Da diversi anni va avanti la teoria secondo la quale l’imperatrice Elisabetta sia stata anoressica. Tralasciando ciò che ciascuno di noi possa pensare soggettivamente, certo condizionati dalla teoria che (solamente) Brigitte Hamann mosse negli anni 70-80 con la sua ben nota biografia dedicata all’imperatrice, alla luce delle ricerche Storiche e delle attuali conoscenze, nonché dei documenti che sono giunti fino ai nostri giorni, possiamo ben smetterla di dire che Sisi sia stata anoressica. Certo, il mito dell’imperatrice anoressica fa sempre figo ed accentua l’aura mistica di quella sovrana anticonformista e moderna per il tempo, piena di contraddizioni, che viene messa a confronto col nostro secolo in cui l’anoressia e i disturbi dell’alimentazione sono quasi diventati una consuetudine.
Iniziamo innanzitutto col dire che la magrezza di Sisi era genetica.
Basti guardare i ritratti fotografici del padre, dei fratelli e delle sorelle: fasci di nervi che ripercuotevano di certo la loro azione anche sul corpo, rendendoli TUTTI incredibilmente magri. Si notino nello specifico le fotografie del fratello Luigi o del fratello Carlo Teodoro, così come pure quelli di TUTTE le sorelle. Il fatto che Sisi fosse riuscita a raggiungere un vitino da vespa di 48-50 cm, dipendeva soprattutto da questo fatto. Se si osservano le fotografie delle sorelle di Sisi, in particolare Nenè e Mathilde, si può osservare un incredibile vitino da vespa che non era dunque prerogativa esclusiva della futura imperatrice d’Austria.
Ludovico Guglielmo (1831 – 1920) |
Elena, detta Néné (1834-1890) |
Carlo Teodoro, Gackel (1839-1909) |
Maria Sofia (1841-1925) |
Mathilde, detta Spatz (1843-1925) |
Sofia Carlotta (1847-1897) |
Sappiamo che Elisabetta si sviluppò molto lentamente e fin da bambina era piuttosto grossolana, con un faccino tondo da contadinella. La bellezza di casa era considerata Elena, pertanto la madre Ludovica ebbe a lamentarsi con le sorelle per il poco fascino che aveva la figlia Sisi - che fin dalla prima adolescenza si dedicava anima e corpo nell'attività fisica, cavalcando e facendo lunghe passeggiate in montagna. Prima che diventasse imperatrice, non risultano eccentricità in fatto di alimentazione. Sappiamo però che, con lo sviluppo, Sisi iniziò a manifestare tratti più femminili, quindi a sviluppare le naturali rotondità (ricordiamoci che Sisi portava quasi la 5a di seno!!). In questo frangente sicuramente l’imperatrice cominciò ad esser più attenta a ciò che mangiava, come tutte le ragazze, ma non si fa menzione di digiuni veri e propri.
In questo periodo Sisi iniziò a manifestare i sintomi dell’anemia, riconducibili senza dubbio a sbalzi ormonali, come pure a problemi digestivi che la condizionarono fin dall'infanzia. Questi disturbi, così come la sua naturale predisposizione alla stipsi (probabilmente causata dall'impiego del corsetto troppo stretto), ne causarono probabilmente l’idropisia e il gonfiore cui l’imperatrice cercò di far fronte per tutta la vita con lo sport e con un’alimentazione che fosse sana. Probabilmente i reumi e l'idropisia erano dipesi da un'alimentazione che preferiva la carne ad altri alimenti più salutari.
È certo ben documentabile che, quando diventò sovrana d’Austria, durante i pranzi di gala e i ricevimenti della famiglia imperiale, ella si nutrisse appena. In un certo qual modo, analizzando oggettivamente il carattere di Elisabetta, si può propendere nell'affermare che questo suo nutrirsi appena fosse in gran parte dipeso dalla sensazione di disagio che ella provava quando si trovava di fronte a gente totalmente sconosciuta. Questo perché, quando ella era invece in compagnia delle sue dame o della sua famiglia, mangiava anche con grande appetito. Ovviamente attribuiva grande importanza al suo vitino da vespa, che riusciva comunque a mantenere tale sia per una questione genetica, sia con la forsennata attività fisica cui si sottoponeva tutti i giorni (cavalcate, passeggiate, esercizi alle sbarre) con la quale tentava di placare i turbamenti interiori derivati dall’eredità dei Wittelsbach – attività fisica così totalizzante, che di certo si può considerare una sorta di nevrosi.
Sappiamo con assoluta certezza Storica, che Sua Maestà iniziava la giornata alle intorno alle 6 del mattino e che (nel privato!) faceva una RICCA colazione all'inglese intorno alle 8 bevendo tè, mangiando panini, frutta, carne di manzo, arrosto e vino rosso. Non di certo la colazione di una anoressica. Katrin Unterreiner, ex curatrice del Sisi-Museum, ha affrontato l'argomento in più occasioni fornendo anche le copie dei menu privati redatti dalla stessa imperatrice per le sue colazioni private: tutto lasciano intuire meno che fosse inappetente.
Elisabetta e Francesco Giuseppe insieme a colazione nell'appartamento privato di Sissi, qui sotto |
Il pasto principale della giornata aveva luogo alle ore 17 e in questo frangente l’imperatrice mangiava con piacere carne ipocalorica di selvaggina e pollame, inoltre erano di solito previste due minestre, verdura e frutta, mentre per finire c’era sempre un sorbetto o un gelato. Sappiamo pure che Elisabetta amava mangiare le ostriche e bere talvolta Asti spumante. Apprezzava molto un tipo di consommé ultracalorico che di solito si faceva servire prima di un’intensa attività fisica, preparato con vari tipi di carne fra cui manzo, pollo, capriolo e pernice. Esiste ancora oggi la leggenda metropolitana che racconta di un’Elisabetta che era solita bere succo di carne cruda che non corrisponde al vero! Questa diceria nacque da un’annotazione riportata sui registri secondo cui “ogni giorno viene consegnato negli appartamenti di Sua Maestà un cosciotto d’agnello crudo.” Il che vuol dire che la carne veniva portava direttamente nella cucina dell’imperatrice e lì preparata. Non vi è alcuna prova che dimostri che Sisi consumasse carne cruda. Questa leggenda viene smentita dal ricettario di Corte che sotto la voce “Succo di carne” riporta: “Si taglino a tocchetti due o tre libbre delle migliori carni, si frollino poi in una pressa argentata, si condiscano e si cuociano quindi come estratto”. Insomma, una sorta di sanguinaccio all'austriaca molto di moda al tempo, che in molte zone rurali d’Italia era ed è un piatto cucinato regolarmente (avete presente il sanguinaccio?). Anche in Polonia esiste un tipo di zuppa di sangue d’anatra (la cosiddetta Czernina).
Servizio da tavola dell'Hofburg |
Era una donna che, stando alle testimonianze, aveva molto appetito e mangiava normalmente. Il fatto che a volte mangiasse esclusivamente del latte e poco altro, deriva dal fatto che la cena era sempre verso la “tarda sera” (alle 20 stavano già tutti a letto!) e, poiché non voleva abbuffarsi troppo onde evitare cattiva digestione (sovente causata anche dai bustini troppo stretti per i quali si ha necessità di mangiar poco ma più spesso), allora preferiva mangiar meno. Nondimeno, per i grandi pasti di famiglia o nei ricevimenti, erano previste pietanze ricche di grassi e di calorie, ai quali Elisabetta partecipava di rado e (ovviamente) controvoglia. Noi non faremmo altrettanto, pur non essendo anoressici? La tradizione alla Corte di Vienna, poi, era quella di ben 5 pasti al giorno, un fatto che era contrario ai principi di nutrizione di Elisabetta che si rifiutava di assumere una tale quantità di alimenti e preferiva mangiare solamente tre volte al giorno. Ciò diede vita al mito dell’imperatrice anoressica e che si nutriva poco esclusivamente per conservarsi il vitino da vespa!
Ma niente che possa confermare che Sisi fosse anoressica. A questo si aggiunga la resistenza di Elisabetta nello sport e la sua bellissima e folte chioma, lunga fino a terra, che basterebbero a smentire senza sé e senza ma tali supposizioni. Anche le sue poche fotografie, tralasciando il vitino da vespa, mostrano una donna in salute che non aveva alcun segno che potesse essere riconducibile ad un'anoressia invalidante.
Sappiamo però, così come racconta la sua ultima dama di compagnia, “quando ne aveva voglia era in grado di mangiare con grande appetito tutte le portate di una cena di gala” e che fosse pure particolarmente golosa di dolci così come invece confermerebbero le ricevute dei fornitori di Corte come le pasticcerie Demel o Gerstner.
Certo è, com’è noto, che soprattutto quando fu avanti con gli anni, in preda a stati depressivi particolarmente invalidanti, Elisabetta si nutrisse molto poco, ma in questo senso la cattiva alimentazione dipendeva più dal suo stato psicologico.
Rispetto a biografie di 35 (Hamann, che oggi é giudicata poco scientifica) o 25 anni fa (Avril), studi recenti e acquisizioni da parte del Sisi-Museum di Vienna, hanno portato alla conclusione che Elisabetta non soffrisse di anoressia, bensì di ortoressia, come scritto nell'ultimo libricino dedicato a Sisi ed edito dal Sisi-Museum, scritto dalla curatrice Olivia Lichtscheidl. L’ortoressia ben si sposerebbe con le abitudini alimentari dell’imperatrice Elisabetta, un disturbo alimentare per il quale chi ne soffre ha una vera e propria ossessione per il mangiar sano, per uno stile di vita salutare con il controllo quasi maniacale sul cibo e sugli orari, che spesso può ripercuotersi anche in maniera negativa sul soggetto. Nelle lettere di Francesco Giuseppe alla moglie, la informava sempre sull'orario in cui aveva mangiato, cosa a cui Sisi dava molta importanza e le diceva spesso "ho mangiato bene"; una cosa che ci fa supporre che anche l’imperatore avesse iniziato a soffrire di questa patologia. Elisabetta stessa, quand’era soddisfatta di un pasto, aveva l’abitudine di inviare il menù al marito e alla figlia Valeria, soprattutto quando c’era un piatto che poteva loro piacere. Quanto ai tanto decantati “edemi da fame” che si dice tanto afflissero l’imperatrice per via della sua anoressia, Olivia Lichtscheidl ci dice che probabilmente erano dei reumi.
Menu per un pranzo dell'Imperatrice al Golf Hotel Kaiserin Elisabeth al lago di Starnberg |
La sua ultima dama di compagnia, Irma Sztaray, nel suo memoriale ci dice che mangiasse parecchio ma al contempo di dice che Sua Maestà aveva l'abitudine di pesarsi tutti i giorni, più volte al giorno, annotando il suo peso su un libro apposito. A Vienna si sono conservate le numerose bilance di proprietà dell'imperatrice. Poiché fin dall'infanzia soffrì di gonfiori alle arti, certamente dipesi dall'eccessivo consumo di carne come pure dall'impiego del corsetto allacciato in maniera particolarmente stretta (che ne causava anche la stipsi), Elisabetta aveva maturato una sorta di "complesso" per il quale ella necessitava di prender nota di ogni variazione del suo peso e del suo girovita.