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martedì 18 novembre 2014

Johann Strauss II - Myrthen-Kränze - Walzer, Op. 154



Il 24 aprile 185 si celebrò ufficialmente il matrimonio della duchessa Elisabetta di Baviera con l'imperatore Francesco Giuseppe d'Austria. Solo tre giorni dopo  al Ballo Corte tenutosi nella Rittersaal della Hofburg, il noto compositore Johann Strauss condusse il suo regalo di nozze per la giovane sposa e suo marito: un valzer delicato e armonioso dal titolo "Myrthen-Kränze" (corona di mirto).  La stampa scrisse a tal proposito: "Durante i cotillons risuonarono per la prima volta gli 'Elisabethsklänge' ( traducibile come i suoni di Elisabetta), rispettosamente dedicato a Sua Maestà l'Imperatrice dal Kapellmeister Strauss".

Nell'introduzione al valzer ci sono allusioni agli Inni nazionali di Austria (Kaiserlied di Haydn) e Baviera (Bayernlied di Franz Lachner).

venerdì 17 ottobre 2014

"Sisi Hair Day"



Oggi, 17 ottobre 2014, ci sarà un evento speciale presso la Hofburg di Vienna: il "Sisi Hair Day" che inizierà intorno alle 15:00 per terminare alle 18:00.
In questa occasione i visitatori potranno conoscere i segreti della folta chioma dell'imperatrice e potranno capire, e farsi fare sui propri capelli, come era realizzata una delle più famose acconciature di Elisabetta. Oltre ad una parrucchiera professionista che realizzerà l'acconciatura ad ogni partecipante, Olivia Lichtscheidl, curatrice del Sisi-Museum interno al palazzo imperiale, spiegherà come queste venivano create, i vari stili delle acconciature dell'imperatrice e taluni trucchi di bellezza da essa utilizzati.
Ciascun visitatore potrà farsi fotografare da un fotografo professionista e riceverà in omaggio un fermaglio per capelli a forma di stella, proprio come quelli utilizzati da Sissi, nonché un ingresso gratuito nell'attuale mostra temporanea "Seta, merletti ed ermellino".

Qui di seguito un filmato caricato su youtube dal canale dell'Hofburg di Vienna, dove viene spiegata la realizzazione di tale acconciatura che, per essere precisi, da riferimento all'acconciatura dell'adolescenza di Elisabetta o, per dirla come il video, alla sua acconciatura da sposa.



giovedì 24 aprile 2014

Un abito di Sissi: l'abito di addio al nubilato


Conservato al Sisi Museum di Vienna dal 2004, il cosiddetto "abito dell'addio al nubilato" (Polterabend Kleid) è uno dei pochissimi vestiti di Sissi che si sono conservati. Ovviamente quello esposto è solo la copia dell'originale, che è invece conservato presso il Kunsthistorisches Museum e non può esser più esposto per motivi di conservazione (qui sotto un'immagine dell'originale).


Non è certo il giorno in cui lo indossò, ma è presumibile credere che lo avesse indosso in occasione della sua festa di commiato da Monaco di Baviera il 20 aprile 1854. 
Un abito inusuale, bianco e verde, ricco di balze e di volant, motivi floreali e di strani ideogrammi. Dopo un minuzioso lavoro di ricostruzione, grazie all'Istituto di Arabistica di Vienna si è scoperto che questi ideogrammi sono ovviamente di origine araba stanno a significare "Oh mio Signore, che sogno magnifico". Poichè non si hanno notizie certe sulla provenienza di questo abito, non ci è dato sapere dove e in quali circostanze fu confezionato. E' lecito pensare che il Duca Max, padre di Sissi, quale amante dell'Oriente se lo sia fatto confezionare appositamente per il matrimonio della figlia o che lo abbia direttamente portato da uno dei suoi viaggi. 


mercoledì 26 febbraio 2014

Il Carnevale al tempo di Sissi

Questo periodo tutto il mondo festeggia il Carnevale! Un'antichissima tradizione che si perde nei secoli e che merita un capitolo di approfondimento!


Benché presente nella tradizione cattolica, i caratteri della celebrazione del Carnevale hanno origine in festività ben più antiche, come per esempio le dionisiache greche o i saturnali romani. Rappresentava innanzitutto un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente. Nel mondo antico, romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell'impero Romano, comportava la presenza di gruppi mascherati ed uno scatenarsi della licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari! Tutto questo ad altro non mirava che alla dissoluzione del mondo antico, per uno nuovo più bello e prospero! 
Uno dei carnevali più famoso è certamente quello di Venezia al quale si fa già riferimento In un documento del Doge Vitale Falier del 1094, dove si parla di divertimenti pubblici e nel quale il vocabolo Carnevale viene citato per la prima volta. L'istituzione del Carnevale da parte delle oligarchie veneziane è generalmente attribuita alla necessità della Serenissima, al pari di quanto già avveniva nell'antica Roma, di concedere alla popolazione, e soprattutto ai ceti sociali più umili, un periodo dedicato interamente al divertimento e ai festeggiamenti, durante il quale i veneziani e i forestieri si riversavano in tutta la città a far festa con musiche e balli sfrenati.
Nel Medioevo i festeggiamenti divennero assai sregolati e lussuriosi. La gente si lasciava andare alle orge, a incontri clandestini di ogni sorta... Ma tutto ciò non fu certamente ben visto dalla Chiesa, che vietò queste forme di celebrazione e furono ben preso rinnovate e ridimensionate. E così il carnevale iniziò ad esser rappresentato da compagnie di attori in maschera che nel ‘500 si esibivano nelle corti dei nobili e presso la gente meno abbiente. Allo stesso tempo anche la popolazione iniziò a mascherarsi rappresentando i vizi e le virtù degli uomini e questo è intuibile anche analizzando le caratteristiche delle maschere italiane più famose.


Ma il Carnevale a Vienna com'era?

A Vienna il carnevale era festeggiato come in tutto il resto d’Europa. La gente appartenente ai ceti più poveri si mascherava con ogni sorta di abito particolare dalle fogge assai eccentriche.
I costumi potremmo definirli quasi “moderni”, poiché la gente si vestiva come spesso accade tutt'oggi: si potevano vedere animali (spesso pipistrelli o api), streghe e stregoni, fate e diavoli, uomini e dame del passato (spesso dei secoli precedenti l’Ottocento). Per questa puntualizzazione ci vengono incontro i giornali di moda del tempo (uno dei più famosi "La Mode Illustrée")che dedicavano alcune pagine all'abbigliamento carnevalesco.


Mentre gli aristocratici potevano permettersi di ordinare un abito direttamente dalla loro sarta di fiducia, i popolani dovevano accontentarsi di guardare le figure e poterli ricreare con mezzi di fortuna, come meglio riuscivano a fare.
L’arte sartoriale dei teatri fu un bel incentivo per le maschere di carnevale, poiché questa realizzava numerosi costumi per gli spettacoli teatrali, che fondamentalmente erano figure stereotipate per dar modo alla gente di capire che “essere” poteva esser quello sul palco: ed ecco che compariva un’olandesina tutta trecce, pizzi, cuffiette e tulipani; oppure un antico romano con tuniche lunghe e una corona d’alloro in testa; dame del ‘700 con parrucconi chilometrici e abiti altrettanto giganteschi. Lo stesso modo di concepire e realizzare un abito o una maschera si trasportava immediatamente anche ai costumi di carnevale.
Insomma, le maschere non sono cambiate per niente... Spesso di dubbio gusto, esattamente come oggi!!






Spesso per la città giravano carri e cortei di gente mascherata. Spesso si stanziavano in determinati punti della città dando vita ad una sorta di circo, dove spesso venivano mostrate persone con deformità fisiche: uomini molto grassi, gente con un arto più lungo e uno più corto, volti deformati, donne barbute e nani venivano mostrati come classici fenomeni da baraccone. Spesso questo mostrarsi alla gente poteva esser volontario e retribuito dai padroni del carro, oppure poteva esser forzato.


Altresì, le classi più povere spesso si riunivano in grandi sale per dar vita a balli sregolati, aperti a tutto il beau monde di Vienna, alla maniera delle celebrazioni orgiastiche del carnevale del Medioevo. Mentre durante il resto dell’anno la vita era regolamentata da regole ben precise da rispettare, durante il Carnevale ci si lasciava andare alla sregolatezza.


Carnevale nella famiglia imperiale

Tutto ciò che accadeva al di fuori della residenza imperiale, all’interno non c’era.
Poiché questo modo di festeggiare il carnevale era riservato per lo più ai ceti poveri, la famiglia imperiale lo festeggiava con un gran ballo a corte, al quale erano invitati numerosi esponenti dell’aristocrazia austriaca.
L’usanza di indire un ballo per quei giorni risale a Maria Teresa.
Per l’occasione fece riaprire i teatri della Hofburg, utilizzati un tempo per la rappresentazione di opere liriche e concerti, che erano stati chiusi per risparmiare. Una partnership di aristocratici suggerì all'imperatrice che queste ampie stanze erano adattate come sale da ballo per i sempre più popolari Redouten (balli in maschera) all’Hofburg che erano aperti anche al pubblico. Maria Teresa amava ballare e quindi accettò il consiglio e riaprì la Redoutensaal.


Prima della riapertura di queste stanze la nobiltà del tempo si riuniva nei propri palazzi o al Mehlgrube, una sala da ballo pubblica sul Neuer Markt, che era riservato esclusivamente per la nobiltà.


In ricordo dei vecchi fasti della corte di re Luigi XIV, non era insolito che l’imperatrice Maria Teresa si mascherasse per il Carnevale: nel 1730 la coppia imperiale ricevette i loro ospiti come l’ “oste e la moglie da l'Aquila Nera”, Maria Teresa vestita come un contadino della Bassa Austria. Gli ospiti invece apparvero vestiti con abiti degli ordini sociali inferiori, come cuochi o servi, o nei costumi di varie nazionalità, mentre alcuni addirittura indossarono abiti più esotici come romani, persiani, turchi o schiavi. Ci furono feste di questo genere per moltissimi anni, tant'è che Maria Teresa spesso indicava di mascherarsi negli inviti ai balli.
Gli eventi di Carnevale erano conosciuti per la loro caratteristica del causare eccessi, disordini e spesso numerosissimi omicidi che erano commessi sotto la copertura di una maschera che celava l'identità della persona. L' uso delle maschere in strada venne quindi vietato, pena severe punizioni a tutte le classi sociali, tra cui anche la nobiltà. Tale regolamento era rivolto in particolare a garantire la sicurezza e prevenire cospirazione politica tra le classi sociali più basse.


In generale non era possibile acquistare i biglietti per questo evento e, solo gli ospiti che avevano ricevuto un invito personale, erano ammessi - e anche qui la vecchia aristocrazia austriaca collocava il valore più alto esclusività sociale. Il cosiddetto 'primo livello' della società, cioè i membri della nobiltà ereditaria che sono stati ammessi a corte, cercava di garantirsi quest’esclusività. Chi apparteneva a questa cerchia ristretta ha avuto accesso ad un mondo di raffinata eleganza e di gusto squisito; famiglie aristocratiche gareggiavano tra loro in magnifiche manifestazioni di splendore.
Durante il periodo di Carnevale c’erano circa 3 balli a settimana e, considerata la grande importanza attribuita alle apparenze dalla società aristocratica viennese, le dame facevano a gara per superare i loro coetanei con un sempre nuovo repertorio di creazioni di alta moda! Non esisteva un vero e proprio dress code ma molte signore civettuole portavano con se un maschera per coprirsi gli occhi.


Elisabetta mal sopportava questi fasti e spesso non partecipò al carnevale viennese… Vi partecipò una volta e diede adito a moltissime chiacchiere circa il suo comportamento. Ma di questo parleremo un'altra volta!




venerdì 3 gennaio 2014

Il Capodanno nella famiglia imperiale

Com'era dunque l'ultimo dell'anno e il Capodanno nella famiglia imperiale?

In generale, come ogni altra festività, si celebrava sia privatamente sia con un certo sfarzo. 
L'ultimo giorno dell'anno vedeva un diner famigliare negli appartamenti privati di Sissi e Franz, al quale partecipavano non sono i componenti della famiglia imperiale ma anche altri nobili e dignitari di corte. Non erano previsti grandi spettacoli pirotecnici, ma come da tradizione venivano scambiati regali come nel giorno di Natale: regali di buon augurio per il nuovo anno. Nessuno rimaneva mai sveglio fino a notte fonda, ma partecipavano ad una messa pomeridiana nella cappella di famiglia, con la quale ci si augurava di ricevere la benedizione di Dio per l'anno successivo. 
Stessa cosa capitava con la messa del giorno seguente, il primo del nuovo anno, durante la quale veniva pronunciato il Te Deum.
Il nuovo anno di Corte cominciava con Neujahrscour (ricevimento di Capodanno): la nobiltà dell'impero appariva alla Hofburg, al fine di rendere omaggio all'imperatore e di trasmettere le loro felicitazioni stagionali per la famiglia imperiale. Questo avveniva conformemente ad una procedura complessa che rivelava le sottili sfumature gerarchiche che caratterizzavano la vita di Corte. Solo il corpo diplomatico, i membri delle famiglie regnanti e quei membri dell'aristocrazia che detenevano i più alti posti onorari a Corte, avevano il permesso di partecipare a questo momento e di rendere omaggio all'imperatore in persona. Gli altri membri dell'aristocrazia che erano ammessi a corte in quel giorno,  dovevano accontentarsi dell'Obersthofmeister (letteralmente il capo dei domestici dell'imperatore) quale rappresentante del monarca, che avrebbe poi trasmesso le loro felicitazioni  al sovrano.



Una procedura analoga aveva luogo con le donne a Corte: le mogli degli ambasciatori e degli alti funzionari della Corte erano ricevuti dall'imperatrice in persona (per la gioia della povera Elisabetta!!),  mentre le altre dame aristocratiche dovevano presentarsi al capo dei domestici di Sissi.


Il ricevimento della nobiltà segnava l'apertura della stagione sociale e l'inizio di un vortice di balli, feste in maschera e altri intrattenimenti. I punti salienti della stagione erano i due balli di Corte.
Il primo ad aver luogo era un equivalente di un Ballo di Stato della monarchia, al quale erano invitati quasi 2.000 ospiti provenienti dall'alta società viennese. Oltre l'élite aristocratica, gli ospiti includevano anche individui della vita politica ed economica, così come alti ufficiali dell'esercito.
Due settimane dopo, il 'primo livello' della società si riuniva presso un altro ballo di Corte, un evento più esclusivo che era riservato all'aristocrazia ammessa a corte. Questa era il culmine assoluto della stagione sociale e poteva essere frequentato solo su invito personale dell'imperatore.



Questo era all'incirca ciò che capitava a corte a ridosso del Capodanno...

A questo punto vi starete domandando: ma il Concerto di Capodanno?

Das Neujahrskonzert der Wiener Philharmoniker, questo il suo nome tedesco, è ormai un classico, una tradizione del Capodanno. Un evento mondiale, atteso da milioni di persone in tutto il mondo che possono seguirlo puntualmente in diretta in mondovisione! Come ben saprete, questo concerto si basa prevalentemente su musiche della famiglia Strauss (Johann Strauss padreJohann Strauss jrJosef Strauss e Eduard Strauss) eseguite dal Wiener Philharmoniker nella sala dorata del Musikverein di Vienna. Tradizionalmente viene concluso con l'esecuzione di tre brani fuori programma, due dei quali fissi: il primo è una polka veloce (o galopp), il secondo è An der schönen blauen Donau (Sul bel Danubio blu) di Johann Strauss jr e il terzo è la Radetzky-Marsch (Marcia di Radetzky) di Johann Strauss padre. Durante quest'ultimo brano, è prassi consolidata che il pubblico in sala batta le mani, seguendo il tempo scandito dal direttore, assieme all'incalzare dell'orchestra.


Purtroppo però non c'entra nulla con Sissi e Franz, e bisogna sfatare il falso mito secondo il quale la coppia imperiale si intrattenesse il primo giorno dell'anno ascoltando i valzer di Strauss: il primo Concerto di Capodanno fu eseguito nel 1939, anno dell'annessione dell'Austria alla Germania durante il Nazismo, su iniziativa del direttore d'orchestra Clemens Krauss che prese l'iniziativa di dedicare interamente un concerto alla figura di Johann Strauss figlio.



domenica 22 dicembre 2013

Natale nella famiglia imperiale

Ma dunque, dopo tanto disquisire, com'era il Natale alla Hofburg?

In merito a questo dettaglio ci viene incontro il sito tedesco dedicato agli Asburgo: http://www.habsburger.net


Particolare di una foto dell'albero di Natale alla Hofburg di Vienna, consegnato al Presidente federale Heinz Fischer.

Come già accennato in precedenza, il 24 dicembre era anche il compleanno di Sissi, sicché l'atmosfera fu abbastanza lieta per i primi anni di matrimonio. Alle riunioni di famiglia del Natale partecipavano spesso principi, arciduchi, nonché molti componenti della famiglia imperiale. Presenziava questi momenti di intimità familiare anche la famosa arciduchessa Sofia, della quale parlerò certamente più avanti. Altrimenti, in altre occasioni, spesso si ritrovavano solamente Sissi, Franz ed i figli. 
In occasione del Santo Natale, la sera del 24 era organizzata un'abbondante cena che si teneva intorno alle 18 e 30 e si pregava per la nascita del Bambino Gesù, riuniti  nella cappella privata della Hofburg. Era raro (se non impossibile) che Sissi e Franz attendessero la nascita del Salvatore fino alla mezzanotte, come spesso capita oggi.   
Partecipavano altresì alla messa del giorno di Natale che era celebrata nella Augustinerkirche (la chiesa della Hofburg) o in alcune occasioni nel Duomo di Santo Stefano di Vienna (Stephasdom), dove la famiglia imperiale si riuniva in pompa magna, raggiungendo quei luoghi con carrozze e cavalli. Il pranzo si teneva in una delle stanze di rappresentanza, mentre i servitori correvano da ogni parte del castello! Un pranzo che aveva un carattere strettamente privato e al quale non partecipavano molte persone.
Le sale della Hofburg in queste occasioni erano decorate con magnificenza e, al centro degli appartamenti imperiali, troneggiava un imponente albero di Natale (spesso allestito direttamente dalla famiglia imperiale, oppure dalla servitù), sotto al quale trovavano posto numerosi doni per tutti i componenti della famiglia. Elisabetta era molto espansiva in fatto di regali ed amava porgere doni sia al marito, ma anche alle proprie dame di compagnia. Si può dire che non badava a spese tutto il resto dell'anno, il Natale non era certo da meno: amava fare regali ai propri figli, ma anche ai nipoti e ai propri parenti a Monaco di Baviera.


Albero di Natale al Castello di Windsor (ca. 1850)

Per i parenti del notoriamente parsimonioso imperatore, che in circostanze normali raramente tollerava che molti soldi fossero spesi per la sua persona, il Natale rappresentava una delle poche opportunità per fare acquisti urgenti e necessari per la sua economia domestica! 
I servitori di Franz dovevano gestire con grande tatto diplomatico il coordinamento delle richieste da parte della famiglia per i regali adatti al capo della famiglia. I desideri dell'imperatore erano sorprendentemente modesti, ad esempio voleva barattoli per la conservazione di fette biscottate e biscotti per il suo studio.

L'estrema parsimonia di Franz Joseph estesa anche al suo staff. Per lungo tempo i suoi servitori personali non ricevettero alcun regalo a Natale. Quando la 'buona amica' dell'imperatore ormai anziano, Katharina Schratt, sentì parlare di questa situazione convinse Francesco Giuseppe a garantire che in futuro anche al suo staff fossero dati dei regali per Natale.

Il Natale all'interno della famiglia imperiale, con il passare degli anni, non fu poi molto roseo. Basti pensare alle repentine fughe di Sissi dalla Corte di Vienna, oppure alle celebrazioni di questa festività dopo la morte dell'erede al trono Rodolfo. Dopo questo lutto sconvolgente, Elisabetta non si riprese mai più completamente ed iniziò ad odiare il giorno del suo compleanno (che le ricordava il passare del tempo) e di conseguenza il Natale. Salvo in occasione dell'anniversario di matrimonio della figlia, durante il quale si vestì di un colore grigio chiaro, Sissi continuò a vestire per sempre di nero. Il Natale le era penoso e ovunque fosse non voleva le fossero fatti auguri o porti dei doni. Nessun albero di Natale doveva esser fatto, nessun addobbo, nessuna luce.  
La figlia  più giovane della coppia imperiale, Marie Valerie, lamentava nei suoi diari del clima di tensione di ogni anno quando la famiglia imperiale era riunita intorno all'albero di Natale, circondata da dignitari di corte e servitori, troppo imbarazzata per fare qualcosa di diverso mentre la conversazione era assai ampollosa ed impacciata. Solo dopo il matrimonio, lontano dal cerimoniale solenne della Corte di Vienna, Marie Valerie finalmente assaporò il gusto della vera vita in famiglia. Piena di entusiasmo scrisse, descrivendo il suo primo Natale dopo il suo matrimonio con l'arciduca Francesco Salvatore:
"[...] Avevamo già addobbato l'albero i giorni scorsi. Ora è stato spinto al centro dello studio di Francesco, sopra di esso è stato appeso un angelo al soffitto e davanti al basamento ricoperto di muschio, abbiamo posato il presepe che mamma ci aveva mandato insieme a tutti gli addobbi natalizi! A sinistra tre tavoli [...] carichi di regali della mamma per noi. Dal tempo della mia infanzia, mai un albero di Natale mi è sembrato così bello, e mi ha irradiato nel cuore una così autentica gioia cristiana... La serena convivialità (con la servitù) ha fatto della vigilia di Natale una serata così felice, come mai avevo provato! Che contrasto con lo scambio di regali a Hofburg, dove tutto era così inamidato e penoso!"


Un albero di Natale all'Albertina.