mercoledì 26 febbraio 2014

Il ballo del 1897 della Duchessa del Devonshire

In questo periodo carnevalesco non poteva di certo mancare un post dedicato ad uno degli eventi più mondani del XIX secolo: il ballo in maschera a Devonshire House! Seppur non organizzato per il Carnevale dell'epoca è un spunto interessante poichè a tutti gli ospiti fu imposto di presentarsi mascherati. Ovviamente non c'erano problemi economici sul perchè e sul per come farsi un abito, dato che gli invitati provenivano tutti dai ranghi più alti della società di fine Ottocento.

Ebbene... C'era una volta la Londra del 1897. C'era una volta, ma adesso non c'è più perchè demolita nel 1924, la splendida residenza dei Duchi del Devonshire, costruita a Picadilly nel 1740 dall'architetto William Kent in puro stile barocco. Una grande villa, ricca di storia ma soprattutto ricca di ornamenti e decorazioni. Una villa viva dove, spesso e volentieri, i padroni di casa organizzavano dei gran balli! 




C'era una volta anche la proprietaria della casa, la Duchessa Louisa di Devonshire (1832-1911). Essa era una delle donne più importanti di Londra e come tale, quando si sparse la voce che stava organizzando un ballo in costume per celebrare il Giubileo d'argento della Regina Vittoria per il 2 luglio 1897, non ci fu alcun tentativo da parte delle altre dame londinesi di organizzare un evento a suo sfavore. Investirono invece tutti i loro sforzi per garantirsi la partecipazione all'evento! Insomma, non si poteva non esser invitate ad un ballo al quale avrebbe partecipato tutta, ma proprio tutta, la nobiltà!  
Peculiarità di questo evento era il dress code: ognuno doveva vestirsi ispirandosi a figure storiche, mitologiche o della letteratura presente e passata. Questi poi avrebbero formato diversi cortei e avrebbero danzato anche la quadriglia, per la quale molti invitati studiarono per giorni e giorni. 
Secondo la cronaca del tempo, un mese prima dell'evento furono spediti quasi 700 inviti (alcuni dicono addirittura 3000) che portò ad uno studio approfondito dei ritratti e delle miniature delle dame e dei cavalieri d'altri tempi. Anche se il concetto di una carriera, e soprattutto una carriera sul palcoscenico, era un anatema per le classi superiori inglesi, molte dame inglesi amavano dilettarsi col canto eseguendo delle performance private oppure per beneficenza... Ma il pubblico era molto ristretto! Vestirsi in costume storico, comunque, per presentare un tableau vivant era un divertimento popolare, rispettabile e molto apprezzato come forma artistica. Qui sotto potete vedere la Duchessa Louisa con il suo abito ispirato a Zenobia, regina di Palmyra:



Gli invitati al ballo spesero fortune per i loro costumi, che in quasi tutti i casi furono indossati solo per questo evento. Il couturier Jean Worth di Parigi scrisse di "un numero anomalo di ordini presi" dal suo stabilimento, per il quale ogni perla e diamante furono cuciti a mano. Un pezzo di ricamo tenne occupate diverse ragazze per quasi un mese, e affermò che il costume più costoso costava 5000 franchi. Lo stesso abito della duchessa Louisa che potete vedere qui sopra, fu confezionato dalla maison Worth.


Questa la sala principale della Devonshire House a Picadilly: fu svuotata del mobilio per far spazio a tutti gli invitati.

Molti esponenti dell'aristocrazia erano però assai conservatori e questo evento diede adito a molte chiacchiere e pettegolezzi. Molte signore infatti non amavano trovarsi in una festa del genere, men che meno amavano una festa in maschera! Si presume quindi che molte delle persone invitate non parteciparono all'evento. Sta di fatto che un evento del genere richiamò moltissima attenzione e se ne scrisse a lungo anche sulla stampa. 
Per l'occasione venne contattato il fotografo James Lauder della Società Lafayette che installò una tenda nel giardino del parco del palazzo, con lo scopo di fotografare tutti gli ospiti invitati. Di questo evento ci sono giunte circa 200 fotografie, che mostrano gli invitati nei loro strabilianti abiti. Non tutti però furono fotografati durante la festa e questo è ben comprensibile a causa della complessità dei costumi e dei tempi di esposizione necessari per i negativi su lastra di vetro: semplicemente non c'era abbastanza tempo per catturare tutti gli ospiti!  In un'intervista a un giornale i seguenti anni, James Lafayette affermò di aver fotografato 200 sedute in quattro ore e mezza - una velocità impressionante di 1 minuto 21 secondi per fotografia! Inoltre, forse non tutti gli ospiti di sesso maschile erano desiderosi di essere immortalati nei loro abiti...
La conoscenza che un album con i ritratti degli ospiti in costume sarebbe stato pubblicato dopo la festa, portò coloro che non erano soddisfatti dei risultati della frettolosa sessione fotografica a visitare lo studio Lafayette una o due volte di più con i propri costumi. Alcune persone ci si recarono perfino 6 mesi dopo!!

Quel che è certo è che, di quella festa in maschera, ci sono giunte moltissime fotografie che ci mostrano gli esponenti della nobiltà londinese vestiti "filologicamente", con abiti incantevoli! Queste alcune fotografie:













Il Carnevale al tempo di Sissi

Questo periodo tutto il mondo festeggia il Carnevale! Un'antichissima tradizione che si perde nei secoli e che merita un capitolo di approfondimento!


Benché presente nella tradizione cattolica, i caratteri della celebrazione del Carnevale hanno origine in festività ben più antiche, come per esempio le dionisiache greche o i saturnali romani. Rappresentava innanzitutto un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente. Nel mondo antico, romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell'impero Romano, comportava la presenza di gruppi mascherati ed uno scatenarsi della licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari! Tutto questo ad altro non mirava che alla dissoluzione del mondo antico, per uno nuovo più bello e prospero! 
Uno dei carnevali più famoso è certamente quello di Venezia al quale si fa già riferimento In un documento del Doge Vitale Falier del 1094, dove si parla di divertimenti pubblici e nel quale il vocabolo Carnevale viene citato per la prima volta. L'istituzione del Carnevale da parte delle oligarchie veneziane è generalmente attribuita alla necessità della Serenissima, al pari di quanto già avveniva nell'antica Roma, di concedere alla popolazione, e soprattutto ai ceti sociali più umili, un periodo dedicato interamente al divertimento e ai festeggiamenti, durante il quale i veneziani e i forestieri si riversavano in tutta la città a far festa con musiche e balli sfrenati.
Nel Medioevo i festeggiamenti divennero assai sregolati e lussuriosi. La gente si lasciava andare alle orge, a incontri clandestini di ogni sorta... Ma tutto ciò non fu certamente ben visto dalla Chiesa, che vietò queste forme di celebrazione e furono ben preso rinnovate e ridimensionate. E così il carnevale iniziò ad esser rappresentato da compagnie di attori in maschera che nel ‘500 si esibivano nelle corti dei nobili e presso la gente meno abbiente. Allo stesso tempo anche la popolazione iniziò a mascherarsi rappresentando i vizi e le virtù degli uomini e questo è intuibile anche analizzando le caratteristiche delle maschere italiane più famose.


Ma il Carnevale a Vienna com'era?

A Vienna il carnevale era festeggiato come in tutto il resto d’Europa. La gente appartenente ai ceti più poveri si mascherava con ogni sorta di abito particolare dalle fogge assai eccentriche.
I costumi potremmo definirli quasi “moderni”, poiché la gente si vestiva come spesso accade tutt'oggi: si potevano vedere animali (spesso pipistrelli o api), streghe e stregoni, fate e diavoli, uomini e dame del passato (spesso dei secoli precedenti l’Ottocento). Per questa puntualizzazione ci vengono incontro i giornali di moda del tempo (uno dei più famosi "La Mode Illustrée")che dedicavano alcune pagine all'abbigliamento carnevalesco.


Mentre gli aristocratici potevano permettersi di ordinare un abito direttamente dalla loro sarta di fiducia, i popolani dovevano accontentarsi di guardare le figure e poterli ricreare con mezzi di fortuna, come meglio riuscivano a fare.
L’arte sartoriale dei teatri fu un bel incentivo per le maschere di carnevale, poiché questa realizzava numerosi costumi per gli spettacoli teatrali, che fondamentalmente erano figure stereotipate per dar modo alla gente di capire che “essere” poteva esser quello sul palco: ed ecco che compariva un’olandesina tutta trecce, pizzi, cuffiette e tulipani; oppure un antico romano con tuniche lunghe e una corona d’alloro in testa; dame del ‘700 con parrucconi chilometrici e abiti altrettanto giganteschi. Lo stesso modo di concepire e realizzare un abito o una maschera si trasportava immediatamente anche ai costumi di carnevale.
Insomma, le maschere non sono cambiate per niente... Spesso di dubbio gusto, esattamente come oggi!!






Spesso per la città giravano carri e cortei di gente mascherata. Spesso si stanziavano in determinati punti della città dando vita ad una sorta di circo, dove spesso venivano mostrate persone con deformità fisiche: uomini molto grassi, gente con un arto più lungo e uno più corto, volti deformati, donne barbute e nani venivano mostrati come classici fenomeni da baraccone. Spesso questo mostrarsi alla gente poteva esser volontario e retribuito dai padroni del carro, oppure poteva esser forzato.


Altresì, le classi più povere spesso si riunivano in grandi sale per dar vita a balli sregolati, aperti a tutto il beau monde di Vienna, alla maniera delle celebrazioni orgiastiche del carnevale del Medioevo. Mentre durante il resto dell’anno la vita era regolamentata da regole ben precise da rispettare, durante il Carnevale ci si lasciava andare alla sregolatezza.


Carnevale nella famiglia imperiale

Tutto ciò che accadeva al di fuori della residenza imperiale, all’interno non c’era.
Poiché questo modo di festeggiare il carnevale era riservato per lo più ai ceti poveri, la famiglia imperiale lo festeggiava con un gran ballo a corte, al quale erano invitati numerosi esponenti dell’aristocrazia austriaca.
L’usanza di indire un ballo per quei giorni risale a Maria Teresa.
Per l’occasione fece riaprire i teatri della Hofburg, utilizzati un tempo per la rappresentazione di opere liriche e concerti, che erano stati chiusi per risparmiare. Una partnership di aristocratici suggerì all'imperatrice che queste ampie stanze erano adattate come sale da ballo per i sempre più popolari Redouten (balli in maschera) all’Hofburg che erano aperti anche al pubblico. Maria Teresa amava ballare e quindi accettò il consiglio e riaprì la Redoutensaal.


Prima della riapertura di queste stanze la nobiltà del tempo si riuniva nei propri palazzi o al Mehlgrube, una sala da ballo pubblica sul Neuer Markt, che era riservato esclusivamente per la nobiltà.


In ricordo dei vecchi fasti della corte di re Luigi XIV, non era insolito che l’imperatrice Maria Teresa si mascherasse per il Carnevale: nel 1730 la coppia imperiale ricevette i loro ospiti come l’ “oste e la moglie da l'Aquila Nera”, Maria Teresa vestita come un contadino della Bassa Austria. Gli ospiti invece apparvero vestiti con abiti degli ordini sociali inferiori, come cuochi o servi, o nei costumi di varie nazionalità, mentre alcuni addirittura indossarono abiti più esotici come romani, persiani, turchi o schiavi. Ci furono feste di questo genere per moltissimi anni, tant'è che Maria Teresa spesso indicava di mascherarsi negli inviti ai balli.
Gli eventi di Carnevale erano conosciuti per la loro caratteristica del causare eccessi, disordini e spesso numerosissimi omicidi che erano commessi sotto la copertura di una maschera che celava l'identità della persona. L' uso delle maschere in strada venne quindi vietato, pena severe punizioni a tutte le classi sociali, tra cui anche la nobiltà. Tale regolamento era rivolto in particolare a garantire la sicurezza e prevenire cospirazione politica tra le classi sociali più basse.


In generale non era possibile acquistare i biglietti per questo evento e, solo gli ospiti che avevano ricevuto un invito personale, erano ammessi - e anche qui la vecchia aristocrazia austriaca collocava il valore più alto esclusività sociale. Il cosiddetto 'primo livello' della società, cioè i membri della nobiltà ereditaria che sono stati ammessi a corte, cercava di garantirsi quest’esclusività. Chi apparteneva a questa cerchia ristretta ha avuto accesso ad un mondo di raffinata eleganza e di gusto squisito; famiglie aristocratiche gareggiavano tra loro in magnifiche manifestazioni di splendore.
Durante il periodo di Carnevale c’erano circa 3 balli a settimana e, considerata la grande importanza attribuita alle apparenze dalla società aristocratica viennese, le dame facevano a gara per superare i loro coetanei con un sempre nuovo repertorio di creazioni di alta moda! Non esisteva un vero e proprio dress code ma molte signore civettuole portavano con se un maschera per coprirsi gli occhi.


Elisabetta mal sopportava questi fasti e spesso non partecipò al carnevale viennese… Vi partecipò una volta e diede adito a moltissime chiacchiere circa il suo comportamento. Ma di questo parleremo un'altra volta!




martedì 25 febbraio 2014

Carnevale Asburgico a Madonna di Campiglio

Come ogni anno si rinnova la tradizione del Carnevale Asburgico di Madonna di Campiglio (TR), un'importante rievocazione storica in ricordo dei soggiorni di Sissi e Franz nella cittadina fra le Dolomiti di Brenta. Un evento molto sentito a Madonna di Campiglio, tanto da richiamare moltissime persone dai dintorni, ma anche appassionati provenienti da molto lontano, che non vogliono perdersi questo tuffo nel passato nell'epoca degli Asburgo!


Sempre molto curato il programma di questa festa che si snoda, in una settimana, fra balli, sciate e gite in carrozza trainata da cavalli. Essenziale è il dress code per questo carnevale particolare! Tutti possono partecipare alla festa e tutti debbono esser necessariamente vestiti con abiti ottocenteschi, specialmente in occasione del gran ballo finale. Per chi non fosse munito di vestito, può sempre noleggiarlo in uno dei negozi del paese che, proprio per l'occasione, si riforniscono di abiti e di accessori in stile.
Il tutto inizia con una bellissima sfilata al centro del paese, una specie di corteo storico dove sfilano tutti i figuranti, ed uno spettacolo pirotecnico nei luoghi dove furono allestiti anche durante le visite di Sissi e Franz nel 1889 o nel 1894 (pista da sci del Belvedere). Si prosegue con la "sciata asburgica" durante la quale i figuranti, compresi l'imperatrice e l'imperatore, scenderanno fino al limitare del paese! Immancabile la fiaccolata notturna (Grande fiaccolata imperiale), con Sissi e Franz che sugli sci scendono fino a valle...  
Tutto un pò kitsch effettivamente... Troppo turistico... Sopratutto se si pensa che Sissi e Franz non sciarono mai in vita loro!!


Nel corso del Carnevale si susseguono le feste presso il Salone Hofer del Grand Hotel Des Alpes, lo stesso nel quale soggiornarono Elisabetta e Francesco Giuseppe. Certamente il momento più significativo del Carnevale è il Gran Ballo dell'Imperatore dove figuranti, vestiti alla maniera di Sissi e Franz, aprono le danze fra Ussari e Dragoni.





Curiosità: il salone del Gran Ballo fu affrescato a cavallo tra il XIX e XX secolo, dal pittore bolzanino Gottfried Hofer (dal quale poi prese il nome), con il tipico stile liberty del tempo. Nella parete di fondo, sopra un coro ligneo, sono stati realizzati due ritratti di Sissi e Franz:




Nel 2008 un incendio distrusse il tetto del salone Hofer. Dopo un lungo restauro è stato riaperto nel 2009 con una conferenza di Paolo Luconi Bisti (storico di Campiglio, nonché scrittore di un volume dedicato ai soggiorni di Sissi a Madonna di Campiglio) e Matteo Tuveri (scrittori di alcuni libri dedicati a Sissi). 

Per informazioni:
Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena
Pradalago, 4
38086 Madonna di Campiglio
Tel: +39 (0465) 447501
Tel: +39 (0465) 501007



martedì 4 febbraio 2014

Fidanzamento a Bad Ischl

Sofia contattò la sorella Ludovica per predisporre la conoscenza del figlio Francesco Giuseppe con la sua futura sposa, Elena, cugina di primo grado, detta Nenè. Le inviò una lettera approssimativamente intorno alla primavera del 1853 dicendole che "con tutta probabilità ci sarà anche l'imperatore". Era questa una manovra per rendere ufficiale il fidanzamento di Franz con la sua futura moglie, realizzando un coup de theatre durante le celebrazioni del 23° compleanno dell'imperatore (il 18 agosto). 
Elena era una ragazza di 18 anni, non bellissima, ma molto raffinata e colta, amava il focolare domestico, era estremamente pia e religiosa, e non aveva alcun grillo per la testa. Era dunque la moglie ideale per un imperatore! Venne dunque tirata su in base al ruolo che avrebbe dovuto ricoprire: le si insegnarono le lingue, le buone maniere e i balli.

L'appuntamento fu concordato per il 16 agosto nella residenza estiva della famiglia imperiale: Bad Ischl, cittadina situata nelle vicinanze di Salisburgo, fra incantevoli paesaggi montani. Questo borgo termale, molto noto in Austria per le acque minerali utilizzate per le cure idroterapiche, era stata scelta dall'arciduchessa Sofia come luogo per le vacanza da trascorrere in famiglia fin dal 1827, effettuando numerose cure balneari cercando di trovar soluzione alla sua (temporanea) infertilità giacché dal 1824 che era sposata, ancora doveva mettere al mondo un figlio... certamente per l'incapacità del marito che non era propriamente prestante.
Le acque della zona e del centro termale austriaco, ebbero il loro effetto benefico giacché Sofia riuscì in seguito a mettere al mondo 5 figli, una piccina morta precocemente all'età di 5 anni. 
Per tale ragione i tre principi imperiali, Francesco Giuseppe, Massimiliano e Carlo Ludovico, vennero soprannominati in seguito Principi del Sale per queste nascite "miracolose", ma anche per le loro vacanze spensierate passate nella zona nota per l'estrazione del sale. La preferenza accordata dalla famiglia imperiale trasformò ben presto la cittadina in un luogo di grande richiamo per tutta l'aristocrazia.
La loro residenza era sempre presso la casa del sindaco Seeauer, divenuta in seguito Hotel Austria e successivamente Museo della Storia di Bad Ischl (Museum der Stadt Bad Ischl, sotto nella foto).



Inizialmente la comitiva doveva esser composta principalmente da Ludovica e la figlia Nenè, ma il destino volle che la morte di una zia, nonché l'amore infranto di Sissi per un giovane scudiero morto precocemente, fecero sì che la duchessa decidesse di portare con loro anche Elisabetta che all'epoca aveva 15 anni. Mai scelta si rivelò più sbagliata...
Oltretutto in quei giorni Sissi stava attraversando dei giorni di profonda malinconia, pertanto la madre sperava che la presenza dell'arciduca Carlo Ludovico potesse guarirle le ferite, distraendola un poco. Dal loro incontro a Innsbruck (1848), del resto, i due si scrissero lettere e si scambiarono piccoli doni. Il loro legame era innegabile, sicché Ludovica auspicava sinceramente che non si potesse escludere del tutto un fidanzamento col fratello minore dell'imperatore. Tuttavia, Sissi era particolarmente infastidita dal costante parlare di Carlo Ludovico da parte di sua madre e bloccava sempre di più l'argomento.

Giunsero a Bad Ischl il 15 agosto con un'ora e mezzo di ritardo, dovuto anche alla numerose soste causate all'emicrania di Ludovica, vestite a lutto e completamente impolverate dal lungo viaggio in carrozza. A peggiorare le cose, le cameriere, insieme ai loro bagagli, rimasero sorprese da un forte temporale e anche loro si videro costrette ad interrompere il viaggio; sicché quando Ludovica giunse infine a a Ischl con le sue figlie, non si vide neppure l'ombra di cameriere e bagagli. La sfortuna iniziò il suo corso.
Non ebbero nemmeno il tempo di rifocillarsi che furono immediatamente presentate all'arciduchessa Sofia presso la villa del sindaco Seeauer. Dopo questo incontro la famiglia ducale si ritirò nella propria residenza per prepararsi al meglio per l'incontro con la famiglia imperiale al gran completo. 
Ludovica e le figlie furono fatte alloggiare presso l'Hotel Tallachini, oggi ribattezzato "Residenz Elisabeth", appartamenti per le vacanze, situato sulle sponde del fiume Traun, davanti al ponte Elisabeth Bruck intitolato alla futura imperatrice.
Qui sotto l'Hotel Tallachini nel 1850 ca., nel 1890 ed oggi. 




Nenè venne presa sotto le ali protettive dell'arciduchessa Sofia che le assegnò addirittura la propria cameriera personale per prepararla dignitosamente al grande incontro. 
Sissi invece si rassettò da sola, acconciandosi i suoi bei capelli in semplici trecce. Sofia scriverà alla sorella gemella Maria, regina di Sassonia: “Che grazia e charme aveva la piccola in tutti i suoi movimenti, tanto più che non si rendeva affatto conto di aver prodotto un'impressione così piacevole. Nonostante la tristezza [...] era adorabile nel suo abito nero molto semplice."
La sera stessa ebbe luogo l'incontro fra la Elena e l'imperatore Francesco Giuseppe. Ma la conoscenza fra i due non fu di certo spontanea... La posta in gioco era molto alta e tutti gli occhi erano puntati su di loro due! Nenè era tesa, nervosa ed impacciata mentre Francesco Giuseppe, già contrario all'idea di sposarsi non trovò molto avvenente la cugina: magra e dai lineamenti molto marcati presi dalla madre,  stretta come la sorella in un abito a lutto, Elena non era certo bella come Sissi che, al contrario, era gaia e spontanea proprio perché l'attenzione non era più su di lei. 
Eppure, proprio per questo freschezza, per questa gioia di vivere, catturò l'attenzione di Franz.
L'arciduca Carlo Ludovico affermò gelosamente: “Nel momento in cui l'Imperatore vide Sisi, sul suo volto apparve un'espressione di così grande compiacimento che non si poteva più dubitare su chi avrebbe scelto . "
Le famose Sissi e Nenè della trilogia: Romy Schneider e Uta Franz
Sissi non ne aveva idea. Era così intimorita dal rigido protocollo di questo incontro che quasi non si accorse che l'imperatore non si curava della sua futura sposa...

Francesco Giuseppe inizia quindi a cercare sempre di più la compagnia della giovane cugina, cosa che imbarazzò molto Sissi tanto da spingerla a trovare conforto in una persona amica, Carlo Ludovico, fratello dell'imperatore. Questo, già invaghito della cugina e geloso del fratello, rivelò le confidenze di Sissi alla madre, l'arciduchessa Sofia, che però minimizzò la questione dicendo "Che sciocchezza! Come se egli potesse accorgersi di quella piccola scimmia!" 
Ma l'imperatore era ormai invaghito... Fu amore a prima vista! Sissi nel suo abitino nero, con i capelli spartiti nel mezzo e legati in trecce dietro al capo (secondo la moda del tempo) appariva bellissima, mentre Nenè aveva un'aria severa e composta. L'arciduchessa Sofia non mancò mai di rimproverare la sorella nell'aver fatto vestire tutte le figlie di nero! 

Sissi e Nené qualche anno più tardi, intorno al 1862

Il giorno successivo, Franz entrò di soprassalto nella camera dell madre, che si era appena svegliata. La prese alla sprovvista ed esternò il suo amore per la cugina. Questa lo implorò di cambiare idea perché ormai tutto era stato deciso e Sissi era una selvaggia in confronto a Nenè. Sofia cercò di attirare l'attenzione di suo figlio su Néné, ma per quanto si sforzasse di metter Elena nella giusta luce, nulla poteva essere cambiato. La regina Elisabetta di Sassonia era estremamente soddisfatta di questo sviluppo: come madrina, era estremamente felice che Sissi avesse conquistato il cuore dell'imperatore Francesco Giuseppe.
Franz non volle sentir niente e disse che al gran ballo organizzato per il suo compleanno, avrebbe danzato la quadriglia con Sissi, rivelando a tutti la scelta della sua futura sposa. A colazione, Sofia, pur di tenere lontani i due, li fece sedere in diversi punti del tavolo, lontani. Sissi iniziò a sentirsi intimorita... circondata da tutte quelle persone sconosciute, non rendendosi conto del gran caos che aveva creato in famiglia. Mangiò appena e parlò pochissimo con le persone che le erano di fianco.
La sera del 17 agosto ebbe luogo il gran ballo per il compleanno di Francesco Giuseppe. Questo ebbe luogo presso Villa Eltz, una grande e sontuosa abitazione in stile Biedermeier dall'altra parte del fiume, che apparteneva al notaio viennese Josef August Eltz che qui si recava per le sue vacanze estive e che ospitò in diverse occasioni anche Josef Radetzky. La villa venne in seguito comprata dall'arciduchessa Sofia dal dottore Eduard Mastalier - che l'aveva acquistata dall'Eltz nel 1850 - come regalo di nozze per il figlio Franz e la nuora Sissi. 
Negli anni successivi, la villa venne convertita in stile neoclassico ad opera dell'architetto italiano Antonio Legrenzi ed ampliata allungando le ali laterali che le andarono a conferire l'aspetto di una grande "E", iniziale della nuora Sissi, creando un'entrata d'onore con un cortile. Attorno alla villa venne creato anche un parco di stile inglese con costruzioni progettate da Franz Rauch come la Casa del Te o il Castello di Marmo, edifici di corollario per il tempo libero e la caccia.

Villa Eltz all'inizio del XIX secolo

Plastico di Villa Eltz conservato nel Museum der Stadt di Bad Ischl

La Kaiservilla, già Villa Eltz, com'è oggi


Franz insistette affinché Sissi partecipasse e gli ordini dell'imperatore dovevano esser rispettati. Sicché oltre a Ludovica ed Elena, al ballo partecipò anche una duchessina spaurita, non abituata a stare in mezzo alla gente come la sorella Nenè. Oltre a queste, alla serata furono invitate moltissime persone, esponenti dell'aristocrazia prussiana ed austriaca. Si era sperato di danzare sul prato antistante il palazzo, ma il tempo fu molto piovoso e quindi si optò per una festa al coperto. 

Elena si presentò alla festa con grazioso abito di raso bianco con una corona di edera sul capo, mentre Elisabetta raggiunse la residenza con in abitino color pesca con una freccia di diamanti fra i capelli. Ma la bellezza statuaria di Nenè in quell'abito bianco, non ebbe alcun risultato! 
Sofia chiese all'aiutante di campo Hugo von Weckbecker di invitare Elisabetta a ballare. Dopo il ballo, Weckbecker sussurrò a Maximilian O'Donell von Tyrconell: "Mi sembra di aver ballato con la nostra futura imperatrice."
Quando venne il famoso cotillon del film di Marishka, come ben sappiamo, Francesco Giuseppe danzò solo ed esclusivamente con Sissi, porgendole in dono dei mazzi di fiori come da usanza del tempo. A Nenè non venne donato niente. Ne ricevette solo una grandissima umiliazione.
Tutti gli occhi erano ora puntati sulla piccola Elisabetta, che ancora non sapeva cosa significasse quel gesto. Era profondamente imbarazzata per quest'attenzione generale improvvisa.
A mezzanotte il ballo finì con uno spettacolo pirotecnico e tutta Bad Ischl conobbe finalmente il nome della futura imperatrice d'Austria: Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, duchessa in Baviera. 
Elisabetta si trovò spaesata per tutto questo entusiasmo rivoltole! Ma ormai il dado era tratto... 


Il giorno successivo, dopo i festeggiamenti, Francesco Giuseppe chiese alla madre di parlare con la sorella Ludovica, per sapere la reazione di Elisabetta riguardante la proposta di matrimonio, facendo presente che la giovane non doveva sentirsi costretta a prendere immediatamente una decisione, poiché la sorte di esser sposata con lui non sarebbe stata facile. Ella certamente accettò. Del resto egli fu il primo a farle una dichiarazione d’amore vera e propria. Lei, appena adolescente, le uniche cose che sapeva delle relazioni con gli uomini derivavano in realtà dai libri romantici e sentimentali.
Non c’è dunque da stupirsi se Elisabetta cedette alle lusinghe del cugino che all’epoca, giovane e davvero avvenente, era considerato un bellissimo uomo, coi suoi occhi azzurri, i capelli biondi e dei bei favori curati. Quel che è certo è che la giovane corrispose sinceramente ai suoi sentimenti e, quando si conobbero, entrambi i partner dimostrarono subito di piacersi ed apprezzarsi. Di certo per Elisabetta non vi fu il tanto decantato colpo di fulmine, poiché era ancora una ragazzina schiva e timida, mentre per Francesco Giuseppe sì.
Per capire i sentimenti di Sisi al momento e per spiegare i suoi comportamenti degli anni a venire, è emblematica la sua frase: “Amo molto l’imperatore, se solo non fosse imperatore…”. Quando alla duchessa Ludovica chiesero se si fosse tenuto conto dei sentimenti di Elisabetta riguardo al suo matrimonio con Francesco Giuseppe, la sua risposta fu “All'imperatore d'Austria non si dice di no!”, o forse fu proprio Sisi a dare questa risposta. Se queste affermazioni siano vere o siano state mal interpretate dalle due madri, non è ben chiaro.
La giovane principessa mostrò l'euforia confusa di un´adolescente emotivamente ancora immatura. 
Nonostante lo stupore generale Sofia annunciò che tutta la famiglia fosse felice della decisione dell`imperatore. La stessa arciduchessa, per quanto colta dal fatto compiuto, a differenza di quel che si crede, non ebbe mai sentimenti ostili verso la nuora come testimoniano le numerose lettere che ella scrisse ai vari parenti; anzi approvò fin dall’inizio la scelta del figlio.
A Ischl venne annunciato ufficialmente che l'imperatore Francesco Giuseppe si era fidanzato con la cugina Elisabetta. Dei fuochi d'artificio furono rapidamente allestiti sulla collina al di sopra della città, la Siriuskogel, con le iniziali FJ ed E.

La Siriuskogel, con la sua torretta panoramica


Il 19 agosto la coppia si presentò insieme in albergo per fare colazione con la famiglia, con tante congratulazioni da parte dei presenti e della gente accorsa.
La famiglia si recò a piedi alla Santa Messa delle 11.00 nella Chiesa Parrocchiale di San Nicolò. Entrando l´Arciduchessa Sofia cedette il passo a Elisabetta un gesto che chiarì agli astanti chi sarebbe stata la futura Imperatrice d'Austria! Si cantò l`inno Imperiale di Josef Haydn, Gott erhalte. Alla fine della Messa Francesco Giuseppe prese la mano di Sissi e la accompagnò dal sacerdote e la presentò come sua  futura sposa e chiese la benedizione. 



Da lì andarono in visita ai pittoreschi centri abitati di St. Wolfgang e Hallstatt, dove fu anche consumata la cena. L'imperatore Francesco Giuseppe era traboccante di felicità, Elisabetta sempre molto timorosa. Il giovane, protesse la giovane sposa con il suo cappotto militare e le spiegò il paesaggio e le montagne al calar della sera. Per quanto romantico possa sembrare, l'intera famiglia era dietro di loro.
Una targa ricorda la visita a Hallstatt.









Il 19 agosto altri fuochi d'artificio furono lanciati in cielo per onorare la futura coppia imperiale. Gli sposi stavano sul balcone dell'Hotel Austria.
Il 20 agosto 1853, il duca Max fu informato per telegramma e al papa fu richiesta anche una dispensa scritta poiché i due giovani erano cugini di primo grado.
Nel frattempo, Franz cercava di alleviare la paura della sua giovane sposa, spaventata ed estremamente timida, permettendo solo alle persone che lei conosceva di starle vicino. Quindi non era un cocchiere qualsiasi a guidare la carrozza, ma il conte Grünne, amico ed aiutante di campo di Franz, che in pochi giorni le era diventato un amico fidato. Questa relazione cambiata bruscamente a Madeira...


Ritratto della giovane coppia imperiale, conservato al museo cittadino di Bad Ischk


Il 31 agosto si salutarono "molto teneramente" a Salisburgo. Elisabetta tornò in Baviera con la sua famiglia, l'imperatore Francesco Giuseppe tornò al castello di Schönbrunn con il suo entourage.
Il destino aveva iniziato il suo corso inarrestabile.
Elisabetta iniziò la sua preparazione per il suo futuro ruolo di imperatrice d'Austria... Iniziava una nuova vita e finiva per sempre la sua libertà di donna!