L'arciduca Ludwig Viktor, il fratello omosessuale dell'imperatore Francesco Giuseppe, in vacanza a Merano, in compagnia del suo aiutante di campo, imboccò con la sua automobile la strada della val d'Ega che da Bolzano sale a Carezza, sebbene il transito fosse stato vietato - cosa che all'arciduca era stata fatta presente. Si telegrafò dunque al prossimo paese, probabilmente Ponte Nova (Birchabruck), affinché si bloccasse l'automobile.
Così l'autovettura fu costretta a fermarsi perché due carri furono messi di traverso sulla strada. Un folto gruppo di contadini si posizionò di guardia con falci e forconi. L'aiutante dell'arciduca fece presente al rappresentante del Comune l'identità della personalità sull'automobile, ma il pubblico ribatté che "l'Altezza Imperiale deve rispettare le leggi come tutti gli altri".
Si chiese l'intervento del capo distrettuale che tuttavia fu costretto a riconoscere che la competenza sulla viabilità era del Comune. L'aiutante riesce allora a telefonare a Bolzano alle autorità superiori, ottenendo la risposta che - per una volta tanto - "il Comune potrebbe soprassedere" e lasciar passare l'automobile con l'arciduca. A malavoglia il rappresentante del Comune si ritira, ma l'assembramento non si scioglie: i paesani non vogliono che la macchina passi. "La cosa si protrae per altri tre quarti d'ora, finché anche i più riottosi lasciano il campo, e l'arciduca può proseguire."
Nessun commento:
Posta un commento