martedì 17 aprile 2018

Marie Festetics, dama di compagnia di Sissi

Ricorre oggi la morte di Maria, contessa Festetics de Tolna (20 ottobre 1839 - 17 aprile 1923), dama di compagnia dell'imperatrice Elisabetta. 
Maria nacque quale ottava figlia di Sándor Festetics, Conte di Tolna (1805-1877) e di sua moglie Maria Josefa Baronessa di Boxberg (1810-1892). La madre proveniva da Amberg, nell'Alto Palatinato, ma da bambina giunse nell'ex impero Austriaco poiché suo padre era in servizio militare. La madre Josefa non imparò mai l'ungherese, nonostante abbia trascorso quasi tutta la sua vita in Ungheria, di conseguenza Maria e i suoi crebbero bilingue (tedesco e ungherese). 
Ella trascorse la sua infanzia a Tolna ma, a causa di difficoltà finanziarie della famiglia, la tenuta dovette essere abbandonata e si trasferirono Söjtör (contea di Zala). Cresciuta a Söjtör, Maria ebbe molti contatti con i politici ungheresi Ferenc Deák (con cui la famiglia Festetics manteneva un rapporto amichevole) e Gyula Andrássy.

Nel 1871, per intercessione di Deáks e Andrássy, Maria conobbe l’imperatrice Elisabetta con lo scopo di entrare nelle sue grazie e spingere la sovrana a perseguire le necessità ungheresi. Elisabetta la notò appena, ma i due politi ungheresi convinsero la sovrana ad intrattenersi con la contessa: fu così che durante le 5 ore di viaggio tra Pest e Vienna le due donne si conobbero e rimasero molto colpite l’una dall’altra e alla fine del 1871 Maria entrò a far parte dell'entourage dell'Imperatrice Elisabetta. Ella esitò a lungo ad accettare il posto, temendo che non sarebbe più stata in grado di condurre la propria vita privata. Tuttavia, spronata da Andrassy che ne vedeva la giusta intermediaria per le questioni ungheresi, decise infine di accettare l’incarico. La Festetics colpì subito Sissi poiché era una donna arguta, molto intelligente e tremendamente schietta, che non amava la cortigianeria. Proprio per queste caratteristiche, l’imperatrice capì ben presto che di quella donna poteva fidarsi e dopo poco le due donne si affezionarono l’una all’altra. 
Come da regola di Corte, Maria dovette rifiutare diverse proposte di matrimonio su richiesta della stessa imperatrice che non voleva rinunciare a lei. Con la sua dama le conversazioni si basavano su una fiducia, una stima reciproca. Due intelligenze si affrontavano su un piano di parità che tanto piaceva a Elisabetta che poteva aprirsi senza problemi e sapeva di poter ricevere i giusti consigli dalla Festetics che senza troppe cerimonie non la risparmiava dalle sue critiche: la dama d’onore sapeva infatti discutere e confrontarsi, contrapponendo il proprio punto di vista a quello di Elisabetta.
Nel corso degli anni Maria, accanto a Ida von Ferenczy con il titolo di "Lettrice dell'Imperatrice", divenne la più amata dama di Corte di Elisabetta e divenne sua compagna costante. Il suo lavoro, seguire costantemente Elisabetta nei suoi numerosi viaggi ed escursioni, nel corso degli anni divenne troppo estenuante per Maria – sovente costretta a seguirla a dorso di muli insieme alla Ferenczy durante le escursioni in montagna - e fu trasferita nella segreteria personale dell’imperatrice, divenendo dama d’onore.
Per questo motivo, nel gennaio del 1883, Charlotte von Majlath fu nominata dama di Corte e di compagnia dell'imperatrice. Nel 1890, un'altra donna ungherese sembrò più adatta alle alte ambizioni sportive di Sissi, tant’è che la 24enne contessa Janka Mikes fu nominata sua dama di compagnia, cui succedette Irma Sztáray nel 1894. Tutte dame ungheresi dunque, per decretare definitivamente la predilezione della sovrana per l’Ungheria, sì per destare anche scandalo nel conservatorismo viennese, ma anche la sua indipendenza. 

Maria Festetics a cavallo

Maria Festetics, in primo piano, con Ida Ferenczy
a dorso di muli

Ad ogni modo, nonostante Maria non avesse più il compito di seguire Elisabetta nelle sue escursioni, era sempre al suo fianco durante i viaggi per mezza Europa e aveva il compito di scrivere lettere alla famiglia imperiale, nonché leggere all’imperatrice le lettere che le arrivavano dal marito: della corrispondenza tra Elisabetta e Francesco Giuseppe si sono conservate pochissime lettere, questo perché i continui spostamenti di Sissi, spesso non programmati, la rendevano spesso difficilmente raggiungibile facendo accumulare le lettere che il marito invece le inviava quasi quotidianamente - “L’imperatrice mi ordinava di sovente di bruciare le lettere affinché non finissero nelle mani di estranei”, scriverà in seguito la Festetics.


Dopo la morte dell'imperatrice, Maria dovette lasciare il suo impiego e il suo appartamento nell'Hofburg. Si trasferì in un appartamento, nel terzo distretto di Vienna, che aveva già comprato in precedenza. Maria trascorse molto tempo nella sua tenuta a Söjtör, facendo viaggi, visitando molti posti che aveva visitato una volta con Elisabetta. Di regola trascorreva l'inverno a Vienna, nel suo appartamento in Reisnerstrasse che vendette poco prima della sua morte, avvenuta a Söjtör nel 1923.


Maria Festetics in età matura

Maria Festetics anziana

Durante gli anni che fu a servizio presso l’imperatrice, Maria compose un lungo diario che risulta essere una delle testimonianze più oggettive e quindi preziose sulla vita di Sissi. Proprio da esso, recentemente pubblicato in Austria, ci giungono notizie sulla quotidianità della sovrana, sui suoi pensieri e sulle loro conversazioni, prendendo nota principalmente delle riflessioni che la sua regina le ispirava. Donna estremamente leale, nelle sue registrazioni narra senza scrupoli pregi e difetti della sua sovrana, raccontando indignata dei vari pettegolezzi che se ne facevano a Corte, ma soprattutto mostrando senza troppi di giri di parole la vera anima della sovrana, non descritta in modo così edulcorato come in altre testimonianze, ma con cognizione di causa: ecco dunque che Sissi ci appare come una donna normale, con un proprio istinto, così particolare per via delle disgrazie che ne condizionarono l’esistenza (Sissi stessa le diceva spesso di avere timore di incontrare la gente perché non ne riceveva altro che sguardi malevoli e parole aspre), con un senso di osservazione tremendamente acuto e doni spirituali eccellenti.

Dirà di lei a proposito della sua giovialità durante le escursioni in montagna: “Sua Maestà confida le cose più riservate, è molto buona e cara, eppure a volte rabbrividisco davanti a quest’anima bella che affonda nell'egoismo e nei paradossi!
Oppure in merito al suo senso d’inadeguatezza alla Corte di Vienna: “Ha portato via il cuore dai suoi boschi, perciò nessuno la capisce qui dove il germe di qualsiasi sentimento viene inevitabilmente soffocato dal formalismo tradizionale!




Nessun commento:

Posta un commento