Questo periodo tutto il mondo festeggia il Carnevale! Un'antichissima tradizione che si perde nei secoli e che merita un capitolo di
approfondimento!
Benché presente nella tradizione cattolica, i caratteri
della celebrazione del Carnevale hanno origine in festività ben più antiche,
come per esempio le dionisiache greche o i saturnali romani. Rappresentava
innanzitutto un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico,
durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta
esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un
ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente. Nel mondo antico, romano,
la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell'impero
Romano, comportava la presenza di gruppi mascherati ed uno scatenarsi della
licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari!
Tutto questo ad altro non mirava che alla dissoluzione del mondo antico,
per uno nuovo più bello e prospero!
Uno dei carnevali più famoso è certamente quello di Venezia
al quale si fa già riferimento In un documento del Doge Vitale Falier del 1094,
dove si parla di divertimenti pubblici e nel quale il vocabolo Carnevale viene
citato per la prima volta. L'istituzione del Carnevale da parte delle oligarchie
veneziane è generalmente attribuita alla necessità della Serenissima, al
pari di quanto già avveniva nell'antica Roma, di concedere alla popolazione, e
soprattutto ai ceti sociali più umili, un periodo dedicato interamente al
divertimento e ai festeggiamenti, durante il quale i veneziani e i forestieri
si riversavano in tutta la città a far festa con musiche e balli sfrenati.
Nel Medioevo i festeggiamenti divennero assai sregolati e lussuriosi. La gente si lasciava andare alle orge, a incontri clandestini di ogni sorta... Ma tutto ciò non fu certamente ben visto dalla Chiesa, che vietò queste forme di celebrazione e furono ben preso rinnovate e ridimensionate. E così
il carnevale iniziò ad esser rappresentato da compagnie di attori in maschera
che nel ‘500 si esibivano nelle corti dei nobili e presso la gente meno
abbiente. Allo stesso tempo anche la popolazione iniziò a mascherarsi rappresentando
i vizi e le virtù degli uomini e questo è intuibile anche analizzando le
caratteristiche delle maschere italiane più famose.
Ma il Carnevale a
Vienna com'era?
A Vienna il carnevale era festeggiato come in tutto il resto
d’Europa. La gente appartenente ai ceti più poveri si mascherava con ogni sorta
di abito particolare dalle fogge assai eccentriche.
I costumi potremmo definirli quasi “moderni”, poiché la
gente si vestiva come spesso accade tutt'oggi: si potevano vedere animali
(spesso pipistrelli o api), streghe e stregoni, fate e diavoli, uomini e dame
del passato (spesso dei secoli precedenti l’Ottocento). Per questa
puntualizzazione ci vengono incontro i giornali di moda del tempo (uno dei più famosi "La Mode Illustrée")che
dedicavano alcune pagine all'abbigliamento carnevalesco.
Mentre gli aristocratici potevano permettersi di ordinare un
abito direttamente dalla loro sarta di fiducia, i popolani dovevano
accontentarsi di guardare le figure e poterli ricreare con mezzi di fortuna,
come meglio riuscivano a fare.
L’arte sartoriale dei teatri fu un bel incentivo per le
maschere di carnevale, poiché questa realizzava numerosi costumi per gli
spettacoli teatrali, che fondamentalmente erano figure stereotipate per dar
modo alla gente di capire che “essere” poteva esser quello sul palco: ed ecco
che compariva un’olandesina tutta trecce, pizzi, cuffiette e tulipani; oppure
un antico romano con tuniche lunghe e una corona d’alloro in testa; dame del ‘700
con parrucconi chilometrici e abiti altrettanto giganteschi. Lo stesso modo di
concepire e realizzare un abito o una maschera si trasportava immediatamente anche
ai costumi di carnevale.
Insomma, le maschere non sono cambiate per niente... Spesso di dubbio gusto, esattamente come oggi!!
Spesso per la città giravano carri e cortei di gente mascherata. Spesso si stanziavano in determinati punti della città dando vita ad una sorta di circo, dove spesso venivano mostrate persone con deformità fisiche: uomini molto grassi, gente con un arto più lungo e uno più corto, volti deformati, donne barbute e nani venivano mostrati come classici fenomeni da baraccone. Spesso questo mostrarsi alla gente poteva esser volontario e retribuito dai padroni del carro, oppure poteva esser forzato.
Altresì, le classi più povere spesso si riunivano in grandi
sale per dar vita a balli sregolati, aperti a tutto il beau monde di Vienna, alla maniera delle celebrazioni orgiastiche
del carnevale del Medioevo. Mentre durante il resto dell’anno la vita era
regolamentata da regole ben precise da rispettare, durante il Carnevale ci si
lasciava andare alla sregolatezza.
Carnevale nella
famiglia imperiale
Poiché questo modo di festeggiare il carnevale era riservato
per lo più ai ceti poveri, la famiglia imperiale lo festeggiava con un gran
ballo a corte, al quale erano invitati numerosi esponenti dell’aristocrazia
austriaca.
L’usanza di indire un ballo per quei giorni risale a Maria
Teresa.
Per l’occasione fece riaprire i teatri della Hofburg,
utilizzati un tempo per la rappresentazione di opere liriche e concerti, che
erano stati chiusi per risparmiare. Una partnership di aristocratici suggerì all'imperatrice
che queste ampie stanze erano adattate come sale da ballo per i sempre più
popolari Redouten (balli in maschera)
all’Hofburg che erano aperti anche al pubblico. Maria Teresa amava ballare e
quindi accettò il consiglio e riaprì la Redoutensaal.
Prima della riapertura di queste stanze la nobiltà del tempo
si riuniva nei propri palazzi o al Mehlgrube,
una sala da ballo pubblica sul Neuer Markt, che era riservato esclusivamente
per la nobiltà.
In ricordo dei vecchi fasti della corte di re Luigi XIV, non
era insolito che l’imperatrice Maria Teresa si mascherasse per il Carnevale: nel
1730 la coppia imperiale ricevette i loro ospiti come l’ “oste e la moglie da
l'Aquila Nera”, Maria Teresa vestita come un contadino della Bassa Austria. Gli
ospiti invece apparvero vestiti con abiti degli ordini sociali inferiori, come
cuochi o servi, o nei costumi di varie nazionalità, mentre alcuni addirittura
indossarono abiti più esotici come romani, persiani, turchi o schiavi. Ci furono feste di questo genere per moltissimi anni, tant'è che Maria Teresa spesso indicava di mascherarsi negli inviti ai balli.
Gli eventi di Carnevale erano conosciuti per la loro caratteristica del causare eccessi, disordini e spesso numerosissimi omicidi che erano commessi sotto la copertura di una maschera che celava l'identità della persona. L' uso delle maschere in strada venne quindi vietato, pena severe punizioni a tutte le classi sociali, tra cui anche la nobiltà. Tale regolamento era rivolto in particolare a garantire la sicurezza e prevenire cospirazione politica tra le classi sociali più basse.
In generale non era possibile acquistare i biglietti per
questo evento e, solo gli ospiti che avevano ricevuto un invito personale, erano
ammessi - e anche qui la vecchia aristocrazia austriaca collocava il valore più
alto esclusività sociale. Il cosiddetto 'primo livello' della società, cioè i
membri della nobiltà ereditaria che sono stati ammessi a corte, cercava di
garantirsi quest’esclusività. Chi apparteneva a questa cerchia ristretta ha
avuto accesso ad un mondo di raffinata eleganza e di gusto squisito; famiglie
aristocratiche gareggiavano tra loro in magnifiche manifestazioni di splendore.
Durante il periodo di Carnevale c’erano circa 3 balli a settimana
e, considerata la grande importanza attribuita alle apparenze dalla società
aristocratica viennese, le dame facevano a gara per superare i loro coetanei
con un sempre nuovo repertorio di creazioni di alta moda! Non esisteva un vero
e proprio dress code ma molte signore
civettuole portavano con se un maschera per coprirsi gli occhi.
Elisabetta mal sopportava questi fasti e spesso non
partecipò al carnevale viennese… Vi partecipò una volta e diede adito a moltissime chiacchiere circa il suo comportamento. Ma di questo parleremo un'altra volta!
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