italia, tentò di cancellare queste tradizioni precristiane trasformando queste festività popolari dedicate agli dei a celebrazioni per i nuovi santi "importati". Tutte le tradizioni, le leggende e gli usi e i costumi attuali, non sono altro che il risultato della mescolanza di queste festività: prima c’erano le tradizioni dei Celti e degli altri popoli, poi arrivò la Cristianità che le fece proprie e le modificò. Ciò che prima era un bene, con l’avvento del Cristianesimo divenne un male…
Detto questo, va ricordato che, attualmente, in Germania il 31 ottobre viene dedicato all'anniversario della Riforma Protestante mentre l'intera settimana dal 30 all'8 novembre prende il nome di "Seleenwoche" ed è dedicata al culto dei Santi! 



Nelle tradizioni delle popolazioni germaniche e austriache, quindi, dopo il Medioevo non esisteva più un effettivo "Halloween": nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre non risorgevano i morti dalle tombe, non esisteva certamente Jack O'Lantern che invece proviene dalle tradizioni pagane precristiane, inglesi e celtiche. Più che altro, il culto dei morti era molto importante per queste popolazioni che mai si sarebbero sognate di dissacrarli con una festività simile!!
Sappiamo anzi che nell'area tedesca, così come in Tirolo, era viva la credenza dell'esistenza di fate, elfi, folletti, di streghe e di esseri maligni, che dimoravano nei castelli, nei boschi e nelle alte montagne. Di conseguenza non esisteva una festa dei morti come quella di Halloween, ma esisteva un giorno nel quale si credeva che questi spiriti si riunissero attorno ad un falò e danzassero per tutta la notte… una specie di sabba delle streghe. Poveri gli uomini che si trovavano al cospetto di questo girone infernale!!! Questa “notte degli spiriti maligni” tedesca fa riferimento alla famosissima Walpurgisnacht (Notte di Valpurga) che si festeggia non la notte del 31 ottobre, bensì quella a cavallo tra il 30 aprile e il 1º maggio. Una notte decantata da moltissimi artisti dell’Ottocento, primo fra tutti Goethe che utilizza la notte di Valpurga in una scena del Faust ripresa poi dal compositore Mendelssohn (Die erste Walpurgisnacht).


Durante la Walpurgisnacht, secondo le vecchie tradizioni germaniche, le streghe e gli spiriti maligni uscivano dai loro rifugi per danzare in onore della luna sul monte Brocken (Harz). Questa tradizione si sovrappose alla festa di santa Valpurga, fino a divenire la "notte di Valpurga". Santa Valpurga in realtà era una monaca inglese (710-778), divenuta badessa del monastero tedesco di Heidenheim presso Eichstatt, dove fu sepolta il 1° maggio 871 nella chiesa di Santa Croce. Poiché nelle tradizioni celtiche la notte tra il 31 aprile e il 1° maggio segnava il passaggio alla bella stagione, festeggiata (come Halloween) con celebrazioni pagane, con il Cristianesimo ciò si modificò: chi festeggiava era certo il demonio… Santa Valpurga doveva vegliare sul destino dei vivi e dei morti! 

Ovviamente gli uomini erano soliti proteggersi dal maligno invocando Dio con le preghiere! Altrimenti esisteva l'abitudine di accendere dei falò sulle alture delle vicinanze e vi si saltava sopra agitando delle scope ardenti: fin dove si vedeva la luce del rogo, allora la benedizione si stendeva tutt'attorno, su tutti i campi e i possedimenti dei contadini che speravano in un ricco raccolto nell'anno seguente. Questo accendere fuochi la notte di Valpurga prendeva il nome di “cacciare via le streghe”. L’usanza era molto diffusa nel Tirolo, in Moravia, in Sassonia e in diverse zone delle nostre Alpi.
Potremmo dunque definire la Walpurgisnacht come l’Hallowen tedesco, seppur non strettamente collegato ai morti.
Nella mia ricerca ho scoperto, ad esempio, che il 1° maggio (dopo la notte di Santa Valpurga) si usavano dei riti d’amore propiziatori, connessi con gli alberi e la vegetazione. L’albero più utilizzato era il “maggio” dal quale venivano presi dei ramoscelli che i giovani offrivano alle ragazze come augurio di amore e fecondità; oppure erano portati in processione di porta in porta da gruppi di questuanti che chiedevano cibi o dolciumi in cambio. Una stessa identica tradizione si ritrova in Inghilterra e in Scozia dove, la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, si dice che vagassero per i paesini alcuni cristiani che, in cambio di qualcosa da mangiare, porgevano delle preghiere ai defunti del donatore. 
In certe zone della Baviera si mettevano dei cespi anche davanti alle case delle coppie sposate di fresco, e la pratica era omessa soltanto se la donna era vicina al parto, perché in questo caso si diceva che il marito “si è già messo un cespo da sé”. In molte altre parti della Germania il 1° maggio i contadini innalzano dei “maggi” o dei “ceppi di maggio” anche presso le porte delle stalle e dei cortili nei quali si trovano gli animali domestici. Ed è probabilmente da questo simbolismo che nasce anche la tradizione dell’albero della Cuccagna e degli alberi di maggio, alberi che venivano portati al centro delle piazze e ornati con leccornie di ogni genere - simbolo di fortuna, fecondità e abbondanza sia nel presente che nel futuro.

Non ci è dato sapere se Sissi e Franz credessero a queste leggende o se addirittura festeggiassero in qualche maniera la notte di Valpurga. È più logico presumere che fossero i ceti più bassi della popolazione tedesca, quelli con il tasso di analfabetismo più elevato, a commemorare questa ricorrenza.


Nei secoli passati vi erano nondimeno alcune tradizioni tedesche strettamente legate al culto dei morti, frutto di millenarie credenze. Queste erano certamente messe in atto ai tempi in cui Halloween veniva festeggiato.

In Germania era usanza abbastanza comune nascondere i coltelli che si avevano in casa per evitare che i defunti si ferissero. Sulle porte delle case invece, con del gesso, venivano segnate dei simboli, delle sigle, che dovevano proteggere le abitazioni dalle possibili aggressioni degli spiriti maligni.
In Austria invece la gente lasciava del pane, della frutta o dei biscotti sul tavolo della cucina per dare il benvenuto ai morti che entravano nella loro casa e che erano i protettori del focolare domestico. Secondo le credenze popolari, questi defunti portavano in dono qualcosa ai bambini della casa. Era quindi logica, conseguentemente, l'usanza di mantenere acceso il focolare per tutta la notte, specialmente se quella era una notte particolarmente fredda.
Spesso si allestiva un buon pranzo in onore dei morti e si mangiavano molte cose: arrosti e dolci... Spesso nei dolci venivano nascosti degli oggettini (monete, anelli ecc...) che spesso assumevano un significato particolare in base al tipo di moneta, al tipo di anello e via dicendo.

Simili tradizioni ricorrono un po’ in tutta Europa e anche in Italia dove (ancora!) si crede che Halloween sia solo un’ “americanata”! Certamente il gusto del travestimento subentrò in seguito, ma solo sul finire del XIX secolo...