martedì 9 aprile 2019

Gli Asburgo alla Cascata della Marmore - Maria Luigia di Parma e gli altri pt.2



Maria Luigia e i viaggi 

Prima di arrivare a Parma, Maria Luigia non era mai stata in Italia ma era comunque una grande viaggiatrice e nella sua vita aveva visitato moltissimi luoghi d'Europa, principalmente località termali com'era consuetudine dell'epoca, ritrovo di nobili e regnati. Ciononostante ella era una donna molto ripetitiva e metodica, poiché si recò sempre negli stessi alberghi, nelle stesse città, nelle stesse stazioni termali; i viaggi erano sempre standardizzati poiché seguivano sempre gli stessi itinerari e comuni esecuzioni, svolgendosi con ripetute solenni accoglienze, con l'innalzamento delle cosiddette "architetture effimere" (es. gli archi di trionfo di carta, creati la mattina e smantellati la sera, terribilmente kitsch), ricevimenti dei dignitari e dei nobili locali, visita alle zone culturalmente interessanti nei dintorni e così via. Tutto questo si ripeteva ogni volta, ad ogni viaggio. Immaginiamo dunque quanto potessero essere estenuanti e del perché, soprattutto, l'imperatrice Sissi, qualche anno più tardi, preferisse non concedersi come invece facevano altre sovrane e altre nobildonne cui erano riservati simili accoglienze trionfali.
Tutti gli spostamenti di Maria Luigia, esattamente come Sissi, erano programmati per tempo, affinché tutto fosse improntato a regola d'arte, ordinati da documenti cosiddetti "Itinerari di viaggio", gestiti in maniera puntigliosa e precisa, all'austriaca come detto simpaticamente la dott.ssa Francesca Sandrini del Museo Glauco Lombardi durante la conferenza tenutasi al Museo Eroli di Narni il 29 marzo.
Maria Luigia viaggiava sotto lo pseudonimo di contessa di Colorno, un nome adottato già dal 1814, e ogni suo spostamento era diviso in servizi, ovvero in partenze scaglionate nelle quali i guardarobieri erano i primi a mettersi in viaggio, spesso di notte, mentre Maria Luigia era l'ultima del servizio che partiva, di modo tale che quand'ella sarebbe giunta a destinazione, avrebbe trovato tutto ciò di cui aveva bisogno.
Quando la comitiva ducale partiva da Parma, non era mai composta da poche persone, era anzi un vero e proprio corteo di persone tra le quali stavano camerieri, cuochi, parrucchieri personali, dame di compagnia per l'uno e l'altro, e così via.
I viaggi di Maria Luigia toccarono spesso Venezia o Firenze, ma anche Bad Ischl, residenza estiva della famiglia imperiale d'Austria. 


Maria Luigia alla Cascata delle Marmore 

Eccoci dunque a parlare del viaggio della duchessa di Parma a Terni!

Giovanni Battista Callegari - Ritratto di Maria Luigia duchessa di Parma

Il viaggio della duchessa di Parma , che quand'era imperatrice dei francesi si chiamava Maria Luisa prendendo poi il nome italianizzato di Maria Luigia quando divenne duchessa del Ducato di Piacenza, Parma e Guastalla, è da inserirsi in un'ottica certamente più ampia di un viaggio en famille tra Venezia e la Toscana: una riunione di famiglia che vide fra i protagonisti proprio l'imperatore Francesco con la sua quarta moglie e la figlia Maria Carolina.
Si ritrovarono a Firenze, dove Maria Luigia arrivò per la sua terza volta da Parma dopo esser transitata per Bologna. A Firenze ella si dedicò allo shopping recandosi, come sua abitudine fiorentina, presso i negozi di gioielli su Ponte Vecchio, di cui sono testimonianza i numerosi rendiconti conservati a Parma. A Firenze alloggerà presso Palazzo della Crocetta, mentre le altre volte dimorò nel bellissimo Palazzo Pitti.

Palazzo della Crocetta, via della Colonna, Firenze. Sede del Museo Archeologico Nazionale
Palazzo Pitti, la cui copia esatta si trova a Monaco di Baviera,
per l'esattezza l'ala Königsbau, voluta dallo zio di Sissi, re Ludovico I  

Durante questo breve soggiorno ella fu raggiunta dal padre imperatore, che per l'occasione viaggiava sotto il nome di duca di Mantova, dalla matrigna Carolina Carlotta e dalla sorella Maria Carolina, per i quali furono organizzati solenni spettacoli.
Nella città si ha la presenza di numerosi altri parenti di Maria Luigia come Antonio di Sassonia con la moglie Maria Teresa, l'arciduca Giuseppe palatino d'Ungheria fratello dell'imperatore, per una vera e propria réunion.

Antonio di Sassonia
Maria Teresa d'Asburgo Lorena
L'arciduca Giuseppe, palatino d'Ungheria
in una miniatura del 1815 ca.

Durante queste giornate a Firenze, la comitiva imperiale visitò le varie attrattive turistiche e le zone circostanti, muovendosi con estrema organizzazione, con una tale precisione che questa visita ebbe una grande risonanza, un grande rilievo. Si ebbero spettacoli pirotecnici cui la famiglia imperiale assistette con grande piacere, si visitò il centro con i bei palazzi antichi e il ponte di Santa Trita. Ci furono giornate estenuanti con ricevimenti di notabili, politici ed esponenti del clero, nonché l'arrivo di Metternich, primo ministro dell'imperatore Francesco I.
In tutto, fu un viaggio moderatamente "breve" di quasi due mesi, cui Maria Luigia era sicuramente abituata giacché ne fece di più lunghi, considerando ulteriormente che gli spostamenti in carrozza potevano addirittura durare giorni interi ricoprendo solamente pochi chilometri.
Di questo lungo viaggio non esistono però testimonianze, senza considerare ovviamente la scarna cronaca dell'epoca. Esiste un documento ufficiale che però indica esclusivamente le personalità che furono presentate a Maria Luigia; non esiste neppure corrispondenza privata, nonostante la duchessa fosse un'avida grafomane, che possa aiutare un'adeguata ricostruzione di quei giorni.

Da Firenze Maria Luigia si diresse in visita a Siena dove rimase solamente nei giorni del 29 e 30 marzo 1819, ritrovandosi con il padre Francesco che si stava recando a Roma con Antonio di Sassonia e il Metternich, dove si fermeranno solamente per una settimana per poi scendere verso Napoli.
Maria Luigia invece scenderà in Umbria passando per Perugia e Foligno, arrivando a Terni il 2 aprile 1819 insieme all'arciduca Palatino.
Fin da principio il viaggio doveva essere solamente a Venezia e lungo la Toscana, pertanto il viaggio in Umbria non era stato neppure messo in conto. Difatti nelle cronache del tempo si fa menzione solamente del viaggio degli Asburgo come di una breve vacanza a Venezia e in Toscana.
Martin Verstappen - Veduta delle Cascate di Terni
Probabilmente decise di andare a vedere la cascata delle Marmore, che da sempre è considerato il salto d'acqua più alto d'Europa, su suggerimento di qualche suo vicino che era stato in visita alla Caduta del Velino, oppure incuriosita dalle descrizioni poetiche che se ne facevano, così come pure dei numerosi dipinti che la raffiguravano. Del resto era tappa obbligatoria per i viaggiatori del Grand Tour e Maria Luigia era molto sensibile al discorso naturalistico, proprio come gli artisti del tempo. Amava molto la montagna e non si precludeva nulla, volendo vedere e scoprire tutte le beltà delle zone che visitava.
Ella non seguì il padre a Roma per alcuni ovvi motivi: innanzitutto era già incinta di quattro mesi del Neipperg, dunque una maternità illegittima poiché i due non erano ancora sposati, pertanto, oltre allo scandalo in sé, il viaggio verso Roma e Napoli sarebbe stato troppo lungo e faticoso per Maria Luigia; oltretutto Roma non era una città accogliente per la presenza di numerosi francesi.
Ciononostante, con lei viaggiava anche il suo amante, conte Neipperg, ma la sua partecipazione non è testimoniata dalle cronache del tempo che invece riportano solamente la presenza dell'arciduca Palatino d'Ungheria. La figura del Neipperg risultava certamente scandalosa per quel tempo.

La scoperta del viaggio di Maria Luigia d'Asburgo fu praticamente casuale poiché il nome della duchessa si trova nel "Registro dei Consigli - dal 15 dicembre 1817 al 19 dicembre 1826" di Terni, scritto su di un foglio  di carta, di colore diverso dalle altre pagine, aggiunto al grosso volume conservato nell'Archivio di Stato cittadino le cui foto, realizzate da Paolo Austeri Ottaviani, vi condivido qui sotto.
Su di un lato vi è riportato un lungo e dettagliato resoconto di viaggio della duchessa Maria Luigia, mentre sull'altro la venuta dell'imperatore qualche settimana più tardi, nonché la visita del 1825 del re del Regno di Napoli.

Questo è quanto scritto:
"A dì 2 Aprile 1819
Circa le ore 20 di questo giorno giunse in Terni proveniente dalla Toscana S.A.I. Maria Luisa Principessa d'Austria sotto nome di Contessa di Colorno*, in compagnia di S.A.I. l'Arciduca Palatino con il suo nobile seguito, e prese l'alloggio nell'albergo Reale del Moro. Questo arrivo fu preceduto da S.E. il Sig. Marchese Boschi Generale delle Poste Pontificie di Romagna.
S.E.Ill.ima Monsignor Adriano Fieschi Delegato Apostolico di questa provincia dell'Umbria che appostatamente si era da Spoleto trasferito in Temi si portò nel precitato albergo ove complimentò la detta Principessa cd Arciduca Palatino.
Dopo breve riposo li suddetti personaggi si portarono ad osservare la celebre Caduta del Velino nel fiume Nera conosciuta volgarmente sotto il nome di Cascata delle Marmore. Il casotto in detto luogo esistente fu chiuso con arazzi per impedire lo spruzzo delle acque. Fatte tutte le osservazioni sullo spettacolo della Cascata volle S.A.I. passare ad osservarla anche di prospetto nel sito detto Penna Rossa dalla parte di Valle. trapassando il fiume Nera sopra li scogli che formano un ponte formato dalla natura, motivo per cui il suo ritorno in città segui all'ora una mezza di notte 
(1).
La mattina del giorno tre S.A.I. l'Arciduca Palatino prese la via di Roma e S.A.I. Maria Luisa circa le ore 15 in compagnia del Sig. Generale Nieperg se ne parti nuovamente alla volta della Toscana. Tutto ciò è stato qui registrato per ogni buon fine, ed effetto, e perché resti a perpetua memoria, l'arrivo e permanenza fatta in questa città del li suddetti personaggi.
* La lodata Principessa è la consorte di Napoleone Bonaparte già Imperatore de' francesi ora ritenuto nell'isola di S. Elena.
Giacinto Bartoli segretario comunicativo
"
(1) Per essere più precisi, per vedere meglio la cascata da un'altra prospettiva, Maria Luigia e il suo seguito si recò dapprima verso Collestatte e poi alla Specola, al cosiddetto Casotto che dovette essere risistemato poiché danneggiato da un recente terremoto. Un giro particolarmente lungo per l'epoca, difatti la nobile ospite ritornò a Terni a notte fonda!



Il Registro conservato nell'Archivio di Stato di Terni
foto: Paolo Austeri Ottaviani

Anche nel libro "L'Ottocento a Terni" di Dario Ottaviani, si ritrova questo accenno al viaggio di Maria Luigia:
"Il 2 aprile 1819 alle ore 20 giunge dalla Toscana S. A. Maria Luisa principessa d'Austria sotto il nome di contessa di Colorno in compagnia dell'Arciduca palatino e prese alloggio all'Albergo del Moro. Mons. Adriano Fieschi, delegato apostolico dell'Umbria, la condusse alla Caduta del Velino, conosciuta volgarmente come Cascata delle Marmore, poi l'osservo' in notturna da Pennarossa passando per il Ponte del Toro. La principessa e' la consorte di Napoleone ora detenuto nell'isola di S.Elena [...] La sera in onore dell'Ospite cantarono all'Accademia di canto Vittoria Smitt e sua figlia e il basso Bucciarelli di Trevi."

Si immagini dunque una città come Terni, con un tasso di povertà particolarmente elevato, che poteva vantare la presenza di simili personaggi a passeggio per le vie del centro e nei dintorni!
L'Albergo del Moro dove alloggiò Maria Luigia era localizzato in un palazzo che un tempo si trovava vicino all'odierna biblioteca, anticamente il Palazzo del Comune, che apparteneva alla ricchissima confraternita di San Nicandro cui i locatari dell'hotel dovevano pagare delle quote.
Questo era l'albergo più frequentato della città ed era spesso sempre pieno; gli ospiti più importanti erano ospitati talvolta anche dalle nobili famiglie locali - cosa che accadde con la successiva visita dell'Imperatore d'Austria. L'Albergo del Moro oggi non esiste più, sostituito da un modernissimo palazzo dove si trova la Profumeria Sergnese. Prima che fosse abbattuto, l'albergo aveva preso il nome di Hotel de l'Europe.

Il Palazzo del Comune alla fine dell'Ottocento. A destra si vede una porzione del vecchio albergo
L'Hotel de l'Europe al volgere del secolo XIX


Poco distante dal Moro, in via Garibaldi, esisteva anche un'altro albergo chiamato Osteria del Giglio cui Giuseppe Gioachino belli dedicò un sonetto romanesco intitolato "E se magna". Egli aveva sposato una ternana e visse per lungo tempo a Palazzo Fabrizi e al Vescovado.

L'albergo s'affacciava su quella che un tempo era la piazza principale della città e sulla quale si apriva anche l'antica chiesa di San Giovanni decollato costruita sul finire del 1500 su di una precedente basilica romana rinvenuta con i lavori di sbancamento per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo sul retro. Il fatto che fosse stata costruita proprio lì, non è certo un caso poiché la piazza era anticamente il luogo d'intersezione tra il Cardo (via Cavour-via Garibaldi) e il Decumano (l'odierno Corso Vecchio), dove sorgeva dunque il foro del municipio romano Interamna.



All'inizio del Novecento venne distrutta poiché pericolante per realizzare l'attuale Palazzo delle Poste e per realizzare la "strada nuova" che collegasse il centro cittadino con la stazione ferroviaria che fino ad allora si trovava in aperta campagna. La caratteristica principale della chiesa era la grande cupola che sormontava l’edificio, ben visibile anche da Piedimonte.
La facciata che vide Maria Luisa non era di certo quella originale, poiché questa fu rimaneggiata verso la fine del ‘700, suddivisa in tre parti delimitate da paraste e cornici. Si accedeva all'edificio di culto attraverso un unico portale affiancato da due nicchie e vicino ad essa stava un'antica fontana monumentale, coeva, pittorescamente decorata con due sfingi in travertino che spruzzavano acqua dalla bocca, e un statua nel mezzo.


Anche questa bella fontana venne demolita per costruire il Palazzo delle Poste e le due sfingi furono portate all'interno del parco pubblico la Passeggiata per essere utilizzate come ornamento (affettuosamente chiamate dai ternani col nome di Zuccone); della chiesa originale non rimane pressoché null'altro, salvo alcuni elementi decorativi della facciata riutilizzati come basamento delle panchine di pietra sempre nei giardini pubblici.


La cosiddetta "Zuccona"
un tempo divenuta fontanella, gravemente vandalizzata e prontamente restaurata
grazie all'intervento dell'Associazione Terni Città Futura di Michele Rossi


Da Terni Maria Luigia si mosse l'indomani, transitando per Perugia e per il lago Trasimeno. Da qui giunse nuovamente a Firenze l'8 aprile e il 12 rientrò a Parma. Cinquantanove giorni di viaggio e d'assenza dal suo ducato!
Se ne ritrova menzione anche nel «Grazer Zeitung» del 26 aprile 1819 che riporta: "Granducato di Toscana - Sua Maestà l'arciduchessa Marie Luise, duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, tornò a Firenze via Arezzo il 6 aprile, dopo aver fatto un viaggio di piacere da Siena a Perugia e Terni."


L'imperatore d'Austria alla Cascata 

Due mesi più tardi, invece, seguendo le tracce della figlia, proveniente da Roma, sopraggiunse a Terni anche l'imperatore Francesco II accompagnato dalla moglie Carolina Carlotta di Baviera e dall'altra figlia, l'arciduchessa Maria Carolina. L'unione dell'imperatore con la principessa bavarese non portò nuovi figli alla Corte viennese, anzi sappiamo che Carolina Carlotta non era neppure particolarmente bella poiché in giovane età aveva contratto il vaiolo; il loro matrimonio avvenne, come da tradizione, esclusivamente per ragioni politiche.
Questi nuovi illustri visitatori imperiali, giunsero a Terni da Roma percorrendo la Via Flaminia. Molto probabilmente si fermarono anche a Narni dove fin dai tempi più antichi esisteva una stazione di posta per l'invio della corrispondenza privata o per il cambio di cavalli. L'albergo prendeva il nome di Albergo della Campana (durante l'Impero francese nell'Umbria meridionale, Hotel de la Cloche) e i registri che si sono conservati dimostrano il passaggio di personaggi illustri che facevano la Flaminia fino ad Ancona. L'albergo non è più in funzione, ma la struttura è ancora esistente, non modificata nel corso dei secoli, e si apre poco dopo la porta d'accesso alla paese.


A Terni la famiglia imperiale fu anticipata dall'arrivo di una parte dell'entourage che sicuramente conduceva da Roma parte del nobile bagaglio, prendendo alloggio presso il convento degli Agostiniani della città, situato vicino Palazzo Manassei e lasciando la città il giorno successivo alla volta della Toscana.
L'indomani, il giorno 7 giugno, giunse il duca Antonio di Sassonia, imperatore settantunenne, che prese anch'esso alloggio a Palazzo Manassei. L'8 arrivò a Terni anche sua moglie, Maria Teresa d'Austria sorella dell'Imperatore Francesco, che trovò alloggio nella stessa abitazione e che col marito si recò a vedere la Cascata delle Marmore, ascoltando poi la Messa nella chiesa di San Pietro di fianco a Palazzo Manassei. Suddetta chiesa è stata visitata nella mattina del 30 marzo durante la passeggiata nel centro cittadino guidata da Loretta Santini: un luogo sacro ricco di storia e di fascino,
il più antico della città poiché la sua fondazione risale addirittura al II secolo, poi ovviamente ampliata con l'arrivo degli Agostiniani del 1200 che lì vicino fondarono un convento; distrutta dai bombardamenti, durante i lavori di restauro (finanziati dai Manassei) vi sono stati scoperti dei bellissimi affreschi che erano stati intonacati e che nel loro stile anticipano di molto l'arte gotica!
Subito dopo la Messa il duca prese la via per il Santuario di Loreto, un'altra tappa dei viaggiatori del Grand Tour; a differenza del marito, Maria Teresa rimase a Terni e proseguì il suo viaggio l'indomani alla volta della Toscana dove avrebbe avuto luogo un'altra réunion.

Ritratto di Maria Carolina
di Johann Peter Krafft (1817)
Nel «Giornale Italiano» di quel periodo, si può leggere quanto segue: "[...] giovedì 10 del corrente [mese], alle ore sei della mattina S. A. I. e R. l’arciduchessa [Maria] Carolina partì alla volta di Terni per ivi attendere il suo augusto genitore.
Nella sera medesima le LL. MM. II. RR. AA. andarono a congedarsi da Sua Santità [il Papa], la quale già nell'antecedente sera erasi trasferita nei loro appartamenti per augurar loro un prospero viaggio. Gli ultimi colloquj fra Sua Santità e le LL. MM., come tutti i precedenti, furono contrassegnati dall'espressione scambievole del più affettuoso attaccamento. Jeri poi, 11 del corr., alle ore cinque della mattina, il fragore del cannone del forte S. Angelo, e quello dell'artiglieria collocata sul Monte Pincio, annunziarono la partenza da questa capitale delle prelodate MM. LL. dirette parimenti alla volta di Terni, donde si recheranno a vedere la cascata del Velino, detta delle Marmore. Proseguendo il loro viaggio passeranno a visitare il santuario di Assisi, progredendo quindi a Firenze per la via di Perugia ed Arezzo.
Le LL. MM. nel lasciare gli appartamenti del Quirinale furono accompagnate alle loro carrozze dall' Em. segretario di Stato, e dalle LL. EE. i monsignori maggiordomo e maestro di camera di Sua Santità. Tre battaglioni di truppa schierati in parata sulle piazze del Quirinale, del Popolo, e del Ponte Milvio , facevano ala nel passaggio degli augusti viaggiatori preceduti da uno scelto distaccamento di carabinieri a cavallo in grande uniforme.
Ritratto dell'Imperatore Francesco I
Circa 1820
Le MM. LL. furono accompagnate dai più prosperi augurj del popolo di Roma e dai sentimenti della più giusta generale ammirazione per la loro singolare pietà, per l'affabilità e clemenza delle loro maniere; per la particolare intelligenza ed interessamento da loro dimostrato nelle belle arti, ed in ogni genere di coltura, e per i tratti della più generosa munificenza con cui hanno segnalato il fausto avvenimento della loro venuta e dimora in Roma, lasciando di se in tutti i cuori ricordanza gratissima ed indelebile.”

Di questo viaggio se ne ha anticipo anche nella cronaca austriaca del tempo poiché nella «Preßburger Zeitung» del 1° giugno 1819 si può leggere quanto segue: "La partenza delle LL. MM. l'Imperatore e l'imperatrice d'Austria, insieme al Sua Altezza Imperiale l'Arciduchessa Caroline [...] è, come riportato in precedenza, fissata per il 31 [...] arrivando il 1° giugno a Roma. Qui si soffermano quattro giorni, e poi muoveranno il 6 a Terni, il 7 a Foligno, l'8 ad Arezzo, arrivando il 9 a Firenze."

Ritratto dell'Imperatrice Carolina Carlotta Augusta
Dunque, stando alla cronaca, la mattina del 10 giugno, festa del Corpus Domini, Maria Carolina, sorella di Maria Luigia, arrivò a Terni da sola prendendo alloggio presso Palazzo Manassei, anticipando l'arrivo dei suoi augusti genitori che invece arrivarono solamente l'indomani ricevendo un caloroso tributo dalla popolazione nonostante la pioggia.
Anch'essi trovarono alloggio presso Palazzo Manassei, sapientemente improntato per la venuta di questi illustri ospiti.
Ma perché tutti sempre in questa struttura e dove si trovava questo palazzo? 
Il Palazzo era di proprietà di una delle famiglie nobili di Terni - che avevano anche la loro cappella gentilizia nella chiesa di San Salvatore - e la sua ubicazione in pieno centro lo rendeva di certo fra i più comodi per questi illustri ospiti, spesso scelto proprio dal Comune poiché disponeva di molti spazi per ospitare folti entourage, nonché magnifiche e pregevoli sale decorate.
Esiste ancora oggi e si è potuto avere più dettagli su di esso grazie alla passeggiata alla scoperta dei luoghi che ospitarono gli Asburgo, condotta sapientemente da Loretta Santini.
Esso è posto dietro l'attuale Piazza Solferino e nell'omonima via; oggi privato fu eretto nel XVII secolo sulle case medievali della nobile famiglia e fu costruito secondo lo schema tipico delle abitazioni signorili con un ampio atrio per le carrozze, una corte interna con fontana in prospettiva dal portone. Al pian terreno c'erano i magazzini e le cucine, mentre le sale del primo e secondo piano erano adibite a piano nobile, particolarmente degne di nota per i bellissimi affreschi attribuiti a Girolamo Troppa. L'ultimo piano era invece destinato alla servitù. 
Come tutti i nobili dell'epoca, anche i Manassei cercavano le proprie origini nell'antichità e pensarono d'averle nei Tacito poiché la tradizione storiografica tramanda che proprio il loro palazzo sia stato costruito sulla casa dei Tacito, comunque un'abitazione d'epoca romana nella quale si ritrovò una statua del I secolo d.C. che la famiglia s'affrettò a modificare ponendogli una nuova testa e un nuovo basamento per ricondurre realmente i propri natali ai Tacito.
Al fine di rendere più confacente la dimora per l'imperatore, in accordo col Comune, si decise di abbattere la parete confinante al vicino convento degli Agostiniani per ampliare la struttura per poter ulteriormente ospitare servitori, segretari personali e dame di compagnia. Per tale scopo, la struttura fu ampliarla ancora di più provvedendo a realizzare un ponte di legno tra il convento e Palazzo Santucci (di proprietà del sindaco della città) dall'altra parte della strada, dove si trovavano pure le stalle e le rimesse per le carrozze della famiglia imperiale. Tutto questo per soli due giorni di permanenza!

Palazzo Manassei durante la passeggiata nel centro di Terni 
Le vecchie scuderie di Palazzo Manassei / Santucci


Il porticato del chiostro di Palazzo Manassei, un tempo Museo Archeologico
Una sala di Palazzo Manassei



Presso Palazzo Manassei, la famiglia imperiale fu accolta da Rosa Eroli, vedova di Francesco Manassei.
Di questo soggiorno si ha menzione in un documento dell'Archivio di Stato di Terni. 
"Dettaglio dell'arrivo e permanenza in Terni di Sua Maestà l'Imperatore di Germania Francesco Primo nel ritorno da Roma per restituirsi alla sua Residenza in Vienna.
Sua Maestà Francesco Primo Imperatore d'Austria in compagnia della Sua Angusta consorte
[Carolina] Carlotta di Baviera, e dell'Arciduchessa [Maria] Carolina di lui figlia, partendo da Roma per restituiti alla Capitale del suo Impero destinò di pernottare a Terni.
A tal oggetto dalla Suprema Segreteria di Stato furono date le opportune disposizioni per allestire in questa città un conveniente alloggio. Fu questo stabilito nel palazzo del Sig. Conte Paolano-Manassei, ma siccome il numeroso seguita di S. M. non poteva essere in esso totalmente alloggiato, si unirono il vicino Convento dè Padri Agostiniani detto di S. Pietro, ed il palazzo del Sig. Luigi Santucci, posto dirimpetto all'indicato convento. 
Nella Cappella domestica di casa Manassei fu aperta la comunicazione col convento, e da questo, mediante un ben'inteso arco di legname lavorato a tutta perfezione si passava a palazzo Santucci. Questi tre locali riuniti furono addobbati nella migliore maniera possibile. L'appartamento nobile del palazzo Manassei destinato per l'alloggio del LL.MM.II.RR.AA. era stato posto nel migliore posto non avendo risparmiata spesa, e fatica per così ridurlo la Nobil Donna Sig.ra Contessa Rosa Eroli Manassei madre del Lodato Sig. Conte Paolano. Le LL.MM.II. dovevano essere in questa città il giorno 7 giugno 1819, ma protratta in Roma la loro dimora, non vi giunsero che il giorno undici del medesimo mese che si dirà in appresso. Intanto il giorno cinque giugno giunse una divisione che faceva parte del convoglio imperiale, quale prese l'alloggio nell'indicato convento di San Pietro, e il giorno seguente partì alla volta della Toscana. Il giorno sette circa alle 23 proveniente da Roma giunse in Terni Sua Altezza il Duca Antonio di Sassonia consorte di sua S.A.I. Arciduchessa di Austria sorella di S.M.I. imperatore, e fu alloggiato nell'indicato palazzo Manassei. Il sullodato principe il giorno seguente di buon mattino portossi a vedere la meravigliosa Cadute delle Marmore e restituitosi in città circa alle ore 10 d'Italia, ascoltata la S. Messa nella chiesa di S. Pietro, proseguì il suo viaggio per andare alla visita del Santuario di Loreto. Lo stesso giorno otto giugno arrivò la prelodata S.A.I. consorte del prelodato Duca Antonio di Sassonia, col suo seguito quale fu alloggiata in detta casa Manassei. Anche questa principessa portossi ad osservare la Caduta delle Marmore e il giorno appresso 9 giugno, continuò il suo viaggio alla volta della Toscana. Il giorno 10 giugno Festa del Corpus Domini, arrivò S.A.I. l'Arciduchessa [Maria] Carolina figlia di sua S.M. l'Imperatore, questa col suo nobile seguito andò a smontare nell'indicato palazzo Manassei. Anticipò questa sua venuta a motivo che veniva travagliata da una febbre quartana." 

Il volume "L'ottocento a Terni" di Dario Ottaviani riporta dettagli maggiori in merito a questo soggiorno imperiale:

Carlo Labruzzi - La Cascata a Terni 
"[...] Alloggio' nel palazzo del signor cavalier conte Paolano Manassei e il seguito nel vicino Convento dei Padri Agostiniani di S. Pietro, e nel palazzo di Luigi Santucci sulla via Nazionale romana proprio di rimpetto all'indicato Convento. Armoniose bande. 14 carrettelle si portarono alla Caduta delle Marmore, alla Specola la banda di Spoleto, cicerone l'ingegnere e idrostatico Giuseppe Riccardi, a Terni cena, e popolo plaudente, che fece dimenticare la grande pioggia caduta il giorno precedente. La N. D. contessa Rosa Eroli-Manassei ebbe in dono da S. M l'Imperatrice un superbo anello contornato di grossi brillanti, il signor Luigi Santucci ebbe in dono dallo Imperatore una tabacchiera d'oro in compenso dell'incomodo avuto."

Non erano rari questi tipi di regali, un'usanza molto comune per i sovrani dell'epoca - come pure per l'imperatrice Sissi - che per omaggiare ospiti o guide si prodigavano in doni davvero preziosi. Ad ogni fine viaggio queste persone ricevevano tal genere di preziosi, gratifiche in denaro, anelli con monogrammi, croci e immancabili tabacchiere d'oro poiché tutti gli uomini del tempo fumavano. La famiglia imperiale, così come la duchessa di Parma, partiva con un carico di doni preziosi che avrebbe poi donato ai loro benefattori. Se qualcosa mancava, si provvedeva in loco con l'acquisto di oggetti preziosi. Maria Luigia, nello specifico, durante i suoi viaggi non voleva ricevere nessun omaggio, men che meno doni preziosi, poiché ogni qual volta ne riceveva era obbligata a ricambiare il gesto. Molti erano dunque quelli che se ne approfittavano!

La famiglia imperiale proseguì il viaggio verso Firenze, toccando Perugia ed Arezzo. A Perugia, dove si dovevano fermare solamente per pochi giorni, furono costretti a rimanere per un intero mese a causa d'una improvvisa malattia della figlia Maria Carolina. Si dice, come scritto in precedenza, che ella soffrisse di febbre quartana, in realtà la sorella di Maria Luigia soffriva di ricorrenti attacchi epilettici. Neppure particolarmente bella, con un volto tristemente caratterizzato dallo spiccato "prognatismo asburgico", per interessi politici venne data in sposa a Federico Augusto di Sassonia. Il loro matrimonio non fu particolarmente felice e la coppia non ebbe figli. Maria Carolina morirà giovanissima a soli 31 anni.
Per dovere di cronaca, dopo la morte della moglie, Federico Augusto si risposò con Maria Anna di Baviera, figlia del re Massimiliano di Baviera, dunque sorella della madre di Sissi e della madre di Francesco Giuseppe.

Il medico comprimario di Narni e accademico di Viterbo, Raffaele Liberali, dedicò all'Imperatore un suo componimento poetico in ottave, ispirato alla Cascata ed intitolato "La Caduta delle Marmore" - recitato con pathos dall'attore Stefano de Majo durante la conferenza al Museo Eroli di Narni.

La trovate intera al seguente link:
https://books.google.it/books?id=0WNdAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false



Altri nobili visitatori alle Marmore 

Prima di loro, degna menzione merita anche il passaggio di Michele di Russia, fratello dello zar Alessandro I, che giunse a Terni nel maggio dello stesso anno, 1819. Se ne trova menzione nella "Gazzetta di Milano" e parimenti nel "Giornale Italiano" del 27 maggio 1819.
"STATO PONTIFICIO. Roma 19 maggio. [...] Sebbene tardi veniamo assicurati che la celebre Caduta delle Marmore di Terni fissò il genio di S. A. I. il principe Michele di Russia, recatovisi espressamente. Gli fu di scorta cola I'ingegnere pontificio sig. Giuseppe Riccardi, dal quale S. A. degnossi anche accettare la di lui elegante ed erudita descrizione di codesto raro e per varj titoli interessante spettacolo, non ha guari pubblicata. S. A. onorò il lodato autore sig. Riccardi col pregievole donativo di una tabacchiera d' oro."

Il 13 giugno 1819 giunse a Terni anche il Metternich. Alloggiò anche lui presso Palazzo Manassei e un superbo ballo in suo onore fu indetto presso il palazzo di Luigi Santucci, in carica come maire [sindaco] della città.

In ogni singolo evento viene spesso citato Giuseppe Riccardi quale guida di questi illustri ospiti.
Ma chi era costui?
Come spiegato da Christian Armadori nella conferenza tenutasi alla Biblioteca Comunale di Terni la mattina del 30 marzo scorso, il Riccardi fu una personalità autorevole a Terni, un importante personaggio dimenticato per il quale Armadori sollecita vivamente una riscoperta. Questo perché egli fu un benefattore, il primo a voler riscoprire scientificamente e storicamente la Storia di Terni, ponendo l'accento sul valore dei numerosissimi resti romani presenti nella città per i quali si fece strenuo difensore.
Egli fu il primo a scrivere una guida sulla città di Terni e sulla vicina Cascata delle Marmore che ebbe addirittura ben cinque edizioni, testo fondamentale per i primi viaggiatori che si recavano in visita alle Marmore e ai suoi dintorni ("Alli Signori viaggiatori nella Italia", com'è scritto nell'incipit della prima parte), utile guida consigliata ai viaggiatori dell'inizio dell'Ottocento e suggerita in molti libri dell'epoca, attuando in questo modo un vero e proprio piano di formazione turistica del territorio.
Trovate la guida "Ricerche istoriche e fisiche sulla caduta delle Marmore ed osservazioni sulle adjacenze di Terni" al seguente link so Google Libri:

https://books.google.it/books?id=MWpSAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false


Secondo l'usanza del tempo, come scritto nel post precedente, su commissione del cavaliere Paolo Gazzoli, Riccardi disegnò un'arena per spettacoli vari, esibizioni equestri e corride che prenderà il nome di Arena Gazzoli. Ispirata alle antiche arene d'epoca romana - nello specifico a quella innalzata sopra le rovine del mausoleo di Augusto di Roma - quest'ampio spazio aveva addirittura una capienza di quattromila spettatori, dalla forma circolare, con 5 ordini di sedute e due ordini di palchi, con numerosi decori quali colonne in stile dorico. Modificato nel corso dei secoli, di questa arena non rimangono che sbiadite fotografie, poiché in essa fu ricavato l'attuale Cinema Politeama.
Nel 1819, egli riscoprì il cosiddetto Ponte del Toro a Marmore. Durante le sue lunghe ricerche per un nuovo canale d'irrigazione sul fiume Nera per il canale Cervino, Riccardi s'imbatté in un antico manufatto, un’opera idraulica romana datata dagli archeologi all'età di Augusto e collocata ai piedi di Papigno, a pochi passi dalla Cascata delle Marmore. Nel 1825 egli ne fece il primo rilievo e negli anni passati è stato opportunamente restaurato.
Nel 1828, addirittura, egli presentò un progetto di restauro del Ponte d'Augusto di Narni, che tuttavia non venne approvato poiché considerato troppo dispendioso per le casse del Comune.

Il ponte d'Augusto




Si conclude qui questo lungo excursus sulle visite degli Asburgo alla Cascata delle Marmore che spero possa esservi piaciuto e vi abbia stimolato esattamente come è successo con me. Perchè in fin dei conti si vive in luoghi dei quali non si conosce la Storia, ignorando totalmente quelle che sono le nozioni storiche, i personaggio principali, le testimonianze e i resti di epoche passate che, pur non sapendolo, fecero grandi i nostri paesi e le nostre città, talvolta anche le più sconosciute. 
Sì perchè, per quanto anch'io sapessi dei vari artisti del XIX secolo che transitarono per le Marmore, mai avrei creduto che i miei amati Asburgo si fermarono in una città che amo molto e che mi ha visto crescere. Certamente Terni con le sue case-torri medievali, ancora intatte all'epoca, e le sue viuzze strette, le abitazioni addossate le une alle altre, aveva affascinato gli Asburgo! 
Si fanno sempre delle belle scoperte studiando la Storia dei nostri luoghi, scoprendola soprattutto da chi si è fatto promotore del recupero della tracce de passato, della dignità storica di questi luoghi. Un lavoro encomiabile di organizzazione e studio per la quale mi sento di ringraziare pubblicamente tutti coloro che hanno partecipato alla creazione d'una quattro giorni davvero entusiasmante tra Narni, Terni, le Marmore e l'affascinante Valnerina che con la sua immensa Storia è un unicum del tutto particolare. 
Ancora grazie all'associazione culturale "Porto di Narni, approdo d'Europa" che si è occupata di organizzare questi begli eventi. Ad maiora! 



Fonti

- J. W. Goethe, Viaggio in Italia, Mondadori, Milano 2010 
- E. Rossi Passavanti, Storia di Terni, Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni 
- D. Ottaviani, L'Ottocento a Terni, 2 voll.,  Soc. Arti Grafiche Nobili, Terni 1984
- «Gazzetta di Parma», anno 1819, pag. 336, digitalizzata dalla Biblioteca Nazionale austriaca e caricata per intero su Google Libri
«Gazzetta di Milano»
- «Giornale Italiano»
- «Grazer Zeitung» del 26 aprile 1819
- «Preßburger Zeitung» del 1° giugno 1819

Ringrazio l'amico Michele per tutte le accurate spiegazioni storiche che mi ha dato sulla sua città





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