martedì 29 aprile 2014

Seta, merletti ed ermellino - Mostra in occasione del decimo anniversario del Museo di Sisi

- fonte: http://www.hofburg-wien.at/it

Dal 24 aprile, giorno del matrimonio di Elisabetta e Francesco Giuseppe, al 24 dicembre 2014 il Museo di Sisi negli Appartamenti imperiali del Palazzo imperiale Hofburg di Vienna celebra il suo decimo anniversario presentando la mostra temporanea: “Seta, merletti ed ermellino”.

In occasione del decimo anniversario, dal 24 aprile al 24 dicembre 2014 due sale degli Appartamenti imperiali ospiteranno la mostra temporanea: “Seta, merletti ed ermellino” (ted: "Seide – Spitze – Hermelin"). Nell'ambito di questa mostra i visitatori potranno sbirciare nell'armadio imperiale dell'imperatrice Elisabetta.

Per la prima volta due abiti, una mantellina da toeletta, un accappatoio da bagno, una parure d'ermellino, capi di biancheria e svariati accessori dell'imperatrice saranno presentati in un unico allestimento.

Fra la grande varietà di abiti originali spicca un vestito acquistato nel 2012 presso la casa d'aste Hermann Historica. L'abito era di proprietà del genero dell'imperatrice Elisabetta. Era custodito in una scatola da guardaroba poco appariscente recante la scritta “Al castello di Seisenegg - il segretariato di sua Altezza serenissima imperial-regia arciduca Francesco Salvatore“, che per tanti decenni custodì oltre all'abito anche altri accessori e oggetti ricordo un tempo appartenuti all'imperatrice.



La scatola da guardaroba e il suo contenuto saranno gli elementi centrali esposti nella Sala delle guardie del corpo, mentre nella Sala d'attesa della Stanza delle udienze verranno presentati in una suggestiva ambientazione gli abiti, la biancheria, gli accessori e la pelliccia. 


Esporre in pubblico prodotti tessili storici richiede la massima attenzione e l'assoluto rispetto di rigorosi criteri di conservazione. Nonostante le severe esigenze, per tutta la durata della mostra in occasione del decimo anniversario sarà possibile presentare al grande pubblico i capi d'abbigliamento più belli e di maggior pregio della nostra collezione. 

 A cura di: Olivia Lichtscheidl 
 Allestimento: Thomas Hamann


sabato 26 aprile 2014

L'abito da sposa di Sissi

Toglietevi dalla testa la Schneider con metri di pizzo bianco, quel pomposo abito da principessa delle favole like Cenerentola con una crinolina gigante quanto tutta la navata centrale della chiesa, quel mega-fascio di rose bianche alle mani, acconciatura 'classica' di Sissi con mille trecce dietro la nuca, il barocco Halleluja di Handel... Dimenticate tutto questo e mantenete esclusivamente il suo volto languido e tirato dai nervi!


Fondamentalmente non esistono fonti particolarmente attendibili che ci dicano com'era l'abito di Sissi nel giorno del suo matrimonio, giacché la cerimonia era esclusivamente privata e riservata alla famiglia imperiale e agli invitati. Si può comunque esser certamente più che oggettivi nell'affermare che l'abito che si vede nel film (qui sopra) non rispecchia la realtà, giacché lo stile è più vicino a quello che poteva essere un abito da sposa della seconda metà del XIX secolo. Prima del 1860 infatti erano di moda le gonne poco ampie, con non eccessiva crinolina ma piene di balze. Le balze erano in ogni dove: sulle maniche, sugli scolli e addirittura nell'abbigliamento intimo!!! Si presume quindi che la gonna dell'abito di Sissi fosse composta di vari volant, proprio perchè era consuetudine di quel tempo sia per i costumi di tutti i giorni, sia per quelli da sposa. Spesso le balze salivano fino alla vita che doveva esser rigorosamente mantenuta fine e snella grazie all'ausilio del corsetto.
Ci vengono in aiuto in questa descrizione le numerose litografie degli abiti da sposa dell'epoca di Sissi, fra i quali anche quello dell'imperatrice Eugenia di Francia (sposatasi nel 1853) in basso destra:




Per compensare questa ricchezza della parte inferiore del vestito, la parte superiore era spesso liscia e lineare, senza troppi fronzoli. Non si usavano scollature audaci, che non erano di moda, ed in genere però erano molto accollati e rasentavano il girocollo. La questione della scollatura andrebbe comunque analizzata a parte ma non ho studiato storia della moda, ma posso dirvi che queste avevano degli stili diversi in base alle occasioni: erano più basse per le serate di gala, più alte e lineari per un ricevimento pomeridiano... Ora non ricordo con esattezza però era qualcosa del genere!
Quanto alle maniche, difficile stabilire con precisione come fossero. Potevano esser composte anch'esse da volant, oppure esser completamente lisce e strette sugli arti, oppure strette sul braccio e con uno sbuffo in prossimità del gomito. In genere potevano avere le spalline elaborate (soprattutto col pizzo). Non c'era una regola standard e quindi ogni abito era diverso. 

Di certo il fashion plate del 1854 della rivista di moda 'Iris' è quella più vicino all'originale e riporta esso stesso la dicitura "Portrait de S.M. Elisabeth Duchesse de Baviere, Imperatrice d'Autriche":


Non si è certi che questo sia l'effettivo abito di Elisabetta, soprattutto se confrontato con le altre litografie del tempo che però potevano esser idealizzate... Oppure questo poteva esser inventato, dato che era una rivista di moda e quindi (come oggi) doveva spingere il cliente all'acquisto. Nessuno purtroppo può darci la conferma!
Citando il Corti: "[...] Elisabetta in veste bianca a strascico, trapuntata d'oro e d'argento, riccamente adorna di mirto, sulla magnifica chioma il diadema scintillante donatole dall'arciduchessa Sofia, e, puntato sul petto, un mazzo di freschissime rose bianche."
Possiamo presupporre che, guardando le vecchie litografie presentate nel topic precedente, lo strascico dell'abito di Sissi non fosse come lo intendiamo oggi, ovvero una propaggine lunghissima della gonna. Più semplicemente poteva essere un'altra stoffa adagiata sopra la gonna come un complemento fine a se stesso, da poter togliere terminata la funzione. E' lecito credere questa cosa poichè al Kunsthistorisches Museum di Vienna è conservato quello che si crede essere lo strascico dell'abito da sposa di Sissi, o almeno così riporta il sito del museo. All'apparenza sembra effettivamente più un qualcosa da 'applicare' sopra le balze della gonna, legandolo alla vita:


E' possibile altresì credere che questo possa esser stato lo strascico utilizzato dopo la celebrazione, durante il ricevimento e la cena che si tenne alla Hofburg.




Quanto al diadema o alla tiara che fosse, non sono riuscito a reperire notizie.
Girava invece su internet la foto della filigrana usata da Elisabetta per il giorno delle nozze. Non si sa con certezza se la utilizzò davvero, perchè in quasi tutte le biografie si cita solo ed esclusivamente la tiara donatale dall'arciduchessa Sofia (quella che cadde, della quale ho parlato precedentemente). Detta filigrana, un intricato gioiello floreale in oro, è conservata presso il museo di Altötting (vedi foto sotto). Questo monile fu donato dalla figlia di Sissi, Gisella, al monastero di Altötting e venne archiviata come l'ornamento ufficiale portato alle nozze da Elisabetta. La stessa Sissi aveva donato questa filigrana alla figlia Gisella, affinché lo indossasse proprio nel giorno del suo matrimonio proprio come aveva fatto lei. Questo "come aveva fatto lei" è confermato dal figlio di Gisella, Corrado, che venne a conoscenza di questo dettaglio proprio dalla madre. Qui sotto la filigrana in oro:



In due ritratti "da sposa" (qui sotto) eseguiti probabilmente all'epoca del matrimonio, Elisabetta viene presentata in due versioni: una con effettivamente un semplice gioiello floreale in testa (e non una corona!) a fermare il velo e che ipoteticamente si potrebbe far risalire a questa filigrana dorata, mentre nel secondo ritratto ci viene mostrata con una tiara e degli inserti floreali posti dietro la nuca (che sia la filigrana?) mentre appuntate sul petto solo alcune roselline (che facciano sempre parte del collier di questa filigrana?)...
Probabilmente tutti quelli che la videro dopo le nozze (come ad esempio ai numerosi ricevimenti ai quali dovette partecipare Sissi), ebbero modo di vederla con la tiara donatale dalla zia, quindi si pensò che venne utilizzata anche per la celebrazione. Mistero misterioso ahimè!



Si racconta che l'abito da sposa di Elisabetta sia stato indossato nuovamente dalla sovrana in occasione del suo venticinquesimo anniversario di matrimonio (aprile 1879), ovviamente modificato secondo la moda del tempo. Il quadro qui sotto, certamente uno dei più noti di Sissi, ce la mostra con un bellissimo abito - proprio quell'abito - ricamato in oro e argento, con un lungo strascico e particolari in pelliccia bianca.
Fino a quel momento, il suo abito da sposa era stato conservato a Possenhofen e da lì, per tale ricorrenza, fu spedito a Praga dove venne rimodellato secondo il gusto del tempo e dell'imperatrice stessa.


Osservando il quadro e la fotografia dello strascico di sopra, ciò potrebbe esser effettivamente vero. Ma osserviamo attentamente quanto segue.
Di recente esposizione all'Hofburg è invece il piviale proveniente dal santuario di Maria Taferl che vi mostro qui sotto. Questo piviale è di grandissima importanza poiché ci mostra il ricamo originale in moiré ed argento, che era posto sull'abito da sposa di Elisabetta.
La prima registrazione dell’abito nell'inventario della Basilica di Maria Taferl è del 1890, dono dell'imperatrice Elisabetta stessa. Il prezioso ricamo d'argento venne staccato dal tessuto, accuratamente preservato, e fu ricucito su questo piviale sacerdotale ed utilizzato dai sacerdoti per celebrare messe importanti. Il paramento sacro fu indossato per la prima volta nel 1895.
Da allora è conservato nella Basilica di Maria Taferl.

Alcune immagini (piccolissime purtroppo) dell'esposizione all'Hofburg, e altre in HD dell'intero piviale:

 




 


 

 

Il velo della sposa ottocentesca non era lungo chilometri e chilometri come invece si usa fare oggi, specialmente durante la prima metà del 19° secolo. Era spesso in pizzo del Belgio ed era poco più lungo del vestito, oppure poteva raggiungere una lunghezza più contenuta fino a metà della gonna. In ogni caso il volto della sposa era sempre scoperto.


Per quel che invece riguarda l'acconciatura si può certamente affermare senza alcun dubbio che quella del film non è assolutamente veritiera. La moda dell'epoca prevedeva infatti un'acconciatura più rigorosa composta da due trecce laterali raccolte in uno chignon, anch'esso creato con trecce, posto sulla nuca. Se non si creavano delle trecce, i capelli venivano divisi per parte del capo (destra e sinistra) e arrotolati attorno ad alcuni rotoli di tessuto imbottiti (precursori dei nostri odierni bigodini) che però si potevano piegare a proprio piacimento e che davano all'acconciatura un aspetto più folto, gonfio e morbido. Dopo aver piegato questi 'bigodini' verso il retro della testa, i capelli della parte anteriore venivano fissati con forcine in un basso chignon che era stato realizzato nella parte posteriore del capo. 

L'acconciatura con le trecce che si vede nel film, quella più famosa di Sissi del resto, arriverà solamente qualche anno dopo con l'arrivo di Fanny Angerer parrucchiera personale dell'imperatrice.



In ogni caso non sapremo mai con certezza come fu l'abito di Elisabetta, ma possiamo solo immaginarlo!
Esiste anche un ritratto della giovane Elisabetta, conservato al Museo della Slesia di Opava in Repubblica Ceca, che, se osservato attentamente e confrontato con gli altri dettagli analizzati in questo articolo, sembra mostrarci l'imperatrice con indosso l'abito da sposa. Si noti la presenza dello strascico e dei ricami d'oro e d'argento, una tiara sul capo e dietro ai capelli una specie di decoro ricadente... 


Alcuni sarti ungheresi hanno realizzato un'ipotetica copia di quel che fu l'abito di Sissi nel giorno del suo matrimonio ed è stato esposto al Castello di Gödöllő:







giovedì 24 aprile 2014

Il matrimonio di Sissi e Franz

24 aprile 1854 ... esattamente 160 anni fa... 

Vienna, mattina presto. Tutta la popolazione di Vienna era in gran fermento per il matrimonio dell'imperatore d'Austria. In tutte le chiese furono celebrate solenni funzioni e alla messa al duomo di Santo Stefano partecipò l'elite di tutti i ceti. Gente da ogni dove accorse in massa (si stima che nei giorni precedenti erano giunti a Vienna circa settantacinquemila stranieri) per vedere quella coppia di rara bellezza che riempiva i giornali e che venne presa come ispirazione per la composizione di numerosi opuscoli dal carattere poetico. 

Mentre la città era già nel caos più completo, alla Hofburg la famiglia imperiale si era riunita nella cappella di corte per partecipare alla funzione mattutina. Alle tre del pomeriggio la folla nelle vicinanze del palazzo imperiale e della Chiesa degli Agostiniani (Augustinerkirche), in cui fu effettuata la cerimonia, era così grande che dovettero essere erette delle barriere per mantenere libero il passaggio delle carrozze. La chiesa degli Agostiniani fondata nel 1327, era già stata la scena di molti matrimoni degli Asburgo, tra cui quello dell'arciduchessa (e futura imperatrice) Maria Teresa con il duca Francesco di Lorena nel 1736 e quello dell'arciduchessa Maria Luisa con l'imperatore Napoleone I di Francia nel 1810 


La famosa vecchia chiesa degli Agostiniani era stata splendidamente decorata per l'occasione: sopra l'altare maggiore era stato montato un baldacchino di velluto bianco ricamato in oro, in base al quale erano stati collocati due inginocchiatoi, anch'essi di velluto bianco. Alle pareti e alle colonne della chiesa invece erano stati appesi drappi in damasco rosso e costosi arazzi mentre il pavimento era stato ricoperto di tappeti. Un centinaio di candelabri sormontati da innumerevoli candele (circa 15.000) irradiavano una luce morbida ma brillante in tutta la chiesa. La galleria che conduceva dagli appartamenti interni della Hofburg alla chiesa, era stata analogamente decorata e illuminata.
Il matrimonio doveva aver luogo alle 19:00 di sera ma già dalle 18 ogni spazio disponibile in chiesa era piena di invitati: signore con abiti sfavillanti, le uniformi dei nobili polacchi ed ungheresi, i gioielli scintillanti delle dame e le incantevoli acconciature, formavano una scena di incredibile magnificenza!
Il principe arcivescovo Rauscher, l'ex tutore dell'imperatore, con più di settanta vescovi e arcivescovi nei loro paramenti ricamati in oro, erano assemblati in sacrestia. 
Il maestro di cerimonie informò Sua Maestà che tutto era pronto, e il corteo entrò nella galleria. Prima arrivarono i paggi, poi i consiglieri privati ​​e gli alti funzionari di corte; poi tutti gli arciduchi con i loro ciambellani e, ultimo fra tutti, lo stesso imperatore vestito con l'uniforme da maresciallo di campo con tutti gli ordini appesi agli abiti. Direttamente dietro lo sposo avanzava sua madre, l'arciduchessa Sofia, che conduceva la sposa all'altare alla sua sinistra. Alla destra di Elisabetta c'era sua madre, la duchessa Ludovica, e dopo di loro un folto seguito di dame di corte guidate dal Gran Ciambellano.


L'imperatore e la sua sposa furono raggiunti alla porta della chiesa dall'arcivescovo che li asperse con l'acqua santa, dopo di che si inginocchiarono sui loro inginocchiatoi, mentre gli altri membri delle due famiglie reali presero il loro posto. La cerimonia ebbe inizio e durò poco più di un'ora, durante la quale l'arcivescovo Rauscher fece dei lunghi discorsi, pieni di paragoni floreali, che gli valsero il nome di Plauscher (chiacchierone). Dopo una preghiera, Francesco Giuseppe ed Elisabetta avanzarono sull'altare maggiore, si scambiarono le promesse di matrimonio, si scambiarono gli anelli e giunsero le mani reclinando il capo in avanti in attesa della benedizione.



Al momento dello scambio degli anelli un battaglione di granatieri schierati sul bastione degli Agostiniani sparò la prima salva che risuonò per l'intera Josephsplatz, seguita dal tuono di numerosi cannoni che annunciavano che la principessa Elisabetta in Baviera era finalmente diventata imperatrice d'Austria! Elisabetta sussultò al suono di quei cannoni... Come diremmo noi oggi, era tirata come una corda di violino per quanto era in tensione! Quando si scambiarono le promesse di matrimonio la voce di Franz risuonò per tutta la chiesa, mentre la voce flebile di Sissi si percepì a malapena...


Alcune immagini del matrimonio:







Un abito di Sissi: l'abito di addio al nubilato


Conservato al Sisi Museum di Vienna dal 2004, il cosiddetto "abito dell'addio al nubilato" (Polterabend Kleid) è uno dei pochissimi vestiti di Sissi che si sono conservati. Ovviamente quello esposto è solo la copia dell'originale, che è invece conservato presso il Kunsthistorisches Museum e non può esser più esposto per motivi di conservazione (qui sotto un'immagine dell'originale).


Non è certo il giorno in cui lo indossò, ma è presumibile credere che lo avesse indosso in occasione della sua festa di commiato da Monaco di Baviera il 20 aprile 1854. 
Un abito inusuale, bianco e verde, ricco di balze e di volant, motivi floreali e di strani ideogrammi. Dopo un minuzioso lavoro di ricostruzione, grazie all'Istituto di Arabistica di Vienna si è scoperto che questi ideogrammi sono ovviamente di origine araba stanno a significare "Oh mio Signore, che sogno magnifico". Poichè non si hanno notizie certe sulla provenienza di questo abito, non ci è dato sapere dove e in quali circostanze fu confezionato. E' lecito pensare che il Duca Max, padre di Sissi, quale amante dell'Oriente se lo sia fatto confezionare appositamente per il matrimonio della figlia o che lo abbia direttamente portato da uno dei suoi viaggi. 


In viaggio verso Vienna...

Il 20 aprile del 1854 Elisabetta lasciava la città paterna di Monaco. Dopo aver ascoltato la messa nella cappella privata della casa ducale nel palazzo di Monaco, Sissi si congedò tristemente dal personale che le era stato vicino fino a quel momento. Per ciascuno dei presenti ci fu un regalo al momento del commiato e tutti le strinsero la mano. Come imperatrice d'Austria non avrebbe potuto più farlo!
Comparvero poi a salutarla anche il re di Baiera, Massimiliano II, Luigi I (ex re di Baviera, dato che aveva abdicato per via dello scandalo di Lola Montez), entrambi in uniforme austriaca e con le rispettive consorti.
La Ludwigstrasse era un tripudio di gente accorsa a salutare Sissi, la rosa di Baviera come dissero i contemporanei. La giovane principessa salì su di una carrozza aperta guidata da sei cavalli, con le lacrime agli occhi, si alzò in piedi, si voltò verso la folla e la salutò sventolando un fazzoletto... seguita dai genitori, dai fratelli e dalle sorelle.


Da Monaco si diresse verso Straubing, facendo una sosta a mezzogiorno nella cittadina di Landshut.
Giunta a Straubing presenziò un ricevimento in suo onore organizzato dalle autorità locali, con bande e ragazze vestite di bianco. Qui la comitiva pernottò una notte nell'albergo "Zum Schwarzen Baren".
L'indomani, il 21 aprile, salì a bordo del battello "Stadt Regensburg" sul Danubio che l'avrebbe condotta a Vienna. Raggiunse la cittadina di Passau alle due del pomeriggio e qui salutò la Baviera con le lacrime agli occhi (un a lapide, costruita intorno al 1904, ricorda questo evento).
Al valico della frontiera bavarese venne eretto un arco di trionfo e una delegazione imperiale salutò la futura l'imperatrice. Da qui il battello di Elisabetta fu avvicinato da due piroscafi che la scortarono attraverso tutta l'Austria superiore.
Alle sei di sera giunsero nella città di Linz, quale prima tappa in suolo austriaco. Qui era stato allestitio un padiglione di legno tutto addobbato a festa, con numerose bandiere, tribune per gli spettatori che ugualmente si ritrovavano anche nella piazza principale.



Qui fu accolta con gran festa e fu raggiunta, a sorpresa, dall'imperatore Francesco Giuseppe che voleva salutarla appena messo piede in Austria e prima che raggiungesse Vienna. La sera stessa ci fu uno spettacolo di gala nel teatro di Linz con la recita di un lavoro intitolato Die Rosen der Elisabeth, mentre la città era illuminata a festa ed era percorsa da una fiaccolata festante. La comitiva prese alloggio nel Landhaus, la cui camera da letto destinata ad Elisabetta era stata arredata e decorata con i colori della Baviera, mentre l'imperatore lasciò Linz verso le 4 e mezza del mattino del 22 aprile proseguendo alla volta di Vienna per accogliere ufficialmente la futura imperatrice.



Da Linz la futura sposa e la sua famiglia si imbarcarono invece sul piroscafo a ruote "Francesco Giuseppe" addobbato a fiori e bandiere e che condusse Elisabetta a Vienna in un vero e proprio corteo trionfale. Il piroscafo era uno dei più lussuosi mai visti a quel tempo: costruita a Londra era una meraviglia del progresso tecnico. La cabina della futura imperatrice era tappezzata con velluto color porpora, il ponte di coperta era stato trasformato in una serra di fiori e piante, con una pergola di rose nel quale Sissi poteva ritirarsi. Le bandiere bianco-azzurre delle Baviera erano messe al fianco di quelle rosso-bianco-rosso dell'Austria e di quelle giallo-nere degli Asburgo. Sissi era sopraffatta dalle emozioni: pallida, taciturna e intimidita cercò in tutti i modi di sforzarsi di essere un'altra, una donna felice, sventolando il fazzoletto col sorriso sulle labbra. Al suo fianco sempre la madre Ludovica che cercava di farle coraggio per calmare il suo nervosismo.  
Il rombo dei cannoni e lo scampanio di tutte le chiese di Vienna annunciarono l'arrivo della sposa dell'imperatore all'approdo di Nussdorf. Una folla di curiosi era radunata fino all'altura del Leopoldsberg. 
A Nussdorf Elisabetta si cambiò d'abito, indossando uno dei suoi abiti di gala color rosa, vaporoso e con una grande crinolina. Sulle spalle indossava una mantiglia bianca di pizzo ed in testa un cappellino bianco.
Qui fu accolta con gioia dall'imperatore che balzò a bordo del battello prima ancora che questo attraccasse. Sulla riva c'era il popolo accorso in massa, l'aristocrazia dell'impero e tutti gli esponenti di casa Asburgo. 


Dopo lunghi festeggiamenti, a bordo di eleganti carrozze, Sissi raggiunse la residenza estiva degli Asburgo, il palazzo di Schonbrunn, attraverso archi di trionfo e gente festante. Elisabetta era esausta... 

Arrivata a Schonbrunn ebbe immediatamente inizio una cerimonia di "presentazione" della futura sposa alla corte e viceversa: furono presentati principi, arciduchi, dignitari di corte, arciduchesse, dame di compagnia ecc... ecc... Una cerimonia lunga e noiosa durante la quale l'arciduca Massimiliano presentò la parentela Asburgo alla famiglia Wittelsbach. Poco dopo l'imperatore presentò con solennità i regali di nozze e per primo il suo: un diadema di diamanti con un corsage intonato, anch'esso di diamanti. Nessuno però disse ad Elisabetta che quel diadema era caduto il giorno prima per la sbadataggine di una parente... Il diadema era volato in terra e si era immediatamente provveduto alla sua sistemazione spendendo la modica cifra di 100.000 fiorini! La caduta del diadema fu subito considerata come di pessimo auspicio, ma nessuno disse niente!
Le sue dame bavaresi furono congedate per sempre ricevendo doni di commiato e al loro posto subentrarono le dame della casa, appositamente scelte dall'arciduchessa Sofia. 
Dopo di ciò ci fu una cena di gala che durò ore interminabili, durante le quali Sissi si sentì spesso sopraffare dalla stanchezza: dalla mattina fino alla sera non si era mai fermata un attimo e l'ansia di avere tutti gli occhi addosso le fece mangiare poco e niente. Era intimidita, si sentiva osservata e giudicata. Si affacciò dal balcone del palazzo per puro obbligo e poi si ritirò nelle sue stanze.

L'indomani, Elisabetta entrò ufficialmente nella città di Vienna: era il 23 aprile del 1854. 
La cerimonia di preparazione della futura sposa durò quasi tutta la mattina ed era tardo pomeriggio quando finalmente Sissi salì con la madre su di una carrozza trainata da 8 cavalli lipizzani, indossando un nuovo abito di gala in seta rosa, trapuntato d'argento con strascico, ghirlande di rose sul capo e il diadema del quale si è detto poco fa.



Per entrare a Vienna passò attraverso il nuovo ponte Elisabethbrucke (Ponte di Elisabetta), creato appositamente per l'occasione e che collegava Vienna con il sobborgo di Wieden: Sissi inaugurò ufficialmente l'apertura del ponte! 





La carrozza partì, come da tradizione, dall'odierno Theresianum, di proprietà della famiglia Asburgo ma mai utilizzato, e non da Schonbrunn come si potrebbe credere. La carrozza avanzò in mezzo ad una folla gioiosa, che osannava la rosa della Baviera, che si accalcava lungo le vie della città o sugli spalti creati per l'occasione, per vedere la futura imperatrice d'Austria. Dal canto suo Sissi non fece altro che piangere tutto il tempo, mentre la mamma Ludovica cercava di consolarla in ogni maniera, senza però riuscirci. Arrivò alla Hofburg che ancora piangeva come una fontana e quando scese dalla carrozza incespicò e il diadema (ancora lui!!!) si impigliò nel riquadro dello sportello... tutto ciò davanti alla famiglia imperiale riunita in pompa magna davanti all'ingresso del palazzo imperiale.
Dopo di questo, finalmente, il viaggio della futura imperatrice poteva considerarsi concluso: era a Vienna nei suoi appartamenti all'Hofburg e doveva prepararsi per il matrimonio del giorno dopo...