martedì 2 maggio 2017

Profanata la tomba di Romy Schneider

E' di questi giorni la notizia della profanazione dell'attrice Romy Schneider, la Sissi più famosa fra la gente: "Hanno tentato di svegliare dal suo sonno la principessa Sissi" scrivono i giornali francesi.
La tomba, che si trova nel cimitero di Boissy-sans-Avoir, nel dipartimento delle Yvelines, nella regione parigina, è stata aperta, probabilmente nel week-end. La pietra tombale è stata rimossa ma non ci sarebbero segni di danneggiamenti, riportano fonti vicine all'inchiesta.


Romy Schneider, nata nel 1938 a Vienna, divenne celebre ancora adolescente quando nel 1955 interpretò "La principessa Sissi"; il successo fu tale che furono realizzati due sequel nel 1956 e 1958 con la conseguenza che il personaggio dell'imperatrice d'Austria è rimasto ancora oggi identificato con l'attrice, che per il resto della sua carriera dovette fare i conti con quel personaggio tanto "ingombrante" e fiabesco. Non è un caso se Romy vestirà di nuovo il medesimo personaggio nel 1972 nel "Ludwig" di Luchino Visconti, poiché il regista la immortalò nei panni di un'imperatrice più autentica. 


Ciò non bastò però a toglierle di dosso quel personaggio, considerando che ancora oggi tutti confondono Sissi con la donna dolce e romantica dei film degli anni '50 che passano continuamente alla tv. L'attrice tedesca, naturalizzata francese, morì a 43 anni nel maggio del 1982, 10 mesi dopo la morte del figlio David di 14 anni... Una tragedia che l'accomunava con la vera Elisabetta d'Austria.
Le cause del decesso dell'indimenticabile protagonista della principessa Sissi, se suicidio o overdose involontaria legata all'abuso di alcol e medicinali, non sono state mai chiarite, perché la Procura non effettuò l'autopsia.


Il quadro di Sissi a cavallo venduto per 1,5 milioni


Qualche giorno fa, presso la nota casa d'aste Dorotheum di Vienna, famosa fra gli appassionati dell'imperatrice Elisabetta per via degli innumerevoli cimeli legati alla sovrana che annualmente mette in vendita, è stato venduto il quadro riportato qua sopra per la modica cifra di 1,5 milioni di €. 
L'acquirente ovviamente è rimasto segreto, ma la notizia ha destato non poco stupore poiché in sé per sé il dipinto non ha poi tutto questo grande valore... nemmeno fosse un originale di Monet o uno di Van Gogh. Eppure ha raggiunto quella cifra là - partendo da una base d'asta di 'soli' 300-350.00€ - forse la somma più alta mai battuta da Dorotheum.
L'esperta Dimitra Reimuller, direttrice della sezione dipinti del diciannovesimo secolo al Dorotheum, e Georg Ludwigstorff, esperto della casa imperiale, parlano della vendita all'asta del dipinto come di un evento sensazionale.


Il quadro, particolarmente grande, ritrae Elisabetta in sella all'amazzone sul suo cavallo, nella residenza estiva di famiglia di Possenhofen in riva al lago di Starnberg, quando a soli 15 anni era diventata la fidanzata dell'imperatore Francesco Giuseppe. L'opera, commissionata dal padre di Sissi ai pittori Carl Theodor von Piloty e Franz Adam, specializzato nella riproduzione di cavalli, fu realizzata quale dono per il sovrano per il Natale del 1853 e, proprio il 24 dicembre, compleanno di Elisabetta, ella lo donò al suo innamorato che a sua volta le porse anch'esso un suo ritratto equestre (qui sotto). Nel "Fremdenblatt", edizione numero 308 del 29 Dicembre 1853, il dipinto viene menzionato come "regalo di Natale a Sua Maestà l'Imperatore d'Austria" e descritto come una magnifica opera d'arte. Anche Egon C. Corti nella sua biografia sull'imperatrice Elisabetta, descrisse la prima notte di Natale che i fidanzati trascorsero insieme a Monaco, occasione in cui si fecero reciproco dono dei rispettivi ritratti a cavallo, così da rivelare la propria comune passione per l'equitazione.


Questo "dono di fidanzamento" di Elisabetta, com'era chiamato in famiglia e com'è stato presentato anche da Dorotheum, era rimasto appeso circa 60 anni sopra il letto dell'imperatore alla Hofburg di Vienna - aspetto che ne mette in rilievo l'immenso significato - fino al giorno della sua morte nel 1916, dopodiché pare se ne fossero perse le tracce, poiché lasciato in eredità da Francesco Giuseppe alla figlia Maria Valeria e certamente custodito chissà dove fino ad ora dai discendenti. 
Il ritratto dell'imperatrice fu pertanto sostituito con una copia pressoché identica del dipinto di Adam / Piloty, mentre una successiva variante del dipinto si trova presso la collezione d'arte dei Thurn und Taxis a Regensburg.


Bozzetto per il ritratto di Elisabetta a cavallo



La camera da letto dell'Imperatore all'inizio del Novecento

Da notare la differenza nell'abbigliamento: nel dipinto originale di Piloty e Adam, la futura imperatrice indossa un abito da cavallerizza ornato da stoffa azzurra, colore della Baviera, forse un omaggio alla patria della bella fidanzata, e un curioso cappellino chiaro con piumaggio color tortora. In quello all'Hofburg, l'abito è invece quasi completamente nero, ornato esclusivamente di pelliccia marrone, con un cappellino decorato da vistose piume anch'esse nere. Con quel vestito nero così austero, che ben si accordava con la rigidità della Corte viennese e con l'animo inquieto dell'imperatrice adulta, può forse definirsi un infausto presagio di ciò che fu poi la sua vita? Chissà...