giovedì 10 settembre 2015

117° anniversario della morte dell'imperatrice Elisabetta


Oggi ricorrono i 117 anni dalla morte dell'imperatrice Elisabetta d'Austria, assassinata il 10 settembre 1898 a Ginevra per mano dell'anarchico italiano Luigi Lucheni.
Fu uccisa quasi per caso perché si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. L'anarchico era nella città svizzera per uccidere il principe d'Orleans ma questo, partito in anticipo, gli aveva fatto saltare i piani e dovette ripiegare sull'imperatrice che in quel periodo si trovava proprio a Ginevra. Quella però che prese alloggio presso il lussuoso Hotel Beau Rivage non era più la Sissi di un tempo: minata ormai dalle disgrazie della vita, conduceva un'esistenza inquieta, errante, sempre vestita di nero a vagabondare per l'Europa senza trovar sosta e pace. Probabilmente solo la morte, una morte veloce, sottotono, senza troppo dolore e lontano dalla corte, fu per l'imperatrice una via d'uscita da quella vita che la opprimeva. Desiderio di Sissi era proprio questo uscire di scena senza troppo clamore tant'è che espresse proprio questo desiderio più di una volta, dicendo "Desidererei lasciare questo mondo come l'uccello che prende il volo e sparisce nel cielo, oppure come il fumo che si innalza in volute blu davanti ai nostri occhi e un istante dopo non c'è più". Stanca della sua esistenza, l’imperatrice sembrava aspettare la morte con una certa impazienza e spesso ne invocò l'arrivo, suscitando scandalo e apprensione nella figlia prediletta Maria Valeria.


Il giorno prima del suo assassinio confidò alla contessa Rothschild che l'aveva ospitata per pranzo nella sua villa di Pregny (qui sotto in foto), di voler morire sommessamente e veloce... In visita alla contessa, l'imperatrice visitò gli incantevoli giardini della villa e nelle serre si fermò ad osservare rapita delle bellissime orchidee bianche, quasi queste avessero voluto rivelarle un messaggio segreto che lei non riusciva ad interpretare, sgomenta... quasi avesse avuto la premonizione di quel che le sarebbe successo. Nell'andarsene firmò il libro degli ospiti e rimase stupefatta nel vedere che nello stesso volume era conservata la firma del figlio Rodolfo. 


I giorni antecedenti difatti erano stati costellati di situazioni spiacevoli, di eventi che avevano messo Elisabetta in una condizione psicologica molto tesa e inquieta: ci furono delle serata che non riuscì a chiudere occhio per i tanti schiamazzi che facevano le persone in strada, un corvo le volò più volte sopra la testa (l'imperatrice era molto superstiziosa) e ultimo ma non ultimo evento per importanza, Elisabetta confidò alla sua dama di compagnia Irma Szaray , che le fu vicina negli ultimi giorni e che ci ha lasciato una delle più belle testimonianze sulla vita della sovrana, di aver avuto una strana esperienza... Prosegue il testo: "Sono stata svegliata nel bel mezzo della notte dai luminosi raggi della luna che riempivano la mia stanza, poiché la servitù aveva dimenticato di tirare giù le avvolgibili e potevo vedere la luna dal mio letto,e sembrava avere il volto di una donna piangente. Non so se si tratta di un presagio, ma penso che incorrerò in qualche disgrazia. " Si narra che quella che l'imperatrice vide la notte del 10 settembre fosse in verità la nota Dama Bianca, una dama che secondo la tradizione asburgica appare in sogno a chi è prossimo alla morte...

Nondimeno, risale a pochi giorni prima della morte l'ultima fotografia dell'imperatrice (qui di fianco), a passeggio a Territet con la sua dama di compagnia. Elisabetta smise di farsi fotografare dopo i 40 anni perchè precocemente invecchiata, ma rivelò che non amava che le si facessero fotografie perchè sarebbe successa una qualche disgrazia di lì a poco tempo... 

L’ultimo soggiorno in Svizzera dell’imperatrice, che già era stata qui diverse volte soggiornando ad esempio a Territet, comincia il 30 agosto 1898 a Caux, sulle alture di Montreux. Nella sua camera del Grand Hotel, Sissi è infatti lontana dalla calura e dalla densa folla in riva al lago. Le visite al castello di Chillon ed al villaggio di Glion, l’escursione nella regione di Bex od il giro in barca sul lago, non bastano tuttavia per placare l’ansietà che la rode dall’interno. Ogni giorno non fa che avvicinare Sissi al suo tragico destino. Già nel nel 1880 aveva scritto: “Popolo svizzero, le tue montagne sono superbe. I tuoi orologi funzionano bene. Ma quanto è pericolosa per noi, la tua vendetta regicida”. Da qui traspare, in veste di tragico presentimento.
Da lassù scese a Ginevra dove prese alloggio presso il grand hotel sulle rive del lago, la sua ultima residenza in vita.

Il giorno prima del tragico evento, le scrive l'imperatore:

"Sono felice che tu sia contenta del soggiorno a Caux, favorito dal tempo, e che con l'aria buona ti vada abbastanza bene. Dev'essere ora stupendo sul lago di Ginevra e la gita sul Rocher de Naye dev'essere stata incantevole. Come sarei felice se potessi, conforme al tuo desiderio, godere di tutto questo con te in pace e rivederti dopo così lunga separazione; soltanto a questo non posso ora purtroppo pensare, poiché, oltre alla situazione politica interna grave, già l'intera seconda parte di settembre è impegnata da feste per il giubileo, consacrazione di chiese e visite dell'esposizione [...]
Immagini dell'hotel di Caux e dell'hotel Beau Rivage





Il giorno 10 settembre dopo delle compere fatte nella mattinata, l'imperatrice fece ritorno nell'albergo sempre seguita dalla sua dama di compagnia. Qui bevette un un po' di latte fresco ed inziò a preparasi per recarsi al molo. Elisabetta sembrava perder tempo e si stava facendo così tardi che la Sztaray temeva di perdere il battello... Le due donne uscirono qualche minuto prima che il battello partisse e si recarono frettolosamente all''imbarcadero. Lucheni aveva passato la mattinata ad attenderle di fronte all'hotel appoggiato ad una ringhiera e appena le vide le corse incontro, si avvicinò con passo sicuro e dopo aver guardato bene l'imperatrice che aveva l'ombrellino aperto, facendo finta di inciampare, la colpì con tanta forza che l'imperatrice perse l'equilibrio e cadde. Il colpo in terra venne attutito dalla grande massa di capelli che aveva legati dietro la nuca.



La contessa l'aiutò ad alzarsi. Due cocchieri che erano dall'altra parte della strada accorsero per soccorrerla. L'imperatrice riuscì ad alzarsi sorridendo, rassicurando in francese e tedesco tutti quelli che erano accorsi ad aiutarla. “Non è accaduto nulla, sto benissimo… forse quell’uomo voleva rubarmi l’orologio!” dirà. Il portiere dell'albergo che aveva assistito alla scena, avvicinatosi suggerì di ritornare in albergo. "Perché?" rispose l'imperatrice, "dobbiamo sbrigarci se vogliamo prendere il battello" e s'incamminò dopo aver ripreso il cappello che era caduto, l'ombrellino e i guanti. L'imperatrice faceva un po' fatica a camminare e l'accompagnatrice le chiese insistentemente di dirle che cosa avesse. "Credo mi faccia male il petto" rispose l'imperatrice "ma non sono molto sicura". Appena salite sulla passerella, l'imperatrice chiese il braccio, ma la contessa non fece in tempo a soccorrerla perché l'imperatrice cadde in ginocchio. Era pallida, le venne spruzzata un po' d'acqua sul viso e si rianimò, ma poi svenne di nuovo. Qualcuno suggerì di portarla sul ponte superiore dove l'aria le avrebbe fatto riprendere i sensi. Due uomini la presero e la distesero su una panca. Nel frattempo il battello era partito. L'imperatrice si riprese e aperti gli occhi chiese cosa fosse successo. La contessa le aprì la camicia e il busto, per farla respirare. Nell'allentare i lacci notò sulla maglia intima una piccola macchia grossa come una monetina. Dopo aver spostato la maglia, la contessa notò una piccola ferita nella regione cardiaca. Resasi conto della gravità della situazione e che l'imperatrice era stata pugnalata, chiese al comandante di tornare indietro, dicendogli che si trattava dell'imperatrice d'Austria. Il vaporetto invertì immediatamente la rotta.



Dopo essere stata riportata in albergo, l'imperatrice morirà entro un'ora, per emorragia interna e senza aver sofferto, avendo perso i sensi. La morte era stata graduale e indolore. I dottori non poterono far altro che constatare la sua morte. A Schönbrunn Francesco Giuseppe riceve la notizia solo alla sera e, devastato dal dolore, mormora: “Nulla mi è risparmiato in questa vita”.
Qui sotto potete vedere un fotogramma tratto dal primo film dedicato alla vita dell'imperatrice Elisabetta, Kaiserin Elisabeth von Österreich film muto del 1921 diretto da Rolf Raffé, che spesso viene spacciato come foto autentica dell'imperatrice sul letto di morte.


Così, frettolosamente e con poche sofferenze, morì l'imperatrice d'Austria. Tre dottori Svizzeri Reverdin, Gosse e Mégevand praticarono l'autopsia che fu fatta alla sola regione cardiaca e che confermò che la morte era avvenuta a causa della pugnalata. La lima aveva perforato il polmone e il cuore ed era stata spinta con tanta forza da fratturarle una costola. Il corpo venne ricomposto prima di affidarlo ad una ditta funeraria che fornì una bara, organizzò la camera ardente provvisoria nell'albergo per il saluto dei cittadini svizzeri. La bara però non fu mai mantenuta aperta e fu rispettato il volere della sovrana di rimanere un mistero per la gente, avendo deciso di non mostrarsi più apertamente al pubblico (le immagini della bara non chiusa, con una Sissi celestiale, sono solo il frutto della fantasia degli illustratori).



La stessa impresa funebre trasportò la salma su di un carro funebre fino alla stazione dove la misero in un treno venuto da Vienna e da qui partì per il suo ultimo viaggio.




Il convoglio si fermerà a Losanna, Berna, Zurigo, Buchs (qui riceve gli omaggi della regina di Romania), Innsbruck dove ricevette gli omaggi della gente. Arrivò a Vienna il 15 settembre dove venne aperta una camera ardente alla Hofburg riservata ai parenti strettissimi.


La scena di questa immagine non si è mai svolta dato che l'imperatore, secondo il volere della moglie, non permise che una volta a Vienna la bara fosse aperta.
Il 17 settembre si tennero i funerali. Il corteo funebre partì dalla Hofburg mentre il feretro era stato caricato sulla Carrozza Funebre d'Onore che da secoli gli Asburgo utilizzavano per i loro funerali. Venne tumulata alla Cripta dei Cappuccini, ultima residenza degli Asburgo. 
Il volere di Sissi di esser sepolta a Corfù non venne rispettato. 
Ci fu una grandissima partecipazione da parte dei viennesi che più per un legame verso quella sovrana tanto eccentrica che mai si vedeva in città, vi si erano recati per dovere nei confronti del loro amato, disgraziato imperatore.



Il corpo di Elisabetta riposa ancora oggi di fianco al marito Francesco Giuseppe e al figlio Rodolfo, nella Cripta dei Cappuccini. Com'è ovvio, è meta di pellegrinaggio da parte di tutti gli appassionati che qui lasciano numerosi mazzi di fiori in ricordo dell'amata 'principessa Sissi'.


Lucheni fu fermato da dei passanti e venne immediatamente arrestato. Dopo un lungo processo venne condannato all'ergastolo. Restò in galera fino al 1910, scrivendo un memoriale che fu pubblicato in Francia in occasione del centenario della morte dell'imperatrice, finché una guardia non lo trovò impiccato con la cinta dei suoi pantaloni.

Dopo la morte, il corpo di Lucheni fu decapitato e la testa conservata in un contenitore di vetro riempito di formalina presso l’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Ginevra; dopo formale richiesta da parte delle autorità austriache, essa fu trasferita a Vienna e custodita nel Museo Federale di Anatomia Patologica della città; solo nel 2000 la testa dell’assassino di Sissi è stata sepolta nel Cimitero centrale della capitale.



All'interno dell'hotel Beau Rivage è invece allestito un piccolo spazio espositivo con gli oggetti che Elisabetta aveva con sé durante i suoi ultimi giorni di vita.
Le stanze affittate dall'imperatrice invece fanno parte della cosiddetta Sissi-Suite.




Al Sisi-Museum di Vienna, presso il palazzo imperiale, è conservata la lima che fu trovata in possesso del Lucheni e con il quale uccise l'imperatrice. Oltre questo reperto si può vere una maschera mortuaria di Elisabetta, eseguita su modello dell'originale (andata perduta - foto di destra qui sotto tratta da un giornale dell'epoca) ma ingentilita nei tratti. 





Sia a Montreaux che a Ginevra sono state realizzate due statue dedicate all'imperatrice Elisabetta, la prima più classica e la seconda in stile moderno che probabilmente rappresenta la vera essenza, enigmatica e spigolosa, di Sissi:





11 commenti:

  1. Bellissimo post, anche io non ho potuto fare a meno di commemorarla !
    Buona serata Will
    Daniela

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    1. Grazie mille!!! Ho appena visto anche il tuo! Che bello! Avrei voluto mettere anche io tutta la testimonianza di Irma, ma non avevo voglia di scriverla tutta! ahahaha
      Ciao Daniela! Alla prossima!

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  2. Bellissimo post davvero!!!!, elegante, delicato ed interessante!!!

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  3. Veramente è un post molto ben realizzato, con informzioni interessanti.
    Condivido questo post:
    http://quasartechsciencie.blogspot.com/2019/10/el-misterio-de-majorana-y-su.html

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  4. Molto commovente ,bello,animo sensibile,nella discrezione

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  5. Stupendo molto molto interessante. Avrei voluto vedere qualche altra foto, dove posso cercare?

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  6. Elisabetta d'Austria anima gentile molto sensibile mai compresa il mio cuore è con lei ed anche il mio affetto sincero e profondo

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  7. Alla cripta dei cappuccini a Vienna feci una promessa a Sissi che sarei tornata con un mazzo di rose rosse dall'Italia da Venezia che lei amava tanto

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  8. Il suoi fiori preferiti le rose rosse furono anche l'inizio del suo destino di imperatrice che lei proprio non desiderava

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