lunedì 27 agosto 2018

Sulle tracce di Sissi a Linz

Durante il suo viaggio verso Vienna, in occasione del suo matrimonio, la principessa Elisabetta in Baviera toccò Passau e raggiunse la città di Linz.



La futura imperatrice d'Austria scese dal piroscafo "Austria" al molo che dal 1900 al 1921 portava il nome di "Elisabeth-Kai".




L'imperatore Francesco Giuseppe aveva viaggiato fin qui per incontrare la sua sposa - cosa che andava contro l'etichetta - e fu grande la sorpresa per la città di Linz che non s'aspettava l'arrivo di Sua Maestà. Una grande folla attendeva la futura imperatrice che proprio al molo, ov'era stato eretto un sontuoso catafalco riccamente addobbato, ricevette la sua corona da sposa e attese al discorso del sindaco Josef Dierzer, cavaliere della Valle del Traun. Da qui una trionfale processione condusse la futura sposa alla Landhaus di Linz, dove aristocrazia, funzionari, clero e una guardia d'onore aspettavano la sposa dell'imperatore. Lì la principessa Sissi firmò il suo primo documento in Austria rilevando il protettorato dell'Elisabeth-Kinderhospitals di Hall. 
In serata ebbe luogo la rappresentazione del "Die Rosen der Elisabeth" nel teatro di Linz mentre l'intera città era completamente illuminata da candele e torce, così come le montagne sulle quali erano stati accesi numerosi falò. Una lunga fiaccolata si portò fin davanti alla Landhaus ove la folla accorse festosa a salutare la futura imperatrice che era già esausta dai lunghi festeggiamenti. 
Sissi lasciò Linz l'indomani per raggiungere finalmente Vienna sempre via Danubio.



Ma cosa rimane di Sissi a Linz che vi soggiornò solo per una notte? 
Ebbene, sono assai poche le tracce dell'imperatrice nella città. Sappiamo comunque che la camera da letto di Elisabetta nella Landhaus, un tempo decorata con drappi blu e un tappeto con motivi di rose in onore della "Rosa della Baviera", esiste ancora ed è stata trasformata in una piccola sala riunioni che porta il nome di Elisabethzimmer. Al suo interno è appeso un ritratto dell'imperatrice.
L'edificio, però, non è accessibile al pubblico.




Per anni rimase il busto che le venne tributato all'inizio del Novecento.
Il 21 aprile 1903, 49 anni dopo la prima visita nella città di Linz, venne inaugurato un monumento ad Elisabetta realizzato da Hans Rathausky e montato alla destra del portone sud della Landhaus.
Qui due fotografie dell'epoca.
La lastra di pietra di arenaria era di 4,5 x 2,5 metri, il busto realizzato dallo scultore col marmo proveniente dalle cave di Lasa in Trentino Alto Adige.

 

Il "Linzer Tagespost " scriverà nel giorno dell'inaugurazione: 
"Il monumento di Rathauskys ad Elisabetta è un'opera d'arte dal fascino intimo.
È pensato come una sorta di epigrafe, secondo il gusto del Rinascimento che ce ne ha lasciato un gran numero in modo esemplare.
Da un medaglione mezzo sporgente, si mostra il busto a grandezza naturale dell'Imperatrice come una sposa che s'irradia nella bellezza giovanile, un sorriso aggraziato s'apre intorno alla sua bocca, in ricche onde i bei capelli ricadono sulle spalle, ov'è inserita una rosa in fiore.
Il medaglione è circondato da una corona di rose.
A sinistra e a destra del piedistallo del busto si trovano due putti molto belli.
Quello di sinistra accanto allo stemma dell'Alta Austria reca con sé le ghirlande di rose per la decorazione del busto, la figura dell'angelo di destra è invece seduta. Una sfavillante fiamma sacrificale arde dietro di lei.
Un medaglione ovale sotto il gruppo è decorato con lo stemma della casa d'Austria e di Baviera.
Sotto sta l'iscrizione in lettere d'oro, che recita:

"In ricordo dell'indimenticabile
Imperatrice Elisabetta
Imp. Principessa in Baviera
la quale nel viaggio nuziale sul suolo d'Austria
entrò per la prima volta a Linz e il 21 aprile 1854
e dimorò in questa casa
In fedele omaggio
il consiglio regionale nell'arciducato d'Austria sull'Enns
1903"

Presenti all'inaugurazione vi erano i rappresentanti della famiglia imperiale, le arciduchesse Maria Valeria e Maria Cristina con i loro coniugi gli arciduchi Francesco Salvatore e Peter Ferdinand.
Nel 1938 l'epitema venne sfortunatamente distrutto, ma il busto dell'imperatrice di marmo bianco è stato conservato grazie all'iniziativa privata.
Per anni è stato conservato nel vestibolo della "Steinernen Saal" nella Landhaus per poi esser trasferito oggi sotto il pergolato del piccolo castelletto di marmo in stile Tudor nel parco della Kaiservilla di Bad Ischl.



Quando l'imperatore tornò a Linz e esaminò il monumento, disse di aver detto allo spazio vuoto a sinistra dell'ingresso della casa di campagna: "Suppongo che una volta avrò il mio posto qui."



Francesco Giuseppe a Linz. Si noti il busto di Elisabetta a destra della porta: 









Dovette avere ragione - nonostante ci vollero alcuni anni per creare la controparte. Il 30 maggio 1937, l'arciduca Eugenio, fratello dell'imperatore Carlo I, svelò il monumento all'imperatore:


Il progetto del monumento era del professor Eduard Lorenz. La corona d'alloro e la doppia aquila in pietra arenaria sono state progettate dallo scultore Mayr. Il busto imperiale in marmo di Carrara è stato creato dallo scultore di Linz, Karl Podolak.
All'inaugurazione parteciparono anche alcuni membri dalla casa imperiale ancora presenti, nonostante la caduta della monarchia: l'arciduchessa Adelheid, figlia dell'imperatore Carlo I e dell'imperatrice Zita, l'arciduca Theodor Salvator, nipote di Sissi e Franz in quanto figlio dell'arciduca Francesco Salvatore e dell'arciduchessa Maria Valeria; Arciduchessa Maria Teresa, moglie dell'arciduca Teodoro Salvatore, nata Waldburg-Zeil-Trauchburg.
L'arciduca Eugenio posò sotto i due monumenti le corone dell'imperatrice Zita e dell'arciduca Ottone.  
Il monumento non dovette però durare a lungo: come quello dell'imperatrice Elisabetta, non si adattava all'epoca nazista e venne distrutto nel 1938. Il busto di Francesco Giuseppe, comunque, è stato conservato e recentemente riscoperto nell'archivio del museo.



Le finestre imperiali del Duomo di Linz





Al duomo di Linz esiste una vetrata poco nota realizzata in onore della famiglia imperiale d'Austria.
Il bozzetto per la finestra imperiale venne redatto prima dell'assassinio dell'erede al trono Francesco Ferdinando nel 1914, per volere dell'allora vescovo Hittmair, cui seguì la realizzazione vera e propria.



Nella parte superiore della finestra è visibile l'imperatore in preghiera Francesco Giuseppe.
Sulla sinistra c'è l'erede arciduca Franz Ferdinand che fu assassinato a Sarajevo.
Sulla destra c'è l'arciduca Carlo, che in seguito divenne l'ultimo imperatore austriaco.


Sotto a questa raffigurazione si possono vedere il ritratto dell'Imperatrice Elisabetta e altri membri della famiglia imperiale fra i quali si riconosce la seconda figlia di Sissi, Gisella.






Nella parte sottostante si vede invece il piroscafo col quale Sissi raggiunse Vienna:



venerdì 24 agosto 2018

Chiarimenti sul ritratto della piccola Sissi

Già dopo la morte dell'imperatrice Elisabetta, questo ritratto sottostante è sempre stato fatto passare per una raffigurazione della piccola principessa bavarese...


... che ha la sua variante in questo:



Fortunatamente, nel nostro secolo, internet ci viene incontro sempre - ovviamente se usato con oculatezza, attenzione e intelligenza - e grazie ad esso ho scoperto in realtà che questa raffigurazione canonica fa riferimento non alla birbante Sissi bambina, bensì ad un'immagine fantasiosa del pittore inglese Arthur John Elsley (1860 – 1952)


Chissà come mai, proprio quest'immagine fu scelta come ritratto ufficiale dell'imperatrice Sissi nelle cartoline commemorative prodotte dopo la sua morte.

Il primo ritratto ufficiale di Sissi è quello che la mostra appena nata, in una culla, circondata dalla madre Ludovica e dai fratelli Ludovico ed Elena. 



Cui segue una miniatura ufficiale di Sissi infante col fratello prediletto, Carlo Ludovico




domenica 19 agosto 2018

Alpe di Siusi: monumento all'Imperatore Francesco Giuseppe

Presso il Monte Calvario a Castelrotto (BZ) sull'Alpe di Siusi in Alto Adige, si trova una fontana commemorativa in onore dell'imperatore Francesco Giuseppe. 



Fontana commemorativa per i 60 anni di regno dell'imperatore Francesco Giuseppe (1848-1909)
In occasione del 60° anniversario dell'imperatore Franz Josef I, la comunità di Castelrotto ha realizzato nel 1908 la fontana del giubileo in posizione centrale sul monte consentendo ad Eduard Burgauner di realizzare un allestimento pittoresco. Dopo la Prima Guerra Mondiale è stato necessario coprire il ritratto dell'imperatore. Durante l'ultima ristrutturazione è stato riportato alle condizioni iniziali. Allo stesso tempo, con la realizzazione della fontana del giubileo, il parco tutt'attorno è stato trasformato in un luogo di relax con panchine e percorsi per passeggiate.








Uomini e corsetto: una moda tutta ottocentesca


Qualche tempo fa mi è capitato di parlare con alcune amiche che rimasero molto colpite nell'apprendere che, nel XIX secolo, tutti gli uomini indossavano il corsetto proprio come le donne! Sembrerà quasi assurdo, eppure è così!
Spesso, mi è capitato di rimanere un po’ perplesso nell'osservare le foto dei fratelli di Elisabetta (specialmente alcune di Carlo Teodoro), poiché in alcuni casi pare che abbiano una ‘strana pancia’, spesso a metà busto si intravede un misterioso scalino, una protuberanza curiosa… Fateci caso nelle immagini nell'album! Ebbene, alla fine ho scoperto che invece si tratta del corsetto!

Carlo Teodoro in una fotografia degli anni '60 circa.

L’utilizzo del corsetto da parte degli uomini, si perde nella notte dei tempi e probabilmente l’impiego di ‘fasce rinforzate’ era d’uso comune già nel Medioevo e nelle corti rinascimentali, presumibilmente sia per un effetto estetico che per un effetto che si potrebbe definire 'salutare', poiché sorreggeva la schiena ed obbligava ad una postura rigida e corretta. I primi che cominciarono ad utilizzarlo furono i militari, che indossavano un bustino sotto l'uniforme che li aiutava durante le faticose marce e spesso anche durante le guerre.

Una bella foto dell'arciduca in uniforme militare con corsetto


I fratelli di Francesco Giuseppe, a sinistra Carlo Ludovico e a destra Ferdinando Massimiliano,
con indosso l'uniforme e il corsetto


La sua massima diffusione, però, si ebbe nel Settecento e per tutto l’Ottocento: questo fatto è testimoniato sia da fotografie che da ritratti e litografie. Molte furono le illustrazioni satiriche che deridevano questa pratica di strizzarsi nei corsetti. Eccone alcune qui sotto:






All’inizio del XIX secolo, accompagnando la moda femminile della linea ‘a clessidra’, anche l'uomo costrinse la vita sotto alla camicia, indossando il corsetto per quasi tutta la giornata al di sopra di una chemise realizzata in cotone - che serviva per proteggere il tessuto dal contatto con la pelle, nonché l’epidermide stessa dal ripetuto sfregamento. Dopodiché, ci si vestiva adeguatamente in base alle occasioni, ovviamente coprendolo con altri indumenti, poiché il corsetto era a tutti gli effetti un indumento intimo!

Qui sotto due ritratti giovanili di Francesco Giuseppe nei quali si nota benissimo il girovita assai sottile dovuto all'impiego del corsetto.



Ogni abito, che fosse questo una divisa militare o una giacca per un ricevimento, veniva tagliato e realizzato seguendo la forma della vita dell’uomo con indosso il corsetto… proprio come l’imperatrice Elisabetta. Si osservino questi fashion plates, dove si nota particolarmente bene la vita strettissima degli uomini.



L’impiego del corsetto maschile era di largo impiego fra le classi sociali più elevate; il suo utilizzo dava slancio alle figure più paffute e più basse, dando all’uomo una postura più regale e raffinata. Era utilizzato in particolar modo dai dandy, da quelli che oggi definiremo fashion victim o metrosexual. 
All’inizio dell’Ottocento, come testimoniato dalle litografie del tempo, era di largo impiego il cosiddetto corsetto overbust, ovvero ‘sopra seno’, che in molti casi somigliava più ad un gilet steccato che ad un vero e proprio corsetto. Questo racchiudeva il torso e si estende da appena sotto le braccia verso i fianchi.
Solo vero la seconda metà dell’Ottocento s’iniziò ad impiegare un corsetto del tutto simile a quello femminile, chiamato underbust corset (‘corsetto sottoseno’), che iniziava appena sotto i seni e si estendeva verso i fianchi. In entrambi o casi l’impiego di quello che oggi viene considerato uno strumento di tortura, esaltava la figura rendendo la vita più stretta e le spalle visibilmente più larghe, la figura più elegante con un fascino associato alla giovinezza.
L’utilizzo del corsetto maschile perdurò almeno fino all’inizio del Novecento, in sporadici casi fino agli anni ’30, allorquando la moda preferì abiti più comodi e pratici, liberando la donna dalla schiavitù del corsetto.
Qui sotto alcuni modelli pubblicitari ed illustrazioni di inizio Novecento:




Ad ogni modo, nonostante l'odio delle femministe verso il corsetto, quest'indumento è ancora oggi particolarmente apprezzato ed esattamente come un tempo, uomini e donne continuano ad indossare il corsetto... 

Il famoso stilista di corsetti Mr. Pearl



Oggi i corsetti maschili sono particolarmente apprezzati per i cosplay in stile steampunk: